di Marco Montrone - foto Antonio Caradonna

Bari, la triste fine dell'elegante San Bartolomeo: adibita a cucina per le suore
BARI – Tra le tante chiese di Bari Vecchia è quella a cui è toccata la fine più triste: adibita a cucina per alcune suore. Parliamo dell’antica San Bartolomeo: costruita nel 1075, poi distrutta da Guglielmo il Malo nel 1156 e infine riedificata nel 1180. Attiva fino agli anni 80 del secolo scorso, è stata in seguito sconsacrata e svuotata, anche se il suo elegante profilo continua a stagliarsi tra i panni stesi sulla viuzza omonima che collega strada dè Gironda a Largo Chiurlia. (Vedi foto galleria)

La chiesa, di un particolare color rosa pallido, ci appare nelle sue forme settecentesche, risultato di un evidente restauro terminato nel 1836. Il portale è sovrastato da un timpano triangolare formato da montanti a doppio listello e nel cui fregio è incisa un’iscrizione latina che attesta l’avvenuta ristrutturazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Accanto al portone, ormai sigillato, trovano poi posto due finestre con stipiti poggiati su un davanzale ad archivolto. Infine al centro della facciata è presente un rosone tra volute scanalate con sormontante timpano curvilineo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Entrare risulta chiaramente impossibile, l’unica possibilità è quella di bussare all’adiacente istituto delle “Figlie di Sant’Anna”, collegato alla cappella e ubicato nel seicentesco Palazzo dei Marchesi Diana. Ed è proprio ciò che facciamo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ad aprirci è l’anziana ma vispa suor Lucia, che con entusiasmo ci porta alla scoperta dell’edificio. Ci ritroviamo all’interno di un grande atrio  dall’arredamento molto rètro, alla fine del quale si apre su di noi un pozzo luce sul cui si affacciano le eleganti ringhiere che chiudono le logge dei piani superiori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Percorriamo a questo punto un corridoio presente sulla sinistra, che conduce prima in una cappella di nuova realizzazione e poi in uno stanzone dove facciamo la conoscenza della superiora Veronica, minuta signora dall’incredibile età di 102 anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Lei è ovviamente la più vecchia di tutte noi – afferma suor Lucia -. Prima eravamo in tante qui, ma poi in molte sono state trasferite. Ora siamo rimaste in nove e la nostra più grande paura è quella che un giorno decidano di sfrattarci per fare di questo palazzo un negozio o una palestra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La stanza è dominata da un dipinto settecentesco che ritrae San Bartolomeo, San Nicola e la Vergine col Bambino. «È tutto ciò che è rimasto della chiesa antica», ci spiega la nostra guida.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Chiesa che andiamo finalmente a visitare. Un passaggio ci porta infatti nelle cucine, locali che fino a qualche decennio fa ospitavano proprio il tempio religioso. Se non fosse però per le finestre ad arco non ci passerebbe mai per la testa il pensiero di trovarci in un posto dove un tempo si pregava. Qui a dominare sono infatti solo fornelli e lavandini. «Hanno tolto tutto – precisa la suora – anche il grande altare. Chissà che fine ha fatto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Delusi da questa scoperta decidiamo di farci accompagnare sul terrazzo, con la speranza di imbatterci in qualcosa di sopravvissuto. Tramite un ascensore accediamo così all’ultimo piano, dove in effetti davanti a noi si svela un fastigio balaustrato recante al centro un arco su cui svetta un elegante quanto particolare pinnacolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è una croce sulla sommità a ricordare l’antica religiosità del luogo e in un angolo è anche nascosta una piccola campana, quella che un tempo risuonava per richiamare i fedeli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E così finalmente abbiamo la consapevolezza di essere capitati in una chiesa. Certo, svuotata e violentata, ma ancora “abitata” da alcune irriducibili sorelle, testimoni di un passato che non vuole essere dimenticato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Marco Montrone
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  • Emanuele Zambetta - Articolo molto curioso. Bellissimo il Palazzo dei Marchesi Diana. In merito all'ex chiesa, mi vien da dire che... la cucina è sacra!!!
  • Lucia - Salve, è con piacere che voglio dirvi che ho avuto il piacere di visitare questa scuola è la sua bellezza antica dalle mura maestose,conoscere le suore molto disponibili e gentili. Per me rimane un bellissimo momento.


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