di Eva Signorile

I gatti, guardiani delle tombe del cimitero di Bari: la storia di Nella e del suo custode
BARI – Può capitare alle volte di spingersi fino all’area monumentale del cimitero di Bari, quella più antica e più cupa, ma forse proprio per questo terribilmente attraente. Succede anche di attardarsi tra le pietre grigie e tra gli angeli addolorati e sbrecciati dal tempo, nei pressi di tombe di perfetti sconosciuti a cui nessuno ormai porta più fiori. Può accadere, mentre si è immersi nella contemplazione di qualche lapide particolarmente elaborata, di sentirsi osservati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si scaccia il sospetto provando a convincersi che la suggestione è un gran brutto male in certe circostanze, ma niente: l’idea di qualcuno che ci guarda è sempre più una certezza. Fino a quando non li vedi effettivamente: tanti occhi gialli o verdi che ti fissano furtivi tra le pietre. Sono i gatti che si aggirano nel cimitero monumentale ed è chiaro che qui, fra queste lapidi, gli intrusi siamo noi. I felini non fanno nulla per mostrarsi felici delle nostre presenze: si limitano a scrutarci dalle tombe, di cui sembrano essere i guardiani. (Vedi foto galleria)

Sono però stranamente pasciuti: ci chiediamo quindi di che cosa si nutrano. Un brivido ci percorre la schiena, proprio mentre in un attimo, come obbedendo a un richiamo impercettibile agli umani, i gatti si riuniscono improvvisamente tutti nella stessa area. Sembrano aspettare qualcosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quel “qualcosa” è un qualcuno: un uomo dai capelli bianchi che si è improvvisamente materializzato. Non ha con sé mazzi di fiori, solo un paio di sacchetti di plastica ben chiusi. Per lui l’accoglienza dei felini è ben diversa: gli si fanno incontro con le orecchie e la coda ben dritta, qualcuno saltella quasi festoso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il signore si chiama Domenico, ha 78 anni e viene al cimitero ogni giorno alla stessa ora, portando ai gatti gli avanzi di cibo che la figlia prepara quotidianamente, impacchettandoli con cura. «Perché altrimenti chi si prenderebbe cura di loro?», ci dice mentre versa il contenuto di una busta davanti agli animali. Domenico ci racconta che lui qui viene in realtà a trovare l’amata moglie Nella, che riposa da ormai due anni. Ma in tutti questi mesi si è pian piano affezionato alla presenza dei tanti felini che circolano intorno alle lapidi, anche perché gli ricordano Nella, che i gatti li amava tanto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«In tutto sono quindici», afferma. Li contiamo ma gli facciamo notare che in realtà ne mancherebbe ancora un altro. Ma lui scuote la testa e abbozzando un sorriso un po’ misterioso afferma: «No, l’ultimo non è qui, lui mi aspetta da un’altra parte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I felini nel frattempo hanno spazzolato via tutto il cibo e all’uomo non rimane quindi che raccogliere i resti per rinchiuderli nel sacchetto vuoto e poi gettarli in un cestino. A questo punto va via. Noi lo seguiamo. Ci racconta un po’ della sua vita, di quando lavorava, dei suoi figli. Fino a quando si ferma. Siamo in un’altra parte del cimitero: qui, vicino a un cipresso, si trova la tomba di sua moglie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Domenico si avvicina, ripulisce con un panno la lapide e dice: «Mi aspetta ogni giorno». Attenzione, l’uomo non sta mica parlando della sua consorte, ma del quindicesimo felino. «So che è qui – continua - aspetta sempre qualche minuto, poi salta fuori».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ed ecco che un gatto grigio tigrato si affaccia finalmente dietro la tomba della signora Nella: non ha occhi che per Domenico, si capisce da come si guardano. Il rituale già visto prima si ripete: l’uomo versa il cibo, attende che l’animale finisca, poi ripulisce tutto intorno. E il felino nel frattempo rimane lì.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un gruppo di donne si avvicina incuriosito, dicono che stanno lì da un po’ ma che non si erano proprio accorte della presenza dell’animale. Ma alle loro voci il gatto fa un balzo e scompare. Non lo vediamo più. Domenico sorride, poi indica la lapide dell’amata e con parole cariche di certezze afferma: «Non preoccupatevi, quando ce ne andremo lui tornerà in questo punto, a custodire e sorvegliare la tomba di mia moglie».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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