A Bari il ''tracing bus'': per regalare una telefonata a chi non se lo può permettere
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mercoledì 22 novembre 2017
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di Luca Carofiglio - foto Antonio Caradonna
«E’ un’iniziativa nata nei Paesi Bassi circa un anno e mezzo fa dall’idea della Croce Rossa olandese e del gestore Vodafone - spiega il 25enne Alessandro Montecalvo, uno dei volontari –. Rientra nella più grande attività dal nome Restoring Family Links che cerca di favorire i ricongiungimenti famigliari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A Bari il camper si è fermato solo per un giorno, aiutando però ben sessanta persone a contattare i propri cari. «Telefonare fuori dalla Comunità Europea è infatti molto dispendioso – sottolinea Alessandro -. Ad esempio una chiamata in Costa d’Avorio costa 5 euro solo per lo scatto alla risposta. In tanti tra gli immigrati, anche se possiedono un cellulare, non se lo possono permettere, visto che se lavorano vengono comunque pagati con compensi ridicoli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo andati a dare un’occhiata (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quando arriviamo ci sono parecchie persone in attesa di accedere nel mezzo con targa olandese. Entriamo e notiamo come all’interno ci sia solo un tavolino con su poggiato il cellulare e due poltroncine. E’ qui che il richiedente scrive su una striscia di carta il recapito, che sarà poi digitato dagli operatori della Croce Rossa. Nel momento in cui parte la chiamata viene poi azionato un cronometro che segna l’avanzare del tempo: esiste infatti la regola dei 3 minuti massimi di conversazione necessaria per permettere a tutti di parlare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ho sperato che il timer andasse oltre il terzo minuto, ma non è stato possibile - dichiara sorridendo il 25enne immigrato Amhir, che ha appena contattato suo fratello in Nigeria -. Non lo sentivo da tre mesi e sapevo che nelle scorse settimane gli era nata una figlia. Volevo che mi raccontasse tutto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ il turno ora di Mohammed, originario della Somalia. «Vivo a Bari da otto anni – ci dice - sono scappato dal mio Paese dopo aver perso la gamba sinistra per colpa di una mina. Non riesco a parlare spesso i miei parenti, perché chiamare dagli internet point costa tanto. Per questo sono contento oggi di riuscire a sfruttare un’occasione come questa: vivo sempre con il terrore che a causa della guerra possa succeder loro qualcosa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma non ci sono solo immigrati a chiedere di utilizzare il servizio del Restoring. Incrociamo il 64enne Antonio, un senzatetto che vive nei dintorni della Stazione. Indossa un giaccone verde e un cappello da pescatore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ho parlato con mio figlio che abita ad Ancona – ci spiega -. Mi ha lasciato alcuni anni fa quando ormai si era creato una sua famiglia e io avevo perso il lavoro. Mi ha raccontato di alcuni problemi di salute del suo bambino e di alcune sue difficoltà e io l’ho ascoltato perché gli voglio sempre bene. Anche se in questo momento chi sta passando i veri guai sono io: non ho i soldi nemmeno per una telefonata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Gianni de Bartolo) la nostra visita al “tracing bus”:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Luca Carofiglio
Luca Carofiglio
Foto di
Antonio Caradonna
Antonio Caradonna