di Ilaria Palumbo

Viste mozzafiato, ponti romani, passaggi nascosti: è Lama Monachile, a Polignano
POLIGNANO A MARE – E’ uno degli scenari più pittoreschi e più conosciuti di Polignano, famoso principalmente per l’insenatura incastonata fra le alte pareti rocciose a strapiombo sul mare. Parliamo di Lama Monachile, situata all’ingresso del paese e a due passi dal centro storico, letto di un millenario torrente ormai prosciugato che sfociava nel blu dell’Adriatico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La lama si può ammirare da un ponte alto 15 metri costruito dai Borboni negli anni 30 dell’800: percorrendolo è impossibile non sporgersi per immortalare con lo sguardo questa vista mozzafiato. Se tutti però si soffermano a guardare il “lato mare”, in pochi spendono il loro tempo nel guardare con attenzione il versante interno della lama, che in realtà nasconde numerosi tesori fatti di ponti secolari, sentieri tortuosi, cavità e antichi passaggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A questo “mondo” si può accedere attraverso una ripida scalinata che parte dal ponte. Ed è proprio quello che abbiamo fatto noi in un pomeriggio di marzo (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Percorriamo dunque questa discesa che costeggia un antiestetico “cubo” in cemento ancora in edificazione destinato a deviare la rete fognaria, per ritrovarci dopo qualche scalino su un ponticello molto più corto e basso di quello ottocentesco, ma anche molto più antico. Si tratta di una costruzione romana a campata unica risalente addirittura al II secolo d.C., inserita lungo il tracciato della via Traiana che, fiancheggiando la costa, collegava Benevento a Brindisi. La struttura, costruita con blocchi in tufo di piccole dimensioni, si presenta di colore ambrato e in ottimo stato dopo un intervento di restauro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di fronte a noi spuntano una serie di casette bianche a due piani con persiane verdi e l’intonaco in parte corroso dalla salsedine, affacciate direttamente sul ponte e collegate ad esso da alcuni scalini in pietra, ai cui lati fanno capolino bassi alberi dalla folta chioma scura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Arrivati alla fine del ponticello troviamo una seconda scalinata: la percorriamo per ritrovarci all’interno della lama. Sopra di noi si staglia il ponte ottocentesco, mentre dall’arco del ponte romano parte un sinuoso sentiero sabbioso e terroso che imbocchiamo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il percorso, seppur breve, è fortemente suggestivo: il viale inizialmente stretto e semibuio, circondato da pareti rocciose frastagliate di colore ocra su cui la macchia mediterranea cresce spontanea, si spalanca dopo pochi passi in uno scenario più ampio e luminoso in cui la vegetazione si fa più diversificata e disordinata. Qui fra agave, cactus, arbusti secchi e piantine selvatiche notiamo scavata in un muretto a secco una piccola cavità che non sappiamo dove possa portare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il viottolo a un certo punto va in salita e ci porta in un punto in cui, girandoci, possiamo avere una visione d’insieme dei due ponti con alle spalle le case del centro storico di Polignano a picco sul mare. Ritorniamo allora sui nostri passi: davanti a noi si stagliano i cinque ampi archi in tufo del ponte borbonico che lasciano intravedere il mare e la scogliera sullo sfondo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Decidiamo di raggiungere la costa, ma prima notiamo sulla sinistra, dove termina l’ultima arcata del ponte ottocentesco, una stradina remota e angusta: un antico e affascinante passaggio nascosto che conduce in paese caratterizzato per il pavimento composto da basole di taglio irregolare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo ora vicini a Cala Monachile. Sotto i nostri piedi un viale lastricato da piccoli ciottoli bianchi è delimitato da due aiuole ornamentali: è tutto molto curato e l’ambiente stride con la natura “selvaggia” che ci siamo lasciati alle spalle. E finalmente: il mare. La foce della lama è rappresentata da una spiaggia fatta di sabbia, piccole pietre e sassi arrotondati e levigati dalla corrente, incorniciata dalla monumentale scogliera che si stempera nelle acque cristalline. E’ qui che, dove oggi si affollano numerosi turisti, sfociava l’antico fiume che solcava queste rocce. Milioni di anni fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Ilaria Palumbo
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  • Carlo - Bell'articolo Ilaria :)


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