di Eva Signorile

Pappagalli ospiti delle palme di Palese e Santo Spirito: da dove arrivano?

BARI – Molti ricordano ancora “Portobello”, il pappagallo verde dell’omonima trasmissione condotta dal compianto Enzo Tortora. Oggi decine di simpatici “parenti” del volatile più famoso della tv italiana, sembrano aver trovato fortuna tra i rami delle palme dei quartieri baresi di Santo Spirito e Palese. Si vedono spesso volare in piccoli gruppi da una palma all’altra o saltellare tra i rami di melograni nelle ville antiche disabitate, oppure (come si vede nella foto) ranicchiarsi sui tralicci della luce.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Abbiamo chiesto informazioni su questa colonia di volatili (così insolita alle nostre latitudini) al “bird watcher” Ferdinando Atlante, che passa il suo tempo libero ad osservare e fotografare i volatili locali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Da quel che so – ci racconta Ferdinando- anni fa sulla statale 16, all’altezza di Molfetta, un camion che trasportava questi parrocchetti (questo è il loro nome “tecnico”) si capovolse. Questi uccelli scapparono e si dileguarono nella campagne circostanti. Da allora si sono spostati sempre più verso Sud».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questa è una versione. Un’altra (un po’ più “romantica”) la forniscono alcuni abitanti di Santo Spirito, tra cui il 29enne Stefano, che afferma con certezza: «Qualche anno fa, qui a Santo Spirito, si incendiò un negozio di animali. Prima che i pappagalli rimanessero vittime del rogo, qualche mano pietosa aprì le gabbie di tutti gli animali rimasti ancora vivi. I pappagalli di Palese e Santo Spirito sono i “profughi” di quell’incendio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ci rimane un dubbio: questi uccelli (abituati a tutt’altro habitat), come hanno potuto acclimatarsi così bene dalle nostre parti? La risposta starebbe nella loro capacità di adattarsi velocemente. Come dice Atlante: «I parrocchetti si cibano di bacche, ma possono tranquillamente diventare onnivori». Tanto è vero che nel Lazio esiste una colonia di pappagalli talmente ben ambientata che ormai viene considerata “autoctona” dalla normativa locale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli amanti degli animali quindi possono stare tranquilli: potranno continuare ad ascoltare l'allegro “ciangottio” di questi volatili, che intrecciano i loro verdi voli nelle belle giornate di sole.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 



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