di Mina Barcone e Gabriella Quercia

Bari, viaggio nelle scuole occupate. Gli studenti: «Andremo fino in fondo»
BARI – Le agitazioni studentesche sono partite in sordina il primo dicembre. Sembrava il solito rituale che precede le vacanze natalizie: la partecipazione a una manifestazione, qualche ora di autogestione. E invece questa volta gli studenti hanno deciso di fare sul serio occupando davvero le scuole. Un fenomeno che si è esteso a macchia d’olio in tutta Italia e che a Bari e provincia attualmente coinvolge ben 20 istituti superiori. I ragazzi protestano contro la nuova riforma pensata dal governo Renzi (“La buona scuola”), che secondo loro ridurebbe la scuola “a mera serva delle imprese”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insegnanti lasciati fuori dai cancelli, lezioni ferme da giorni, portoni serrati da barricate di banchi e lavagne, presìdi e aule occupate giorno e notte. Scene che non si vedevano da decenni. Siamo andati a incontrarli per vedere l'occupazione dal di dentro, con gli occhi dei protagonisti (vedi foto galleria).

Istituto Nautico "Caracciolo" - «Questa è la seconda fase dell'occupazione. È iniziata la sera di lunedì 8 dicembre alle 23». A parlare è Jonatan. Lui non è uno dei rappresentanti degli studenti legittimamente eletti, ma è stato designato portavoce dallo "zoccolo duro" del gruppo di protesta dell’istituto nautico Caracciolo di Japigia, alla periferia sud di Bari. I rappresentanti avevano guidato l'occupazione da mercoledì fino a sabato scorso, ma poi si erano dissociati. Ma chi è rimasto è determinato a continuare almeno fino a venerdì 12, giorno dello sciopero generale. «Vogliamo farci sentire, qui la stampa non è venuta. Vogliamo mostrare che a differenza di altri istituti, come il Lenoci e la nostra stessa sede centrale dell'Euclide, qui non ci sono stati atti di vandalismo», sottolinea Jonatan.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per entrare passiamo dal retro guidati da tre ragazze e ci introduciamo da una finestra, sorvegliata giorno e notte dagli occupanti per evitare l'intrusione di estranei. Effettivamente i laboratori sono rimasti chiusi e nessuna attrezzatura didattica è stata toccata. L'aula della presidenza, la sala conferenze, l'aula docenti e tutti i documenti sensibili sono al sicuro. I bagni sono tenuti puliti e la spazzatura raccolta in appositi sacchi. «Usiamo le macchinette della Somed per il cibo e ci siamo prendendo cura anche delle piante, le innaffiamo ogni giorno», ci raccontano mostrandoci l'ordine e la pulizia degli interni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eppure su WhatsApp circola un video che mostra un giovane in moto che scorazza nel corridoio del primo piano dell'Istituto. «Sì - dice una ragazza - è accaduto sabato scorso durante la prima fase di occupazione. Ma noi non c'entriamo nulla. Ora è tutto sotto controllo e nessun estraneo entra nella scuola». Del resto su una lavagna c’è scritto: “Questa volta si fa sul serio!”. C’è da credergli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Istituto tecnico “Romanazzi” - L’occupazione all’ Istituto tecnico economico e liceo linguistico Romanazzi di Bari (in via Re David), è iniziata lo scorso 3 dicembre. Gli studenti si sono barricati all’interno della propria scuola e hanno trascorso la notte su tappetini e materassini utilizzati normalmente per le lezioni di educazione fisica. Da allora sono passati sette giorni e la protesta sta continuando.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ci occupiamo noi delle pulizie, facciamo a turno - spiega Martina – e a dirla tutta è più pulito in questi giorni che in quelli di normale lezione. Molti insegnanti sono dalla nostra parte- continua la ragazza-. Certo, avrebbero preferito una protesta più “pacifica” , ci hanno consigliato di fare autogestione anziché occupare, ma hanno dimostrato comunque tutto il loro appoggio e venerdì protesteranno anche loro al nostro fianco».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma come passano il tempo questi studenti? Semplice: fanno cultura. Hanno allestito nelle aule laboratori di teatro, di musica, di danza e organizzano assemblee e dibattiti. «In questi giorni ho conosciuto persone che nemmeno sapevo frequentassero questa scuola - racconta Federica–. Fino alla settimana scorsa eravamo dei perfetti estranei, ora siamo come una famiglia: c’è chi si preoccupa di andare a prendere da mangiare, chi insegna a cantare, chi aiuta a preparare le interrogazioni dei prossimi giorni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il problema dei prossimi giorni però potrebbe essere il freddo: da lunedì infatti l’impianto di riscaldamento è stato spento e i ragazzi si stanno organizzando come possono. «Dovremo chiedere ai nostri genitori di portarci delle borse dell’acqua calda o delle stufette –dice Nico - ma di certo, resisteremo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Istituto Tecnico “Pitagora” – Anche il Pitagora di corso Cavour a Bari è stato occupato. «Siamo circa 80 studenti ad aver occupato la scuola martedì mattina alle 7- ci spiega un ragazzo di 18 anni-. Non è male visto che siamo in tutto 200 studenti. I professori avevano detto ai bidelli di non farci entrare, ma noi abbiamo usato una seconda entrata e da lì ci siamo barricati nell’edificio. Ora ci sono cattedre, sedie e banchi alle porte per bloccare chi vuole intrufolarsi abusivamente. È come un bunker. Non abbiamo però un posto dove dormire tutti insieme - continua l’alunno- la nostra palestra è infatti inagibile. Quindi facciamo i turni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Al momento gli studenti si sono stanziati al primo piano dell’edificio, nell’aula che si affaccia sull’ingresso dell’edificio e che sul balcone porta affisso uno striscione con l’orgogliosa scritta: “Ci siamo anche noi. Pitagora Occupato”. Ma per farlo hanno dovuto fronteggiare la polizia e l’inaspettato abbandono dei rappresentanti d’istituto. «Gli agenti non ci hanno fatto nulla - prosegue lo studente – anzi, hanno capito le nostre motivazioni. Sono i nostri rappresentanti che ci hanno voltato le spalle: ma noi andremo fino in fondo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Liceo Scientifico “Scacchi” - La maestosa impalcatura colorata da graffiti rende l’ingresso della scuola quasi invisibile. Dietro la massiccia inferriata della porta di legno scorgiamo delle teste che si affacciano e dietro di loro il programma con gli orari di entrata e uscita decisi dagli occupanti. Su un balcone campeggia uno striscione con su scritto: “Una mattina mi sono svegliato, Scacchi occupato”. «Abbiamo occupato l’istituto martedì mattina, in contemporanea con il Fermi, il Bianchi Dottula e l’adiacente istituto Pitagora. Dentro siamo quasi 400, su un totale di 1400 studenti», afferma Sara, 19 anni, rappresentante dello Scacchi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche qui i ragazzi sembrano ben preparati. Gli studenti dividono il proprio tempo tra organizzazione di dibattiti e assemblee e laboratori di musica, teatro e gruppi di studio. «Siamo organizzati in tutto- prosegue nel suo racconto Sara- dalle pulizie degli spazi occupati, alle ronde. Ci sono dieci studenti per piano che controllano chi entra. E per la notte ci siamo attrezzati: usiamo i materassi della palestra o i sacchi a pelo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma oggi il preside della scuola, Giovanni Magistrale, ha pubblicato sul sito della scuola una lettera aperta a tutti gli studenti e alle famiglie. Queste sono le sue parole: “L’occupazione di una scuola è un atto illegale, perché configura il reato di interruzione di pubblico servizio. Per tale ragione, è dovere del Dirigente denunciare alla polizia l’accaduto, come è stato fatto…Occorre che finalmente sorga da tutti noi una reazione decisa contro questo sequestro della scuola”. E annuncia ritorsioni: “A questo punto non credo che vi saranno consigli di classe disposti ad autorizzare viaggi di istruzione”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Basterà la minaccia di non far andare i ragazzi in gita a fermare gli studenti? Non crediamo proprio. Per loro l’avventura più grande è quella che stanno vivendo in questi giorni, tra libertà, condivisione, partecipazione e trasgressioni: tutto per manifestare la voglia di diventare protagonisti, della propria storia.


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