di Eva Signorile

«Smantellato il villaggio neolitico di Palese». Il Soprintendente: «Falso»
BARI – I media ne hanno dato risalto nell’ottobre scorso. A Palese, quartiere a nord del centro di Bari, è stato rinvenuto un villaggio neolitico di eccezionale rilevanza. Dal sito, che si trova tra via Vittorio Veneto nei pressi dell'hotel La Baia e il lungomare palesino, alle spalle del rudere dell’hotel Poseidon (vedi foto galleria), sono emersi otto scheletri risalenti a oltre settemila anni fa. Di questi, uno è stato ritrovato in posizione supina, evento rarissimo e con affianco la statuina di una dea madre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il sito si distingue per dimensioni (7 ettari quelli emersi) e per numero di reperti: pavimenti in lastrine di pietra, fornaci perfettamente conservate e con il carico di vasi ancora in loco, oltre a frammenti di ceramica neolitica, di tipo impressa, a bande rosse, detta "Serra d’Alto", dal nome del luogo in provincia di Matera in cui questa tipologia di ceramica fu rinvenuta per la prima volta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è un problema però. L’area è stato scoperta durante i lavori di scavo per l’avvio della costruzione di alcune villette. Ebbene, esperti del settore (che vogliono però rimanere anonimi) ci hanno contattato per denunciare che «qualcuno sta operando smantellamenti e trafugamenti di materiale dal sito, in modo da impoverirlo e impedire così l’apposizione di un vincolo archeologico sull’area». Un vincolo che non permetterebbe la costruzione delle nuove abitazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Purtroppo l’area è privata e quindi non ci è stato possibile andare a verificare se queste affermazioni corrispondono al vero, così abbiamo incontrato colui che dovrebbe tutelare il sito: il Soprintendente ai Beni archeologici per la Puglia, Luigi La Rocca, che abbiamo raggiunto nel suo ufficio di via Duomo, a Taranto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Corrispondono al vero le segnalazioni che sono arrivate alla nostra redazione?

Smentisco categoricamente. E’ la stessa Soprintendenza che sta regolarmente eseguendo gli scavi archeologici e sta provvedendo alla tutela dei reperti rinvenuti. Non si sta distruggendo nulla perché il materiale viene asportato e portato nelle sedi opportune, dove è ancora oggetto di studio. Di più: in questo sito sono state adottate particolari forme di tutela difficilmente raggiunte in Puglia, grazie all'ingente stanziamento di denaro fatto dallo stesso proprietario del suolo. Ogni reperto viene prelevato, fotografato e portato nelle sedi in cui poi si continua l'indagine, secondo prassi, al fine di studiarli e tutelarli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Quindi i prelievi di cui ci parlano sono operati dalla Soprintendenza e non c'è pericolo di smantellamenti da parte di terzi. Sorvegliate costantemente il sito?

No, la Soprintendenza non può sorvegliare il luogo perché non dobbiamo dimenticare che si tratta comunque di una proprietà privata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è chi vorrebbe che questo villaggio diventasse un parco archeologico.

I fondi che abbiamo a disposizione sono limitati, quindi diventa obbligatorio fare delle scelte. Ci sono siti in Puglia che a mio parere hanno delle priorità rispetto al villaggio neolitico di Palese, penso ad esempio alla cava dei dinosauri ad Altamura. In più il villaggio è composto da reperti facilmente deperibili, che porterebbero a una conseguente difficoltà nella manutenzione del sito. Alla fine non credo che potrà essere destinatario di un progetto di valorizzazione. Di cosa stiamo parlando in fondo? Di una sequenza di pietre…

Ma sono stati rinvenuti pavimentazioni, vasi e ceramiche...

I “pavimenti” sono ciottolati e quanto alle ceramiche, si tratta di frammenti di scarsa rilevanza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi non porrà il vincolo archeologico sul sito, in modo da impedire la costruzione delle villette.

Le indagini sono ancora in corso e non possiamo ancora esprimere un parere definitivo. Si stanno ancora effettuando gli scavi, che verosimilmente termineranno entro Natale, mentre la fase dello studio dei singoli reperti proseguirà oltre. Finché non si porteranno a termine tutte le osservazioni, non sarà possibile pronunciarsi. Bisogna però pensare anche al proprietario. Se voi foste nei suoi panni vi farebbe piacere veder crollare i sogni legati a un ingente investimento?


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Eva Signorile
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  • Francesco - In fondo anche a Stonehenge non c'è che "una sequenza di pietre". Lì non ci sono né vasi, né ceramiche, né statuette della dea madre, né resti umani, né sepolture con corredi funerari. Eppure è Stonehenge.
  • francesco - se il parere scientifico del Soprintendente ai Beni archeologici per la Puglia, Luigi La Rocca e' "Di cosa stiamo parlando in fondo? Di una sequenza di pietre…" ( degno del peggior tombarolo,che spoglia di reperti il sito e poi scappa via,lasciando solo "una sequenza di pietre) allora la puglia sta messa male,anzi malissimo e lo si vede tranquillamente dalla nostra situazione archeologica: in totale stato di abbandono.ancora piu' grave la frase "Bisogna però pensare anche al proprietario. Se voi foste nei suoi panni vi farebbe piacere veder crollare i sogni legati a un ingente investimento?" perche' prima di tutto non sono problemi che deve porsi un soprintendente ai beni archeologici mettersi nei panni di un proprietario.il suo compito e' tutelare un sito a livello di valore storico,qualunque cosa contenga, pietre comprese.


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