di Salvatore Schirone e Federica Calabrese

Santa Chiara e San Francesco: alla scoperta del più antico complesso monastico di Bari
BARI – Anni fa tracciammo un percorso tra le vie di Bari Vecchia per scoprire le numerose e antiche chiesette che punteggiano il centro storico. Ne individuammo 24 (oltre alle celebri Basilica di San Nicola e Cattedrale di San Sabino): edifici purtroppo spesso chiusi al pubblico e aperti solo per la messa domenicale o durante eventi prestabiliti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per questo motivo abbiamo deciso di ritornare nel borgo antico per andare alla scoperta di ognuno di questi gioielli, in modo da fornire una compiuta testimonianza delle loro storie e tesori celati agli occhi di tanti baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi è stata la volta del più antico complesso monastico della città: quello di Santa Chiara e San Francesco della Scarpa. (Vedi foto galleria)

La chiesa di Santa Chiara - Il nostro percorso parte dalla “banchina”, il grande piazzale antistante il Castello Normanno Svevo ora adibito a parcheggio. Qui si affaccia Santa Chiara, che si presenta con la sua facciata cuspidata in pietra non imbiancata come prevede il sobrio stile francescano. Si tratta di un edificio consacrato nel 1763 dopo una completa ricostruzione della precedente chiesa dedicata a Santa Maria degli Alemanni e risalente al 1239.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'interno, con pianta a navata unica e volta a padiglione, termina con un grandioso altare in marmo policromo con al centro la statua di Santa Chiara e impreziosito da ornamenti in pietra di lapislazzuli azzurra. La leggenda vuole che sia stato portato qui nel 1800 direttamente da Napoli, su un carretto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le otto cappelle laterali custodiscono i pezzi più pregiati: tele di periodo rinascimentale di scuola veneta e napoletana e di imitazione caravaggesca. Originariamente la chiesa possedeva ben 31 dipinti, molti dei quali in restauro o rubati nel corso degli anni. Tra i più preziosi: un’Annunciazione di Nicola Gliri e il Miracolo delle rose della Porziuncola di Andrea Miglionico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una curiosità: qui sono presenti i resti (murati) di un'antica ruota degli esposti, dove venivano posti i neonati indesiderati. Ciò che vediamo oggi è il comunichino in marmo per la somministrazione della comunione alle religiose di clausura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il convento di Santa Chiara - Non ci resta ora che andare alla scoperta del convento situato alle spalle della chiesa, lì dove dal 1492 al 1809 hanno abitato le monache di clausura francescane: le clarisse.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prendiamo strada santa Chiara, dalla quale è possibile osservare da vicino il settecentesco campanile della chiesa. E’ solo a quattro ordini sovrapposti, visto che il quinto con il suo coronamento "a cipolla" venne purtroppo abbattuto nel 1897 perché pericolante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Imbocchiamo ora via Pier L’Eremita e subito a sinistra incontriamo il cancello del complesso di San Francesco della Scarpa, oggi sede della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici della Puglia. E’ il posto nel quale una serie di restauratori ridanno luce a opere danneggiate dal tempo.


Ci troviamo subito in un grande atrio: sulla destra si trova la chiesa di San Francesco e il relativo monastero, sulla sinistra l’ingresso del convento di Santa Chiara, che ci appare completamente ricoperto da un’impalcatura. E’ in atto infatti un grosso restyling della struttura a due piani, che nell’800 dopo la soppressione degli ordini religiosi fu adibita anche a caserma.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Approfittando di una manifestazione musicale riusciamo a entrare nel chiostro del monastero. Si tratta di uno spoglio spiazzale circondato da un porticato sul quale si affacciano le finestre e i balconcini delle celle del convento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La chiesa di San Francesco – Passiamo all’altro lato dell’atrio per ammirare San Francesco, la cui ristrutturazione è terminata solo alla fine dell’anno scorso. Parliamo di un edificio rifatto a partire dal 1511 e consacrato nel 1672 sui resti di una più antica chiesa trecentesca dedicata a Santa Caterina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La facciata in pietra è in stile romanico e presenta un portale in legno inquadrato in una cornice rettangolare. La struttura è attualmente chiusa in attesa delle autorizzazioni di agibilità, ma noi siamo riusciti a visitarlo in occasione della sua inaugurazione avvenuta lo scorso dicembre. (Vedi video)

Guidati da Angela Ciancio del Polo museale pugliese siamo entrati in questo edificio che di antico ormai conserva solo la struttura portante: il tutto è stato infatti ricoperto da intonaco e gli interni appaiono spogli. La chiesa, a navata unica, mostra su ciascun lato otto cappelle scandite da pilastri con lesene su cui poggiano arconi a tutto sesto.

E’ possibile comunque ammirare le architetture dell’abside con la volta gotica a crociera e arco acuto e i costoloni delle quattro unghie che insistono su sottili colonne e capitello con volute. Interessante è poi la ricostruzione virtuale del soffitto ottenuta da una rete metallica che riproduce la volta a botte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il convento di San Francesco -  Attraverso un arco situato accanto alla facciata della chiesa, abbiamo infine accesso al monastero maschile, la cui prima pietra si dice sia stata posta da San Francesco in persona il 30 marzo del 1220, mentre era di ritorno dalla Terra Santa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Entriamo nel chiostro che si presenta come un'area centrale aperta circondata da corridoi coperti da volte a crociera. Spiccano l’agrumeto e il pozzo su cui era posta la statua in pietra calcarea di Santa Caterina, che oggi si trova in una delle nicchie del porticato. Il pozzo, pur consumato dal tempo, mantiene un certo fascino: nella parte centrale un'apertura ad arco è inquadrata da quattro colonne in stile dorico su cui poggia la trabeazione superiore.

Un posto magico e silenzioso che si dice fosse collegato da un sottopassaggio segreto all’adiacente monastero femminile e che permetteva a frati e suore di incontrarsi. Per pregare, naturalmente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo e Salvatore Schirone)

Nel video (di Gianni de Bartolo) la nostra visita al complesso monastico di Santa Chiara e San Francesco:


 


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



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Federica Calabrese
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  • Girolamo Gagliardi - rivedo sempre con piacere questo video. Grazie
  • Emanuele Zambetta - Di grande valore artistico, la zona di Santa Chiara-San Francesco della Scarpa. Fortunatamente rivalutata. Peccato che il campanile della Chiesa di Santa Chiara non abbia più la cima barocca. Se non ricordo male sopravvisse fino al 1897. Era tanto elegante...


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