Bari: la storia di M., l'odontotecnico che vive in una sala d'aspetto del Policlinico
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lunedì 21 maggio 2018
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di Marianna Colasanto
Quando lo incontriamo, al piano terra del padiglione Asclepios, veste un paio di jeans e una polo bordeaux, mentre i suoi occhi celesti risaltano su un volto trasandato e segnato da un'incolta barba bianca. É arroccato in un angolo, nel suo "mondo" (nell’immagine): una sedia con sopra delle coperte, i resti di un caffè, una confezione di marmellata, qualche rivista e alcune medicine per il cuore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
All'inizio si mostra restìo nel raccontare la sua storia, poi però decide di aprirsi, pur volendo mantenere l'anonimato. «Il declino è cominciato cinque anni fa, quando ho divorziato da mia moglie - racconta il signore con voce bassa -. Il motivo principale della separazione? I preventivi che non facevo firmare ai miei clienti, i quali spesso sparivano senza pagare le cure ricevute. Lei affermava che dovevo smetterla di agire così, ma io mi facevo spesso impietosire. E pensare che il più delle volte a non saldare il conto erano i clienti più ricchi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’uomo, una volta finita la storia con la moglie, si trasferisce nel suo studio, dove riesce a ricavare una stanza dove dormire. Gli affari però continuano a non andare bene e a un certo punto, nel 2017, l’appartamento in cui lavora e vive viene messo in vendita. In un solo colpo quindi il signore rimane senza “casa” e senza lavoro. «Sono stato quindi costretto a trovare un posto dove “alloggiare” – dice l’ex odontotecnico -. E oggi non mi vergogno di dire che passo la mia esistenza in un ospedale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al Policlinico M. è riuscito a farsi ben volere da professori, infermieri, medici e paramedici che gli hanno fornito una brandina. Con lui si trova anche un vagabondo che passa però tutto il tempo fuori dal nosocomio a mendicare. «Esce la mattina e torna la sera - sottolinea il senzatetto -. Ha una scarsa igiene ma comunque è una brava persona».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Con la famiglia invece il signore ha chiuso ogni rapporto. «Dei miei due figli non voglio nemmeno sentir parlare – afferma - vorrebbero rinchiudermi in un dormitorio, ma io in mezzo a gente che non conosco non ci vado. Sento però tantissimo la mancanza della mia nipotina, che a breve compirà cinque anni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La carenza di affetto viene comunque compensata dai tanti bambini ricoverati nell'edificio che spesso lo vanno a trovare. «Mi abbracciano e giochiamo assieme in giardino - afferma -. Regalo loro merendine e crackers che ricevo da persone generose. Purtroppo a volte sono i genitori a comportarsi male: capita che diffidino della mia apparenza e si mettano a sgridare i fanciulli che si avvicinano a me, timorosi che possa far loro del male».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ evidente che il suo aspetto attuale porta a diffidare di lui. «Eppure un tempo andavo in giro con abiti costosi ed ero sempre abbronzato - ammette l’ex professionista -. Giorni fa in questa sala d’attesa è passata una coppia di commercianti baresi che conoscevo: la donna quando ha capito chi ero si è messa a piangere. Non credeva ai suoi occhi. Del resto anche io fatico a riconoscermi: da essere un “fighetto” sono diventato un senzatetto. Chissà cosa mi riserverà il futuro».
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Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
I commenti
- Giuseppe - Conosco bene il Sig. M. e i suoi figli e, pultroppo, nonostante i vari aiuti offerti in primis dai figli ma anche da parenti, il Sig. M. ha sempre continuato a fare di testa propria, sperperando i soldi che venivano a lui offerti (e non solo) in vizi che non sto quì a raccontare. Posso garantire che i suoi figli (e non solo) sono stati molto vicini nei momenti difficili ma sono stati vani i tentativi di aiuto a lui offerti e far passare loro per persone crudeli non mi sembra giusto. Bisogna saper conoscere le situazioni e ascoltare entrambe le parti prima di pubblicare cose che non rispecchino la realtà dei fatti.
- Filippo - Quoto al 100% quanto descritto da sig. Giuseppe. Aggiungo che ognuno è causa della propria condizione.
- andrea - Ma non capisco perché abbia gettato via un lavoro molto redditizio, vivere dell'aiuto di qualcuno non è certo una cosa positiva, cosa ha creato tutto ciò ?