di Salvatore Schirone

Mungivacca, nella clinica abbandonata ragazzi sfidano il pericolo: le foto
BARI -  I suoi amici lo chiamano simpaticamente "u drogat", ma con la droga non ha niente a che fare. Un 17enne normale, di buona famiglia, ma con il pallino dell'esplorazione. Da oltre due anni con i suoi compagni di avventura, setaccia la città alla ricerca di posti poco conosciuti e misteriosi di Bari. Ce ne elenca diversi, alcuni a noi già noti, come il "convento" abbandonato del Quartierino e poi ci parla di quello più grande, «il nostro rifugio»,  come ama definirlo, l'enorme struttura mai ultimata di quella che doveva essere la "Casa di Cura Santa Lucia". 

Siamo a Mungivacca, nei pressi del multisala "Showville". L'edificio è compreso tra il parcheggio del cinema e via Fanelli. Sebbene l'accesso principale sia sbarrato da un cancello e da un divieto di accesso al "personale non autorizzato", non ci vuole molto a scavalcarlo per entrare nel cantiere abbandonato. Ma molto più semplice è passare dal retro, nei pressi del multisala, dove la recinzione è ampiamente divelta. Dopo pochi metri di passeggiata in una fitta vegetazione ci troviamo di fronte a un grande mostro di cemento, altro sei piani e privo di qualsiasi impalcatura e protezione (vedi ampia galleria fotografica).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Veniamo spesso qui a giocare durante il nostro tempo libero», racconta il giovane, mentre ci mostra le foto scattate all'interno. Enormi spazi aperti costituiscono il piano terra. I murales colorano le pareti spoglie delle stanze. Pilastri non rifiniti dai quali sbucano come spade le armature arrugginite e poi tavole, schegge di vetri, chiodi e tonnellate di mattonelle accatastate. 

Nessuna protezione intorno alle scale che portano ai piani superiori:  ci si può accedere anche attraverso una scala esterna senza ringhiera che si inerpica per decine di metri fino al sesto piano, terminando nel vuoto su uno strapiombo da vertigini. Sul terrazzo il vano ascensore e decine di aperture del solario si presentano come trappole capaci di risucchiarti in una voragine profonda oltre 20 metri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Ormai conosciamo il posto molto bene e per noi tutto questo non costituisce un pericolo - afferma il 17enne, che si lascia fotografare da un amico sull'orlo del precipizio -. Giochiamo a nascondiglio, qualche volta ci portiamo delle ragazze e stiamo bene attenti quando ci muoviamo». Il momento più bello? «Lo scorso Halloween. Questo posto durante la notte è qualcosa di fantastico. Ci siamo divertiti da matti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eppure qualcuno qui in passato si è fatto molto male. È accaduto lo scorso 6 ottobre, quando un 14enne precipitò dall'altezza di 5 metri. «Sì conosciamo questo episodio – dice “u drogat” -. C'eravamo noi, lo abbiamo aiutato a scavalcare la recinzione per portarlo fuori, in attesa dei soccorsi». Ovviamente all'arrivo del 118 si dileguarono. Il ragazzo ripresosi dalla spavento raccontò che stava praticando il "parkour", attività estrema che consiste nel scavalcare muri e balconi e ogni tipo di ostacolo urbano. Sport pericoloso da non fare mai da soli e sempre sotto gli occhi di un maestro esperto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quel giorno il ragazzo riportò solo qualche frattura e quindi ci si dimenticò subito di questa struttura di proprietà privata tenuta in stato di abbandono da almeno 20 anni, senza alcuna sorveglianza e in barba a ogni normativa di sicurezza. Perché in Italia, si sa, bisogna aspettare il morto per intervenire, i feriti sono poca cosa.


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  • Ivana - Allucinante ma dico prima di iniziare i lavori non potevano farsi 2 Conticini al posto di lasciare la struttura cosi per 30 anni? Ma io a volte il comune non lo capisco


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