di Mina Barcone

Il ''personal shopper'', la guida agli acquisti: «Ma al Sud non esistiamo»
Guidare persone facoltose nell’acquisto dei loro abiti. E’ quello che fa il “personal shopper”, una figura nata negli Stati Uniti alla fine degli anni Ottanta e che a distanza di vent'anni è sbarcata anche in Italia o meglio nelle città “più alla moda d'Italia”, come Milano, Roma o Torino. Perché se vi trovate al Sud e vi dovesse capitare di non avere la più pallida idea di cosa indossare per un evento importante, non vi rimarrà che fare da soli, perché dalla Capitale in giù di personal shopper non vi è traccia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Tra i nostri associati non ci sono personal shopper meridionali», afferma Monica Sirani (nella foto) giovane personal shopper milanese che nel novembre del 2012 ha fondato l’Aips (Associazione italiana personal shopper). «Magari c'è chi si improvvisa – continua - cercando di svolgere in qualche modo questa attività attraverso internet e documentandosi qua e là, ma non si tratta della stessa cosa. Ed è un vero peccato perchè al Sud ci sono realtà produttive nel campo della moda di tutto rispetto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché sembra che si studi per diventare personal shopper. «Si puo' cominciare frequentando scuole e accademie di moda - sottolinea Monica - e poi ci sono tantissimi master e corsi di specializzazione non solo all'estero ma anche in Italia. E' ovviamente necessario anche avere le giuste conoscenze di marketing e comunicazione in quanto è fondamentale sapersi approcciare al cliente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma chi sono i loro clienti? «Professionisti che hanno bisogno di avere un look particolarmente curato – risponde la Sirani - ma anche donne normali che desiderano rivoluzionare il proprio aspetto e poi turisti, attratti anche dalla possibilità di acquistare capi unici al mondo. L'Italia ha una grande tradizione nel campo della moda per questo molti turisti ci contattano addirittura anche mesi prima per assicurarsi i nostri servizi. E non pensate che i nostri clienti siano solo donne, abbiamo moltissime richieste dal sesso maschile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Servizi che si pagano molto bene. «Ovviamente i prezzi variano in base a una serie di fattori – dice Monica -. Una personal shopper che lavora nell'area di Milano con un target alto di clienti può arrivare a chiedere anche 150 euro all'ora, ma di solito ci si ferma ai 20-50 euro all’ora. Dipende sempre dalle richieste dei clienti. Possono chiederci una semplice giornata di shopping – spiega – un’analisi del guardaroba con conseguente riorganizzazione (capita soprattutto durante i cambi di stagione) oppure un “outfit”, un look completo per un evento particolare a cui devono prendere parte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I clienti si mettono in contatto con il personal shopper che analizza il loro aspetto, valuta le loro richieste e stila un preventivo di spesa.  E una volta concordato il budget a disposizione si parte con lo shopping vero e proprio per negozi «Ovviamente non esistono convenzioni o accordi speciali con determinati negozi o case di moda – afferma Monica - bisogna poter scegliere in totale libertà e secondo il proprio gusto. Anche perché spesso ci viene chiesto di non spendere troppi soldi e la nostra bravura sta proprio nel riuscire a trovare i posti giusti, outlet magari, dove è possibile risparmiare senza pero’ sacrificare la qualità».


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