di Salvatore Schirone

La storia di Gioele ''Amos'', radioamatore pioniere nella Bari degli anni 70
BARI - Conosciuto in città come "l'uomo più abbronzato di Bari", Gioele Pignone, 70 anni portati molto bene, in realtà è anche e soprattutto uno dei pionieri della radiotrasmissione nel capoluogo pugliese. Tra i "cibbisti" era conosciuto come "Amos" e famosa era la sua stazione mobile incastonata nel Maggiolino rosso (vedi foto).
 
Abbronzatissimo?
 
Fino a otto anni fa facevo il bagno a Pane e pomodoro tutti i giorni dell'anno. Non ho sgarrato una volta. Il mio lavoro me lo permetteva: come guardia giurata ho sempre fatto turni di notte. Avevo escogitato un sistema per riuscire a prendere il sole e a ripararmi dal vento nei mesi più freddi. Usavo due pannelli di cartone rivestiti di alluminio. Il sindaco Di Cagno Abbrescia si meravigliava (vedi galleria fotografica). Fece costruire il famoso muretto "a esse", in mio onore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ma non è stato solo il "re di Pane e pomodoro"...
 
Chiarisco subito, non voglio meriti che non ho. Non sono stato io il primo radioamatore di Bari. Semmai il quinto o il sesto. I primi sono stati, Sperimentali 5, Gbd 44, Croce del Sud, Wisky 1.  Questi i loro nomi in codice, ma dietro di essi si nascondevano noti professionisti di Bari, molte dei quali saranno ormai scomparsi, erano molto più grandi di me.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Com'è nata questa passione?
 
Verso la fine degli anni Sessanta incominciarono ad arrivare nei nostri negozi di elettronica i primi sistemi di radiotrasmissione. Restai incantato nel vedere queste nuove tecnologie. Le prime enormi antenne ... All'epoca i rivenditori erano Disco Rama, che era in Corso Cavour, la famosissima GBC in via Capruzzi e Artel, il cui primo negozio era in corso Italia. Io riuscii a comprare nei primi anni 70 una piccola radio portatile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Cosa voleva dire in quegli anni essere cibbista?
 
Allora era tutto illegale. Non esisteva una normativa. Possiamo considerare i primi cibbisti come i “pirati” dell'etere. Per me è stata una forma di liberazione. Mio padre era il primo pastore evangelico di Bari e aveva una mentalità molto chiusa. Ci impediva persino il cinema, perché «si può peccare anche gli occhi», ci diceva. La radio fu me e per molti di noi, un sogno di libertà.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Perché il nome "Amos"?
 
Anche il mio nome vero "Gioele" non è comune a Bari. Gioele è un profeta della Bibbia. Allora decisi di prendere il nome del profeta che nella Bibbia viene subito dopo Amos, appunto. Una forma insolita di ribellione da quella religiosità. Per fortuna oggi le chiese non sono più così.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ma c'è differenza tra cibbista e radioamatore?

 
Oggi sono tutti radioamatori. La differenza è che i radioamatori sono più attenti alla apparecchiatura, al cibbista interessa più la comunicazione in sé. I cibbisti usano solo la frequenza dei 27 MHz e i suoi canali, solitamente dai 27 ai 40. I radioamatori hanno sistemi più sofisticati e potenti. In seguito anch'io sono diventato un radioamatore. Ho conseguito regolare patente (vedi galleria) sostenendo gli esami di elettrotecnica e telegrafia. La patente ti abilita a trasmettere ma non a possedere una radio. All'inizio ho utilizzato le stazioni di altri amici. Poi ho conseguito anche la licenza per trasmettere da una mia propria stazione. Il mio codice era I7VQH (le prime due cifre indicano la zona italiana).  Attualmente credo si paghi una quota annua di 12 euro al ministero delle Telecomunicazioni. 
 
E il Maggiolino rosso?
 
Installai la mia prima radio sulla motocicletta. La prima fu un Gilera Corsaronero 150 (vedi galleria), poi ebbi una Honda 500. E poi arrivò il Maggiolino. Avevo dedicato tutto il posto del passeggero alle apparecchiature. Antenna sul tetto e sirena di emergenza. L'auto mi serviva per raggiungere i posti dove c'era bisogno di creare ponti radio. Sono stato dappertutto in Europa, Francia, Germania ... Nel 1976 ero in Friuli per il terremoto. All'epoca tutti i soccorsi avvenivano solo tramite i nostri collegamenti. 
 
Quindi non solo un hobby.
 
Abbiamo prestato aiuto per terra, mare e aria. Anche durante le mie notti in guardiola, su viale Europa, ascoltavo dalla mia radio i messaggi di aiuto lanciati da camionisti e imbarcazioni, sul canale 9, e immediatamente avvisavo polizia e guardia costiera. I cellulari non esistevano e per telefonare dalle cabine ci volevano i gettoni. Chi restava per strada poteva contare solo sul nostro ponte radio messo in atto da qualche camionista di passaggio. Credo di aver contribuito indirettamente alla salvezza di centinaia di persone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
E poi è nato il Ser, Servizio emergenza radio.
 
Con orgoglio posso dire di essere stato il promotore, fondatore e primo presidente del Ser di tutta la zona sud d'Italia. Poi sono nate le altre sezioni. Oggi il Ser è un'associazione ben organizzata, ai miei tempi invece tutto era vero volontariato. Le donazioni erano utilizzate solo per acquistare attrezzature di primo soccorso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Qualche episodio curioso?
 
La radio era per noi la chat. Ci facevamo incontri di ogni tipo, e spesso ci si dava appuntamenti in luoghi precisi per i raduni. Ma le nostre identità potevano benissimo essere camuffate, molto più di quello che oggi si può fare su Internet. Una notte mi sono finto impresario teatrale alloggiato all'Hotel delle Nazioni e circondato da belle signorine e per radio ho invitato tutti a raggiungermi in albergo, facendo impazzire i malcapitati tra richieste strane al portiere e lunghe attese fuori. Un'altra volta, con accento settentrionale, mi sono spacciato per un tecnico di Lugano che stava riparando l'orologio sul campanile della Provincia. Insomma gli scherzi erano all'ordine del giorno. Ma quando c'era da prestare aiuto, si lasciava tutto e si correva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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  • Gianni - Salvatore, complimenti a te per avermi dato una informazione che mi mancava ero fermo a Vito "Lupo Nero" perl'AR27 Bari. Un Abbraccione a NONNO "AMOS". Salvatore prima che questi dinosauri si estinguano che ne dici di organizzare un raduno. Sono a disposizione, inviteremmo anche Nonno Enrico Campagnoli da Milano. Gianni Genco Vice Presidente Naz. FIR CB SER. (La casa madre)
  • Rudy Potrandolfo - Ciao Gioele, era GDB44 e non GbD44 e sotto questo "nick" si nascondeva (all'epoca era proibitissima la BANDA CITTADINA dei 27 Mhz) nientemeno che il , purtroppo defunto, Prof Giuseppe De Benedictis , famoso anatomopatologo,(dopo diventato I7DPO) che tra l'altro, ci deliziava con alcune poesie in vernacolo. Sperimentale 5, altri non Era che ....l'Avv. Mario Russo Frattasi ! Insomma, dietro i "nick" si celavano fior di personaggi, prootagonisti "in aria" e soprattutto nella vita civile.
  • Sebastiano Miccolis - L'articolo mi ha appunto riportato negli anni "70;ero (e sono) un caro amico di Gioele "Amos";ricordo benissimo gli inconti e le chiacchierate via radio;non so che fine abbia fatto ma mi piacerebbe avere sue notizie.All'epoca abitavo a Bari in via Pavoncelli 16(?) al 6° piano mentre al piano terra c'era la nostra Associazione "AR27";ricordo perfettamente la sua inconfondibile "barra mobile",le domeiche trascorse in servizio SER o quelle dedicate alla "Caccia al tesoro",le serate conviviali presso l'Artel e le tante "premiazioni",ma sopratutto gli AMICI che salivano in casa per portare in giro la mia Vanny,all'epoca già immobilizzata sulla sedia a rotelle:in quel periodo trascorrevo le nottate chiacchierando con gli Amici Cibbisti e qualche volta organizzando qualche scherzetto nei confronti di qualche "novellino";conservo ancora oggi i miei tre "baracchini" e forse qualche Amico ricorderà "Nino Aldebaran 75" !!! Un carissimo saluto a tutti i miei perduti Amici.
  • MAX - Caro Salvatore,sono un barese trapiantato in Maremma,anche io vecchio CB,che si andava a nascondere su per il Monte Argentario,monte vicino alla cittadina dove abitavo allora e da dove parlavo in tutta Italia e ho fatto collegamenti in tutta Europa e anche con l'America Meridionale(Grasile) Ho sontribuito alle trasmissioni di emergenza con il terremoto nell'Irpinia ed essendo in un paese di mare,con la mia Associazione CB.,anche noi abbiamo contribuito a dare aiuto a tante persone e quando la FIR-CB ha creato lil S.E.R.siamo stati fra i primi in Provincia di Grosseto aad aderira.
  • Gioele - Che fortuna ha' il mi stasso nome.. ;-) e anche la stessa passione della radio ;-)
  • Tommaso alias dudù - Amos: Gioele da quel lontano 1983 continuo ad essere un volontario del soccorso e con tanto entusiasmo trasmetto ai giovani questa passione
  • fox1 - Ricordo quando Gioele trasmetteva dalla barramobile se non ricordo male con antenna Sigma e lineare per aumentare la potenza. La modulazione ra inconfondibile e di solito portava messaggi di richiesta sangue. Grande cibbista e volontario.


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