di Maria Carmen Cafarella

La festa delle farfalle, dietro il must del divertimento made in Puglia
BRINDISI -  Un party che dura da oltre dieci anni, diventato un must per i giovani di tutta la Puglia. Stiamo parlando del FarFly, la Festa delle Farfalle, che si svolge all’inizio e alla fine dell’estate (sabato scorso c’è stata la seconda serata del 2013 – vedi foto galleria), nella tenuta di Torre Regina Giovanna, nei pressi di Apani, a nord di Brindisi. Un evento che, al ritmo di musica elettronica, è riuscito a raccogliere anche 3.000 persone tutte insieme. Il FarFly ha suscitato l’interesse del regista Alessandro Piva, che ne ha fatto l’oggetto di un documentario di 70 minuti, ancora inedito. Abbiamo parlato con Pino Maiorano, uno degli organizzatori della festa, per capire i motivi del suo successo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Pino, cosa rende speciale questa festa?

Il fatto che avviene solo due volte durante tutta l’estate contribuisce a renderle delle serate uniche ed esclusive. Poi il nostro è un evento che unisce arte e musica, scenografie, ballerini, pittori, tutti assieme in un unico “melting pot” che anima la serata. Inoltre in questo luogo non esistono privè, non si fanno distinzioni, chiunque mette piede al FarFly si trova a condividere musica e divertimento indistintamente con tutti gli altri. Il biglietto d’ingresso, nonostante la durata e la presenza di più dj, non è eccessivamente costoso perché preferiamo far suonare giovani emergenti pugliesi piuttosto che l’artista proveniente dall’estero. Questa festa non è una festa commerciale, è nata con l’intento di far divertire noi stessi che l’abbiamo ideata e organizzata ma con il tempo sta raggiungendo obiettivi incredibili tanto da essere conosciuta, adesso, anche fuori dalla Puglia. Per noi è diventata la dimostrazione che per far qualcosa di bello non servono budget elevati e ospiti rinomati, ma solo tanta passione e dedizione per quello che si fa. Unite a idee, di volta in volta, innovative.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parlaci di Piva, da dove è nato il suo documentario?

Ormai si è instaurata una salda amicizia tra noi e Alessandro Piva. Tutto è cominciato nel 2001 quando lui stesso dopo aver partecipato a qualcuna delle nostre prime feste decise di realizzare “La situazione”, un documentario che raccontava proprio del nostro gruppo di amici intenti a organizzare feste a tema tra trulli e masserie. In occasione del decennale di questo evento, avvenuto lo scorso anno, siamo stati noi a chiedere ad Alessandro di creare un nuovo film che spiegasse l’evoluzione di questi party.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Facciamo un passo indietro: come nasce la Festa delle farfalle?

Eravamo undici amici accomunati dalla passione per la musica e le “solite” feste ormai ci andavano strette: cominciavano ad annoiarci. Così decidemmo di organizzarne una noi. All’inizio a questi eventi non partecipavano più di cento persone, ma non contava il successo in sé, ma il divertimento che si nascondeva nel preparare la serata. Volevamo un tema diverso per ogni party e anche la scenografia doveva essere curata nei minimi dettagli. La nostra è diventata una festa “terapeutica”: ci svestiamo dei nostri panni due volte all’anno per  dare libero sfogo alla creatività.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Voi siete di Bari, perché avete scelto poi come location definitiva Torre Regina Giovanna?

Questo posto è stato scelto per girare il primo film realizzato da Piva, ma poi abbiamo deciso di farne la nostra “sede”: ci piace molto per la caratteristica di racchiudere un po’ di storia della Puglia, dalla piccola torre di avvistamento saracena all’ulivo del 1600. Non nego che l’abbiamo trovato un posto strategico per la sua posizione a metà strada tra Lecce e Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché questo nome?

È il volo dal bozzolo a farfalla che vive libera, nella pura espressione della sua creatività ed emozioni. La metafora è semplice, proprio come la farfalla vive per deporre le sue uova e ha una vita tanto breve quanto intensa, così le nostre feste sono eventi così tanto attesi e ricercati che lasciano di loro solo il ricordo del divertimento che svanisce fino all’estate successiva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nella festa del 7 settembre quali temi avete messo in scena?

Il tema di sabato era incentrato sui momenti salienti storici per i giovani. Tutto inizia con la tensione della Guerra Fredda, il clima di tensione e angoscia di Berlino Est, fino allo sfondamento del muro di Berlino. Poi lo spostamento di location e il ritorno al ’69, a Woodstock e al clima di festa, con un maggiolone a fiori che si aggirava nei dintorni.  Il passaggio di location è un must delle nostre feste: è il momento in cui il bruco diventa farfalla.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I dj che scegliete sono pugliesi?

Si, il nostro intento è quello di dimostrare che i dj pugliesi non hanno nulla da invidiare a quelli berlinesi, strapagati. Tutti i dj del FarFly hanno iniziato con quelle piccole feste e qualcuno di loro ha fatto di questa passione il suo mestiere. Solo quest’anno, nella prima festa, per sperimentare ho voluto che suonassero anche due dj inglesi. Ma sabato scorso abbiamo scelto di far suonare i “nostri” e di riservare spazio a talenti emergenti come il giovane leccese Okee Ru.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questa festa è stata spesso scambiata per un rave…

È vero, ma erroneamente. Il luogo nasce ed è regolarmente adibito come una struttura per eventi, si sono tenuti anche diversi concerti qui. Poi c’è tutto, vengono aggiunti bagni chimici in più quando è prevista molta affluenza, ci sono la sicurezza, ambulanze, il proprietario del luogo ha tutte le carte in regola per la gestione dei bar, vengono emessi scontrini, fatture, si paga la Siae. Non c'è nulla di illegale insomma. Purtroppo e lo si evidenzia anche nel film, c’è chi pensa che i giovani che vi prendono parte sono solo drogati nullafacenti. Il che non è assolutamente vero.


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