di Stefania Buono e Mina Barcone

L'orienteering, correre con mappa e bussola nei boschi: «Altro che navigatore»
VALENZANO -  La parola “orientamento”, secondo il vocabolario, è l’atto di stabilire la propria posizione rispetto ai punti cardinali, riconoscere il luogo in cui ci si trova e la direzione che si sta seguendo. Ma non tutti sanno che questa parola indica anche uno sport individuale riconosciuto in Italia (dalla Fiso, Federazione italiana sport orientamento) e praticato anche in Puglia. In regione sono presenti 13 società. (Vedi foto galleria)

Ma di che cosa si tratta? L’orientamento (o orienteering) è di fatto una specialità di corsa, che avviene principalmente nei boschi e nelle foreste, in cui viene cronometrato il tempo di gara. La particolarità è che i concorrenti, una volta partiti, non hanno un percorso preciso da seguire ma se lo devono in qualche modo “costruire”, scegliendo ogni qual volta la strada migliore da fare, ovvero quella che gli permetterà di arrivare in una posizione desiderata prima degli altri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Utilizzando una dettagliata carta topografica del luogo in cui si trovano e una bussola, infatti, hanno l’obiettivo di raggiungere non immediatamente un arrivo, come avviene in altre competizioni di corsa, ma innanzitutto punti di passaggio obbligati numerati (detti “checkpoint”), segnalati dalla mappa, nell'ordine in cui sono indicati. I checkpoint sono riconoscibili mentre si corre per la presenza di paletti con tele bianche e arancioni, chiamate “lanterne”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su ogni lanterna vi è una punzonatrice e attraverso questo strumento gli atleti testimoniano il loro passaggio sul loro cartellino di gara. Solo dopo averli raggiunti tutti si può approdare al traguardo finale. Il tutto però deve avvenire nel più breve tempo possibile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La lunghezza di una gara può variare: esistono le competizioni sprint, in cui il concorrente percorre in media da un chilometro e mezzo a tre chilometri, ma anche quelle più lunghe in cui si corre per 15 chilometri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma come e dove è nato l’orienteering? «In Scandinavia, cento anni fa – specifica Luigi Laricchia, presidente dell’“Orienteering accademy Puglia”, presente dal 2004 che ha sede a Valenzano -. L’idea è nata da un’esigenza vera e propria di vita. Nei mesi invernali in Svezia, Finlandia e Norvegia fa molto freddo e le strade si coprono completamente di neve. I cittadini decenni fa, quando non c’erano le auto dovevano necessariamente spostarsi in qualche maniera per portare i figli a scuola e andare a lavorare. Per questo erano costretti a passare attraverso sentieri alternativi a piedi grazie a mappa e bussola, spesso correndo perché avevano dei tempi da rispettare per arrivare in orario nei punti desiderati». Da qui la decisione, in tempi moderni, di fare di questa necessità quotidiana uno sport.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi in Scandinavia l'orienteering è uno sport nazionale: infatti ogni anno qui vengono organizzate cinque giornate di competizioni in cui partecipano più di 30mila persone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


In Italia invece è arrivato negli anni 50 e ha avuto maggiore sviluppo al Nord, probabilmente perché nel settentrione d’Italia sono presenti più boschi e parchi, che si prestano bene all’orienteering. «In Puglia la zona ideale per l’orientamento è il Gargano, in particolare la Foresta Umbra, dove vengono organizzate competizioni a livello nazionale e internazionale – dice il presidente -. Ma per motivi di valorizzazione del territorio da alcuni anni si tende ad organizzare gare regionali anche nei centri storici delle città e delle province. Infatti ce ne sono state parecchie di questo tipo a Bari vecchia, Valenzano, Capurso, Altamura e Ginosa, solo per citarne alcune».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma non solo. Per far conoscere l’orientamento spesso vengono organizzate prove gratuite anche nei centri commerciali e nelle scuole. «Mentre i bambini, sempre attivi ed entusiasti, corrono molto, ovviamente i più grandi e anche gli anziani preferiscono camminare e prendersela con calma, ma sanno essere ugualmente competitivi. Del resto parliamo di uno sport adatto alle famiglie e a tutte le età, dai quattro ai novant’anni», afferma sempre Laricchia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È una disciplina adatta agli studenti anche perché permette di imparare concetti geografici. «Prima della pratica, nelle classi spieghiamo la topografia e la riduzione in scala delle mappe, nonché i segni convenzionali che compongono una legenda –chiarisce Luigi-. Inoltre i ragazzi, man mano che “giocano” vengono educati anche all’ambiente che li circonda, in modo da comprenderlo e rispettarlo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'orienteering tuttavia non è ancora molto diffuso in Puglia: si parla di 400 iscritti tra le varie società. Un vero peccato visti i vantaggi che offre: dà la possibilità di essere a contatto con la natura, viaggiare e osservare posti fino a quel momento sconosciuti. In più è uno sport che sviluppa notevolmente i muscoli delle gambe, poiché alterna momenti di corsa prolungata a stop e scatti fulminei e che prevede anche equilibrio e destrezza, perché se si corre nei boschi può capitare di dover superare fossati o fiumiciattoli, evitare rami o anche stare in equilibrio su dei tronchi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«L'orientamento è bello anche perchè fa utilizzare al meglio anche un altro muscolo: il cervello - conclude il presidente -. Coloro che praticano l’orienteering si distinguono perché riescono a trovare le strade giuste anche senza l'ausilio di strumenti elettronici sofisticati e questo in un mondo in cui ormai non ci si muove senza navigatore satellitare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video il trailer di "Orienteering", documentario norvegese del 2012:



 


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