di Mariangela Dicillo

Bari, nella chiesa di San Giuseppe la messa è in latino: «Avvicina a Dio»
BARI - «La messa in latino avvicina a Dio». E’ questa la motivazione che spinge tanti fedeli a recarsi ogni sabato alle 19.15 nella chiesa di San Giuseppe a Bari Vecchia, dove il 68enne don Nicola Bux celebra da anni una funzione speciale: non in italiano ma in latino, proprio come accadeva normalmente fino alla riforma liturgica del 1969. (Vedi foto galleria)

«Ormai sono dieci anni che officio la messa in latino - afferma il sacerdote -. All'inizio capitava raramente, ma poi alcuni gruppi di credenti si sono talmente appassionati che questo tipo di funzione è diventata una consuetudine e così abbiamo fissato un preciso giorno della settimana in cui svolgerla, il sabato appunto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In Italia la messa in rito romano antico è celebrata con regolarità in circa 150 chiese e parrocchie, per lo più concentrate nel centro-nord del Paese. A Bari però la chiesa di San Giuseppe è l'unica a prevedere il “Rito tridentino”, “benedetto” tra l’altro da Papa Ratzinger, che nel luglio 2007 ha esteso a tutti i sacerdoti la possibilità di celebrarlo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per raggiungere la chiesetta si parte da piazza Chiurlia (che si affaccia su corso Vittorio Emanuele), si percorrono alcuni scalini, si superano due archi e una volta imboccata strada San Giuseppe troviamo l’omonima chiesa sulla destra. Alle 19 di sabato 17 gennaio intorno all'ingresso dell'edificio sacro decine di persone attendono l'inizio della liturgia, tra gli altri un ragazzo con la giacca a quadri e la barba, una donna molto alla moda, due giovani genitori con il loro piccolo nel passeggino, tre uomini in abito scuro e mocassini lucidi, una ragazzina con stivaletti capelli corti, cuffie nelle orecchie e jeans strappati, ragazzi in tuta da ginnastica. Su una cosa non abbiamo dubbi: il pubblico che affolla questa messa non è fatto di gente avanti con gli anni, anzi, si tratta di persone giovani e molto diverse tra di loro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Appena si ode il suono di un campanellino tutti entrano e prendono posto. I posti destinati ai fedeli sono disposti in due file, riempite ognuna da sei banchi dotati di inginocchiatoio. Nessuno chiacchiera, nessuno guarda il cellulare e la ragazzina ha messo via le cuffie. Un giovane al primo banco recita preghiere ad alta voce. Poi, quando finisce, melodie dal sapore medioevale, molto armoniose e che ricordano i canti gregoriani invadono l'ambiente. Un lampadario in cristallo con la luce molto bassa e traballante viene acceso. E finalmente entra il sacerdote che subito si rivolge all'altare, di spalle ai fedeli, e osserva in assoluto silenzio per un po' di tempo l'icona che si trova appena sopra il tabernacolo raffigurante Gesù Cristo. Poi con voce non molto alta recita: «In nómine Patris et Fílii et Spíritus Sancti» e i fedeli rispondo in coro: «Amen». E la messa ha inizio. (Vedi video)


La celebrazione prosegue per circa un'ora e un quarto secondo lo schema "tradizionale", con la sola grande differenza che il prete rimane quasi sempre rivolto verso l'altare: si rivolge verso i fedeli solo quando parla in italiano, cioè per la lettura del Vangelo. Per il resto tutte le preghiere e le formule rituali sono in latino e recitate di spalle all’uditorio. «Questa è una tradizione che risale ai primi cristiani – afferma don Nicola - per cui il sacerdote era sempre di spalle ai fedeli durante la celebrazione e si rivolgeva all'Oriente. Questa simbologia è molto complessa e adottata da più dottrine religiose, come ad esempio dagli ortodossi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Laura, 28enne terlizzese che si reca ogni sabato sera a San Giuseppe, aggiunge a tal proposito: «All'inizio può sembrare strano e un po' dispersivo non avere di fronte il sacerdote, ma poi se ne comprende il valore. Nel rito tradizionale si ha l'impressione che siano solo i fedeli a dover pregare e che il sacerdote sia un intermediario. In questo modo invece è come se si pregasse tutti insieme, con il sacerdote che si erge a guida e per questo risulta essere più vicino a Dio». E la 26enne Giuseppina puntualizza: «È tutta la struttura della messa in latino che dà più valore alla preghiera. Non ci sono “perdite di tempo” come lo scambiarsi il segno di pace e il declamare il Padre Nostro a mani aperte (nella messa in latino si recita a voce più bassa e con le mani al proprio posto). E poi il sacerdote si rivolge alla comunità, parla e dialoga con i fedeli, ma senza inutili e lunghissimi sermoni. Il momento della celebrazione è vissuto veramente come un momento sacro in cui si è concentrati e partecipi. E il latino aiuta molto con la sua precisione e il suo carattere solenne». 

Ma per seguire la messa in latino occorre una conoscenza approfondita della lingua? «La conoscenza perfetta del latino è fondamentale. Come si può pretendere di riuscire a seguire altrimenti?», risponde il 23enne barese Domenico. Il 31enne Luca però non è d'accordo: «Basta conoscere un poco il latino, del resto sugli opuscoli distribuiti per seguire la messa c'è anche il testo a fronte in italiano per chi dovesse aver problemi. E poi se si conosce il rito tradizionale in italiano si va anche un po' ad intuito, le differenze sono poche e si imparano con il tempo». 

«Infatti non è tanto la lingua che fa la differenza – sostiene don Bux – ma tutto il rito, che fonda la sua importanza sul silenzio, osservato in molti momenti della celebrazione. Silenzio che permette ai fedeli di riflettere sul mistero della Fede e che permette loro di avvicinarsi, ancora di più, a Dio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel video (riprese di Gianni De Bartolo, montaggio di Carlo Gelardi) alcuni momenti della messa in latino celebrata da don Bux nella chiesa di San Giuseppe a Bari:



 


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  • Scettico - Premetto che non ho nessun interesse verso la chiesa e la messa. A me pare che l'uso del latino per la messa sia semplicemente "folkloristico" e se sembra appassionare i fedeli, ciò può essere dovuto alla "novità", in un rito così ripetitivo da essere noioso... Il llatino fa solo parte della tradizione cattolica, non del cristianesimo. Per quanto ne sappia, per Dio qualsiasi lingua va bene, Cristo non parlava in latino, la Bibbia in origine non era scritta in latino...Che il latino "avvicini a Dio" mi sembra proprio una .....


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