di Annarita Correra

Alessandro, barese convertito all'Islam: «Ma rinunciare alla Peroni non è stato facile»
BARI - «La mia vita è cambiata e per fede ho dovuto rinunciare a parecchie cose: ora la domenica con gli amici davanti al mare mi bevo un’aranciata al posto della classica Peroni». Parole del 50enne Alessandro Pagliara (nella foto), barese verace che quattro anni fa si è convertito, decidendo di abbracciare l’Islam. Dai suoi fratelli musulmani ora si fa chiamare Alì ed è diventato uno dei responsabili della Comunità Islamica di Puglia. Continua però a vivere a Madonnella, a parlare in dialetto e a mangiare il "crudo", solo che prega cinque volte al giorno, va in moschea e non beve più alcolici. L’abbiamo incontrato per farci raccontare la sua storia tra uno “statt bun” e un salam aleikum.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quando e perché hai deciso di diventare musulmano?

Il mio percorso di fede è iniziato quattro anni fa, quando un amico musulmano mi ha regalato una copia del Corano. Da quel momento, leggendo il testo sacro, ho iniziato a comprendere cosa fosse l’Islam. Ho apprezzato questa religione, spesso troppo fraintesa e malvista e improvvisamente è avvenuto il “miracolo”: mi sono convertito cominciando a seguire le direttive e gli stili di vita dei musulmani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima eri cattolico praticante: la religione cristiana ti ha “deluso”?

Ringrazio la mia “vecchia” religione perché mi ha insegnato ad apprezzare Dio, che alla fine è lo stesso di tutti. Il Cristianesimo mi ha forgiato come uomo di fede, però per ciò che riguarda la “comunità” ho riscontrato delle grandi differenze con l’Islam. Nella Chiesa c’è una gerarchia sociale ben definita e spesso si giudica una persona solo per la sua posizione sociale, mentre nella comunità islamica questo non avviene: l’Imam è solo una guida spirituale e noi siamo fratelli allo stesso modo. Siamo tutti veramente uguali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
I tuoi famigliari e amici come hanno preso la tua decisione?

Quando ho parlato loro della mia conversione credevano che stessi scherzando, ma poi con il tempo, un po’ alla volta, vedendo quanto mi sentissi felice e realizzato, hanno accettato la mia decisione. Certo, c’è stato anche chi non ha visto di buon grado questo mio cambiamento e si è allontanato, ma non ho perso granchè: se qualcuno ti volta le spalle per una tua scelta di vita vuol dire che non ti è mai stato amico seriamente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come è cambiata concretamente la tua vita?

Una volta che inizi a seguire le regole dell’Islam è inevitabile che la vita cambi. L’alimentazione, l’atteggiamento, il linguaggio e il modo di porsi con gli altri vengono rivoluzionati. Forse il cambiamento più grande è quello legato al cibo: ho dovuto rinunciare al maiale e al modo di cucinare tradizionalmente barese. La domenica al posto della brasciole mi preparo una variante orientale con carne halal. Per fortuna la nostra cucina non si basa solo sulla carne: il mio rapporto con il pesce non è cambiato e continuo a gustare il "crudo" e riso patate e cozze.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma i musulmani non possono neanche fumare e  bere alcool: da barese non ti manca una Peroni con gli amici?

Rinunciare a qualcosa dopo tanti anni non è mai facile. Amavo ad esempio il sapore della pipa, ma la fede è più importante. E la domenica quando vado a N' dèrr'a la lanz con gli amici al posto della Peroni prendo una normale aranciata: in fondo il nostro lungomare è bellissimo indipendentemente da ciò che si sta bevendo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
E il Natale o la festa di San Nicola come li vivi?

Non rinuncio alle cartellate e neanche ai fuochi d’artificio, così come non mi faccio mancare una passeggiata a Bari vecchia tra gli odori delle sgagliozze e delle popizze il 6 dicembre. Ovviamente l’aspetto religioso non mi appartiene più, ma per un’armonia sociale continuo a fare i regali a Natale e a festeggiarlo con la mia famiglia. Per quanto riguarda San Nicola, lui è simbolo di unione tra Oriente e Occidente, quindi anche se non lo riconosco più come santo rimane per me un grande simbolo della mia città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Conosce altri baresi che hanno seguito la tua strada?

Certo, non sono l’unico barese a essere diventato musulmano. Conosco ragazzi che hanno fatto questa scelta per amore dopo aver sposato ragazze musulmane e chi come me ha seguito un percorso di fede e di studio. Anche se può sembrare strano non è poi così raro che persone di altre religioni si convertano all’Islam.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E Bari è una città che accoglie chi fa scelte così radicali?

Sì, è una città molto aperta, cosmopolita, che da sempre ha accolto persone di etnie e religioni diversa. Anche se certo come comunità ci stiamo impegnando con le istituzioni locali affinché venga costruita una vera e propria moschea. Da barese e musulmano so che sarà possibile: a Bari “nessuno è staniero”.


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  • Rino - Ciao Alessandro vorrei conoscerti e avere più informazioni sull'Islam perché sono molto interessato. Mi farebbe piacere un tuo contatto. Distinti saluti Rino


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