di Federica Calabrese

 Santa Maria degli Angeli: la chiesa che ricorda l'arrivo di San Francesco a Bari
BARI – Anni fa tracciammo un percorso tra le vie di Bari Vecchia per scoprire le numerose e antiche chiesette che punteggiano il centro storico. Ne individuammo 24 (oltre alle celebri Basilica di San Nicola e Cattedrale di San Sabino): edifici purtroppo spesso chiusi al pubblico e aperti solo per la messa domenicale o durante eventi prestabiliti. Per questo abbiamo deciso di ritornare nella città millenaria per visitare questi gioielli, così da fornire una compiuta testimonianza delle loro storie e dei tesori celati agli occhi di tanti baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi è la volta di Santa Maria degli Angeli, la cui storia è strettamente legata a San Francesco. Il patrono d’Italia soggiornò a Bari nel 1220 e nel suo peregrinare visitò anche un convento benedettino situato un tempo dove ora sorge la chiesa eretta nel XVI secolo. E fu lì, nel giugno di quell’anno, che secondo la leggenda richiamò i fedeli in preghiera usando un campanellino in bronzo: prezioso oggetto che è ancora custodito all’interno del luogo di culto “moderno”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Santa Maria degli Angeli si trova in via Boemondo, stradina che collega il Castello Normanno Svevo alla Prefettura e si erge a pochi passi da San Domenico. (Vedi foto galleria)

Il suo nome richiama l’omonimo edificio religioso situato ad Assisi, paese natale di San Francesco, anche se da molti è conosciuta come “Santa Maria della Finestra” per via di un leggendario dipinto della Madonna una volta presente all’interno della chiesa. Pare che l’icona sia stata trovata in una finestra murata, ma c’è chi afferma che il “soprannome” derivi dal fatto che l’immagine, trovandosi in un’edicola situata fuori dalle mura, guardasse quindi la città attraverso una sorta di “finestra”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma veniamo ai giorni nostri. La chiesa si presenta con una facciata rettangolare scandita da mattoni irregolari marroni, interrotta da una bifora centrale, sormontata a sua volta da un rosone a raggiera. Sia la finestrella che il rosone mostrano raffinatezza con colonnine bianche dai capitelli decorati e animali stilofori a reggere gli archetti sovrastanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La terminazione dell'edificio, a cuspide, ha una cornice di coronamento, anch'essa ad archetti. Sulla sommità del triangolo si nota una croce metallica lavorata con degli ornamenti circolari, simile a quella presente sul campanile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il portale ligneo invece è racchiuso da stipiti, capitelli e trabeazione con motivi floreali e animali. Due grifoni alati sorreggono da entrambi i lati l'arco superiore, a sua volta decorato con bassorilievi di angeli e uomini nell'atto di preghiera. Infine nel lunettone sopra la porta si trova la Vergine seduta in trono col bambino attorniata anch'ella da angeli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Varchiamo a questo punto la soglia, accedendo prima nell’anticamera dove è affissa un’epigrafe che ricorda il passaggio del Poverello d'Assisi e infine nella chiesa. Ci troviamo in un ambiente riccamente ornato e coperto da volte a botte color ocra, con lunette con floreali bianche e brune, da cui scendono piccoli lampadari di cristallo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'arredo sontuoso della chiesa risale al Secondo Dopoguerra e coincide con il periodo della sua ristrutturazione generale. Del secolo scorso sono i numerosi dipinti, tra cui l’affresco del Perdono di Assisi che domina la navata unica e la pala presente sul fondo dell’abside raffigurante la visitazione di Maria ad Elisabetta. L’altare in marmo policromo è invece del XIX secolo e conserva al centro un tabernacolo sormontato da un grande timpano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In tutta questa “modernità” fanno eccezione la statua di San Rocco e il campanello bronzeo di San Francesco. La prima, che mostra il santo accanto al suo fedele cane, dovrebbe risalire alla metà del XVII secolo, anche se per alcuni esperti la scultura potrebbe essere ancora più antica: del 400.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Del secondo oggetto abbiamo già detto. Poco più grande di una mano, è custodito come una reliquia, posto in una teca in vetro illuminata e chiusa da una graticola in ferro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«E’ l’unico ricordo del Poverello d’Assisi ancora visibile - ci dice Don Filippo Casamassima, celebrante della chiesa -. Sotto il pavimento si trovano però ancora i resti del convento medievale: durante il restauro furono rinvenuti dei reperti, ma all’epoca si decise di occultarli. Basterebbe scavare per far riemergere antichi tesori e chissà altre tracce della venuta di San Francesco a Bari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Federica Calabrese
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  • Emanuele Zambetta - Portale finemente lavorato. Un capolavoro che internamente pochi conoscono. Un gioiello della Città Vecchia!
  • pat - Mi sono sposata in questa graziosa chiesetta nel gennaio del 1989 quando poche persone la conoscevano...


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