di Federica Calabrese

Santa Maria del Carmine: alla scoperta della chiesa più sfarzosa di Bari Vecchia
BARI – Anni fa tracciammo un percorso tra le vie di Bari Vecchia per scoprire le numerose e antiche chiesette che punteggiano il centro storico. Ne individuammo 24 (oltre alle celebri Basilica di San Nicola e Cattedrale di San Sabino): edifici purtroppo spesso chiusi al pubblico e aperti solo per la messa domenicale o durante eventi prestabiliti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per questo abbiamo deciso di ritornare nella città millenaria per visitare questi gioielli, così da fornire una compiuta testimonianza delle loro storie e dei tesori celati agli occhi di tanti baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi è la volta di Santa Maria del Carmine, anche chiamata con il nome storico "del Monte Carmelo", luogo di culto eretto nei primi decenni del 600 in seguito all'ampliamento e al rifacimento della precedente San Rocco, a sua volta costruita su un'antica chiesa bizantina del 1105.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un tempio “che non ti aspetti”. Si presenta infatti con una facciata scarna e lineare, salvo poi svelare al suo interno un tripudio di decorazioni barocche, dipinti settecenteschi, colori sfavillanti e altari marmorei. È di certo, tra tutti gli edifici religiosi di Bari, quello più ricco e sfarzoso: solo San Domenico può competere con tale sontuosità. (Vedi foto galleria)

Per raggiungere Santa Maria del Carmine costeggiamo a sinistra la Cattedrale per poi imboccare la stretta ma frequentatissima strada del Carmine che, percorsa per circa centro metri, ci conduce davanti alla nostra meta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come detto l’aspetto esterno è molto sobrio, frutto di radicali restauri avvenuti tra il XVIII e il XIX secolo che ne hanno modificato la precedente struttura seicentesca. La facciata bianca e rettangolare, con un piccolo timpano terminale, è composta da tanti mattoncini bianchi irregolari aggettanti e sormontata da un finestrone centrale inquadrato da altre due aperture tompagnate. Il portale in legno, decorato con motivi geometrici, è racchiuso in una cornice sovrastata dallo stemma stellato dell'ordine dei carmelitani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma una volta entrati la semplicità delle linee esterne lascia il posto a uno scenario mozzafiato, fatto di ornamenti che colmano qualsiasi angolo della struttura. La navata unica è coperta da un soffitto dallo sfondo azzurro completamente tappezzato di pitture, divise l'una dall'altra da cornici floreali color oro. Volta da cui viene giù un maestoso lampadario in cristallo che illumina il vasto ambiente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Robusti pilastri con capitelli ed arconi a tutto sesto, su cui corre una larga trabeazione, determinano poi gli spazi per gli altari laterali. Mentre le pareti conservano una decorazione con foglie e piante rampicanti dorate che cingono vasi bianchi o angioletti di gesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sopra il portone la nostra attenzione è catturata da un grande organo dalle canne argentate, visibile su un piano superiore, delimitato da ringhiere con ben tre ordini di decorazioni differenti. Il frontone chiude il tutto ed è a sua volta sormontato da putti alati che sorreggono lo stemma incoronato dei carmelitani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Passeggiamo sul pavimento in marmo, in alcuni punti interrotto da vetrate che permettono di porre lo sguardo sui resti della chiesa bizantina che sorgeva un tempo in questo punto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Osserviamo poi l'altare, un elemento alquanto particolare, introdotto da una mensa in bronzo con due cervi che rivolgono lo sguardo ad un calice dorato. Si tratta di un'imponente struttura marmorea del XIX secolo a più livelli, con il più alto abbellito da sei grossi candelabri bronzei ed un crocifisso scuro dello stesso materiale. Un’icona centrale della Madonna col Bambino, illuminata da un altro candelabro a sette bracci, è circondata sui lati da icone di santi all'interno di medaglioni. Infine una splendida volta a cassettoni dai toni cobalto e color oro, ed un'arcata bianca marmorea, incorniciano tutto il presbiterio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ogni nicchia presente sulle pareti laterali contiene poi elementi decorativi. C’è l’altare marmoreo di sinistra, dove è conservata la settecentesca tela della Deposizione, attribuita al pittore Andrea Miglionico. E poi quello “privilegiato” di destra, sormontato da un suggestivo dipinto del XVIII secolo con la rappresentazione della Morte di San Giuseppe. L’ara è dedicata a Suor Elia di San Clemente, carmelitana scalza, le cui reliquie son conservate in un particolare piccolo ossario metallico trasparente decorato con dei raggi dorati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È l’ultima meraviglia di questo gioiello tardobarocco che, come uno scrigno segreto, si nasconde tra le vie della città vecchia di Bari.   

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Federica Calabrese
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  • Vittorio Cesana - Articolo interessante e molto ben descritto. Complimenti e attendo altre "visite" ...
  • Emanuele Zambetta - L'interno è un vero tesoro mozzafiato! Altra perla barivecchiana. Capolavoro!


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