di Publiredazionale

La storia di "Amadolio": «Tutto nasce dal Covid e da un viaggio mancato a Cuba»
Pensateci: un anno e mezzo fa, prima che cominciasse la pandemia, avreste mai pensato di trovarvi a fare quello che fate oggi? Probabilmente no.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un’esperienza di tale portata, come il covid, ha radicalmente cambiato le nostre vite, lasciandoci intraprendere sentieri che non avremmo mai immaginato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C’è stato un momento in cui tutti noi abbiamo pensato di impazzire chiusi nelle nostre case. Ed è stato in questo istante che abbiamo dovuto ripensare le nostre abitudini, passioni, hobby.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Comincia proprio qui la storia di Amedeo Sollazzo, socio di una web agency barese, la Netboom e grande appassionato di viaggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Viaggiare è sempre stata una mia esigenza - ci spiega Amedeo-, per essere felice dovevo prenotare un nuovo volo. Solo l’idea di partire mi faceva sentire meglio, mi dava l’impressione di poter staccare la spina».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Se già il DPCM del 9 marzo (che sanciva l’inizio del primo lockdown) è stato un duro colpo da affrontare per tutti, lo è stato ancora di più per coloro che facevano del viaggio non solo una passione, ma una vera e propria necessità. Conoscere luoghi incontaminati, realtà totalmente diverse dalla nostra, parlare con la gente del posto, vedere le cose da un’altra prospettiva. Viaggiare significava tutto questo per Amedeo, che non si era mai fermato: dall’Isola di Pasqua, alle Ande del Chile, dall’Indonesia al Madagascar aveva “varcato le colonne d’Ercole”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sarei dovuto partire a Cuba il giorno dopo che fu decretato il lockdown – confida l’uomo-. Rimanere in casa tutto quel tempo senza poter nemmeno sognare una nuova meta è stata una vera sofferenza. Dovevo trovare una nuova passione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E così, l’dea. Perché non cercare qualcosa a pochi passi da casa, ma totalmente diversa da ciò che la routine lo portava a fare? Cosa c’è di più distante possibile dal mondo dell’informatica? Un ambito nel quale non ha nessuna esperienza, lontano dagli stress quotidiani: la terra, il lavoro nei campi, gli ulivi pugliesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Decide allora di prendere un ettaro di terreno a Polignano, pensando alle potenzialità che la terra può avere. Ad attirarlo, ancor più dei numerosi alberi da frutto, sono tre vecchi trulli che immagina di portare a nuova vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma durante i lavori di ristrutturazione dei trulli scatta una scintilla. I colori, i profumi della terra lo riportano a quella sensazione di benessere che solo il viaggio gli procurava.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Volevo capirne di più -racconta Amedeo-: osservavo i contadini nei campi vicini, vedevo la fatica fisica, una dedizione e costanza totalmente diverse dallo stress che noi proviamo nel quotidiano. E così Peppino, che mi insegnava a lavorare la terra, mi suggerì di ricavare l’olio dai miei alberi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un nuovo “hobby”, nato quasi per caso, gli sta portando dei risultati tangibili. Vedere l’olio dei suoi ulivi prodotto e imbottigliato con tanto di etichetta è un’emozione che non aveva proprio messo in conto all’inizio di questa avventura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma l’estro creativo di Amedeo e la sua familiarità con il mondo del marketing si fanno subito sentire. Così, scherzosamente, decide di dare un nome al suo prodotto, “Amadolio, un olio santo ed extravergine”, perché nutrito solamente dal sole e dall’acqua senza alcun fertilizzante. E addirittura inventa un pomposo nome per il brand che lo produce, “Tenuta Sollazzo”, dedicandone anche delle pagine sui social. Il tutto fatto più per divertimento personale che per un reale desiderio di vendere l’olio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ho cominciato a regalare l’olio ai miei amici- ci dice -, ma proprio con loro si è mossa una macchina che non immaginavo. Hanno iniziato a fare video per sponsorizzare il mio prodotto, addirittura con il contributo di attori locali. Dalla stretta cerchia di miei conoscenti si è diffusa la voce e ora c’è gente che mi chiede di poterlo acquistare…pur non essendo in vendita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non è solo questa simpatica trovata ad aver dato entusiasmo ad Amedeo, ma il pensiero stesso di potersi dedicare alla natura, di aver scoperto finalmente cosa potesse offrirgli la sua terra. Nuovi obiettivi, nuove esigenze e tanti progetti adesso fanno capolino nella sua vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La sua soddisfazione maggiore è questa: aver trovato in un momento critico una spinta per andare avanti, scoprendo un angolo di pace a pochi passi da casa. Non sa come concilierà questa nuova passione con i viaggi, quando potrà tornare a farli. Ma di una cosa è certo, non vuole più rinunciare alla gioia di dedicarsi anche a questo mondo semplice a contatto con la natura.


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