di Antonio Bizzarro

Alla scoperta della malmignatta, la piccola "vedova nera" che abita i muretti a secco
BARI La notizia è di domenica scorsa. Un 60enne di Margherita di Savoia è stato morso alla gamba da un ragno: portato in ospedale in preda a dolori e convulsioni, è stato salvato grazie a siero antiveleno arrivato direttamente da un centro specializzato di Pavia. La storia ha creato un certo allarmismo: in pochi sapevano che in Puglia ci fossero aracnidi pericolosi e in pochi erano a conoscenza che qui si nascondessero delle “vedove nere”.

Perché il ragno che ha addentato il malcapitato della provincia foggiana era una malmignatta, animale appartenente alla famiglia Theridiidae e al genere Latrodectus, proprio quella di cui fanno parte le famose “vedove”, il cui nome rimanda a racconti di paura e di morte.

In realtà la malmignatta è solo una lontana parente della ben più temuta specie americana, anche se evidentemente la sua “puntura” non è così innocua ed è comunque più dannosa rispetto a quella di altri tipi di aracnidi quali il “ragno violino”, il cui morso comporta più che altro reazioni cutanee.

Per conoscere qualcosa in più su questo artropode e per fare chiarezza sul reale pericolo che rappresenta, abbiamo parlato con Roberto Carlucci, ecologo del Dipartimento di Biologia dell'Università di Bari.

Che cos'è la malmignatta?

Si tratta di un ragno non più grande di 15 millimetri diffuso in diverse aree del Mediterraneo: popola habitat a pietraia assolati e muretti a secco ed è conosciuto con il nome scientifico di Latrodectus tredecimguttatus. Appellativo che fa riferimento alle sue 13 macchie rosse presenti sul corpo. Viene chiamata anche “vedova nera mediterranea”, per via delle abitudini comportamentali simili e alla “parentela” con il temuto aracnide americano.

Ci sono però differenze enormi tra le due specie…

Entrambi mangiano il maschio dopo essere state fecondate rimanendo così “vedove”, ma pur essendo “cugine” sono estremamente diverse tra di loro. Quella americana, oltre ad essere circa quattro volte più grande, è ben più pericolosa: il suo veleno in assenza di antidoto può risultare realmente letale per il malcapitato.


La malmignatta invece non uccide?

Solo in casi molto particolari. Intanto se il morso avviene in un posto circoscritto e poco irrorato dal sangue, si localizza e non circola in altre aree del corpo. Se invece vengono colpite parti sensibili, allora si possono presentare delle complicazioni, anche se c’è sempre il tempo per intervenire, come accaduto per il signore di Margherita di Savoia. Magari qualche rischio in più ci può essere per i bambini con basso peso corporeo e gli anziani debilitati che potrebbero avere un deficit respiratorio.

Un pericolo, seppur minimo, però esiste…

Sì il ragno è comunque velenoso, ma di certo non attacca l’uomo ed è comunque molto schivo. Se si fa in modo di non infilare la mano nel buco di una pietra, la possibilità che si venga morsi equivale a quella di vincere alla lotteria.

Quando si viene morsi cosa accade?

C’è un arrossamento visibile della zona della “puntura”, a cui seguono effetti neurotossici che portano a contrazioni della muscolatura volontaria. Oltre al tremore e alle convulsioni (associate a senso di nausea e vertigini), si può riscontrare anche un effetto sul cuore che, in caso di avvelenamento, potrebbe incorrere in aritmie cardiache.

Quanto è diffuso l’aracnide?

È distribuito in tutta Italia, ma nessuno sa in quanti esemplari. Studi che riescano a stimare la numerosità di queste specie semplicemente non esistono. Si tenga presente che una femmina è capace di produrre centinaia di “piccoli”, che però poi devono affrontare la continua predazione da parte di altri animali quali gli uccelli. 

Ma è vero che da questo ragno deriva la leggenda popolare del tarantismo?

Molti sostengono che alle radici del leggendario fenomeno del “tarantismo” (sorta di isteria curata attraverso un “esorcismo musicale”) non ci sia la tarantola, il cui morso è abbastanza innocuo, ma proprio la malmignatta. Chiaramente si parla di folklore: anche se certo, in casi estremi e in mancanza di cure, la “puntura” di questo ragno può portare a convulsioni, febbre e infine deliri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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Crazy.time2017


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