di Gabriella Quercia e Mina Barcone

I giovani? Sempre più calvi: «Colpa di stress, smog e cattiva alimentazione»
BARI – Basta guardarsi intorno. Sono sempre più i giovani che arrivati ai trent’anni di età (ma anche meno), cominciano a perdere i capelli, per poi ritrovarsi magari a 40 anni completamente pelati. Per fortuna (ma forse proprio per questo motivo), negli ultimi decenni “calvo” non fa più rima con brutto: lo dimostrano Bruce Willis, Michael Jordan Vin Diesel, Claudio Bisio o Maurizio Crozza. Tutti personaggi famosi che tra avere pochi capelli o pensare al “riporto” (o magari a un trapianto), hanno deciso di mostrarsi orgogliosamente con la testa “nuda”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Però il dato rimane: la calvizie non è più un fenomeno associato solo all’età e a fattori genetici. Si “spela” prima: i capelli si assottigliano, la cute si dirada e la stempiatura prende il sopravvento. E ci sono dei motivi: lo stress, la vita frenetica, lo smog, la cattiva alimentazione. Tutti fattori che fino a qualche decennio fa non erano contemplati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Negli anni 50 o 60 – ci spiega la tricologa Patrizia Napoleoni – l’unica causa “esterna” che portava alla caduta dei capelli era quella legata al fatto che non si indossavano caschi o cappelli protettivi durante il lavoro. Il cuoio capelluto (che è come una spugna) assorbiva così tutte le polveri in circolazione: i pori rimanevano ostruiti e i capelli, indebolendosi, cadevano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma oggi c’è molta più attenzione alla protezione sul posto di lavoro e poi sono sempre di meno i giovani che si occupano di lavori manuali, eppure, la calvizie è sicuramente aumentata, proprio tra gli under 40.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ci sono dei motivi – continua la tricologa -. Studi recenti hanno dimostrato come spesso soggetti stressati, ansiosi perdono i capelli. Ancora non si è ben appurato come questi fattori si colleghino tra di loro, tuttavia una condizione prolungata di stress attiva la produzione di alcuni ormoni che a lungo andare danneggiano il bulbo pilifero provocando caduta e inibizione della crescita del capello».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E considerando che l’ansia è un po’ il “male psicologico” del nuovo millennio (chi è che non si definisce ansioso?), si capisce bene come la caduta dei capelli possa assumere le sembianze di “fenomeno di massa”. Ma non è tutto. Viviamo in una società sempre più inquinata e sembra che anche lo smog non aiuti a mantenere capelli sani. «Lo smog ovatta e ostruisce i bulbi piliferi – afferma la Napoleoni – si posa sul cuoio capelluto impedendo una corretta ossigenazione della superficie della testa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Non va sottovalutato l’aspetto dell’alimentazione. «In casi di trattamenti dimagranti, specie quelli “fai da te” – espone la tricologa – spesso ci si priva di un qualche alimento che invece può essere utile per il nostro corpo. Quante volte si pensa di eliminare carboidrati, carne e così via? Sbagliato, bisogna mangiare un po’ di tutto, senza eliminare nulla di sana pianta. Il vostro corpo e la vostra capigliatura ringrazieranno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Infine, secondo l’esperta, anche le droghe leggere come i cannabinoidi, sono nemici dei “bei capelli”. «La cannabis è un potente vasodilatore: dilata i pori – dice la Napoleoni -. In tal modo i capelli, avendo più spazio, non restano più “aggrappati” al cuoio e cadono. Oltre al fatto che i nuovi capelli saranno sempre più deboli dei precedenti e quindi più delicati. Anche in questo caso comunque il cuoio capelluto, ostruendosi, non respira a sufficienza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma se l’origine della calvizie fosse ereditaria? La tricologa è sicura: «In quel caso entro i 23 anni si sarebbe già calvi». Quindi se i capelli si cominciano a perdere in età più avanzata, non si potrà dare la colpa al proprio padre o al nonno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Detto questo, c’è una possibilità di salvare la propria chioma? «L’alopecia è impossibile da curare – risponde l’esperta -. Si possono solo allungare i tempi (magari usando dei prodotti ad hoc), ma ad oggi non esistono trattamenti in grado di arrestarla del tutto. E non fatevi ingannare dalla soluzione del trapianto: anche in questo caso l’effetto non è permanente. Di solito vengono impiantati circa duemila capelli, la metà dei quali però cade irrimediabilmente per motivi fisiologici. E i mille capelli restanti sono comunque pochissimi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non resta quindi che arrendersi e cedere all’inesorabile e invincibile calvizie. «A meno che – conclude la Napoleoni  – non siate nati nella piccola città sarda di Carloforte. È un paesino di poco più di 6mila abitanti, abitata da uomini con lunghi e meravigliosi capelli corvini. Li portano tutti con lo stesso taglio, all’altezza delle spalle. Non so spiegare il perché di questo fenomeno. So solo che in questo paese, un tricologo come me, farebbe la fame».


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Gabriella Quercia
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