di Vincenzo Drago

Sondaggi elettorali, l'esperto: «Occhio alle profezie che si auto-avverano»
BARI - Mai come in campagna elettorale tv e giornali cominciano a “dare i numeri”. Sì, i numeri dei sondaggi, che si succedono a ritmo incessante e tentano di proclamare in anticipo l’elezione del prossimo presidente del Consiglio. Ma quanto sono affidabili? Falliranno clamorosamente come nel 2006 quando Prodi veniva dato per sicuro vincente su Berlusconi e si ritrovò invece un pugno di mosche in mano? Lo abbiamo chiesto a Daniele Petrosino, docente di metodi e tecniche della ricerca sociale all'Università di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come al solito in vista delle urne impazzano i sondaggi elettorali, ma i dati registrati sono molto diversi a seconda di chi li raccoglie. È solo una questione di metodi di ricerca, oppure talvolta prevale l'interesse di chi li commissiona?

La differenza nei risultati può dipendere da molti fattori, come il metodo di campionamento e la tecnica di rilevazione. Se il sondaggio è fatto da un istituto di ricerca non può prevalere l’interesse di chi lo commissiona, perché ne va della reputazione dell’istituto stesso (ed anche chi commissiona i sondaggi vuole avere massima affidabilità). Altro discorso è costituito dai sondaggi condotti in modo improprio e da soggetti legati a coloro che sono in competizione: in questo caso i dati possono essere usati come strumento di propaganda, generando quell’effetto che chiamiamo "profezia che si auto-avvera".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I campioni utilizzati per le indagini sono sufficientemente rappresentativi? Alle politiche voteranno milioni di persone, quanto è probabile che qualche migliaio di interviste possa rispecchiare l'esito del voto imminente?

Di solito è il 1024 il numero chiave di elettori per considerare un campione rappresentativo, l’importante è che si seguano procedure corrette sia nell’estrazione casuale del campione, sia nella costruzione delle liste. Ad esempio se faccio i sondaggi per telefono ed utilizzo gli elenchi dei telefoni fissi per scegliere il campione, automaticamente escludo coloro che non hanno un apparecchio fisso (ad esempio molti giovani o persone a basso reddito) o che non sono presenti sugli elenchi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


È possibile che l'elettore interpellato, magari in soggezione rispetto all'intervistatore, dichiari intenzioni di voto diverse da quelle che realmente ha?

Più che di soggezione nei confronti dell’intervistatore è necessario capire che vi è sempre una grande differenza tra ciò che si dichiara, anche in buona fede, e ciò che poi si farà. Nel frattempo infatti cambiano la situazioni, cambiamo noi stessi e la nostra percezione degli eventi, e poi c’è anche chi si vergona di dire che voterà per un certo partito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Berlusconi promette di restituire l'Imu, Grillo dà le coordinate per bombardare il Parlamento. Quanto influenzano i dati affermazioni forti come queste? Quali sono gli altri fattori in grado di cambiare le cifre in gioco?

Certamente la presenza gridata può spostare qualche punto percentuale, soprattutto in una situazione in cui si è persa l’abitudine ad una discussione serena sul merito delle questioni. La sovraesposizione può, però, giocare anche a sfavore generando un senso di rigetto, nel qual caso temo aumenteranno le astensioni dal voto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I risultati dei sondaggi possono influenzare a loro volta il voto, perlomeno quello degli indecisi?

Direi di sì, è quella che prima definivo "profezia che si auto-avvera": tanto affermi che stai per avere successo, tanto induci gli indecisi a schierarsi con chi sembra essere destinato alla vittoria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ai mezzi di comunicazione di massa è vietato diffondere sondaggi nei 15 giorni che precedono le elezioni, ma la restrizione non vale per gli smartphone, per giunta collegati al web. Ha ancora senso questa norma?

Sì ha senso. E a mio parere, per quanto ci siamo detti, bisognerebbe estendere ancor di più il periodo di “stop ai sondaggi”. 


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