di Raffaella Ceci

Mamamò, guida alle ''app'' per bambini: «Ma genitori e insegnanti sono contrari»
BARI - Una guida per aiutare genitori e insegnanti a scegliere tra le applicazioni per smartphone, tablet e pc, più utili alla crescita e alla formazione dei bambini. E’ Mamamò, un sito internet nato un anno e mezzo fa che segnala e recensisce applicazioni che offrono un contenuto educativo e un intrattenimento creativo per lo sviluppo dei più piccoli. Tutto interessante, ma in Italia sembra che ci sia ancora molta diffidenza nei confronti delle nuove tecnologie. Abbiamo parlato con una delle fondatrici del portale, consulente in comunicazione web per il ministero delle Finanze: la tranese Roberta Franceschetti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come è nato Mamamò?

Mi sono sempre occupata di editoria e comunicazione e qualche tempo fa, quando mi è stato regalato un iPad, ho scoperto che mio figlio di 6 anni riusciva a utilizzarlo molto meglio di me. Ma non potevo lasciare a lui campo libero, dovevo guidarlo verso un uso consapevole e corretto. Così con una mia amica, Elisa Salamini, che lavora sul web, ho cominciato a sviluppare questo “portale guida”. 

Qual è il vostro lavoro?

Noi selezioniamo e organizziamo le app: capiamo se hanno una buona qualità tecnica di realizzazione, se funzionano e se hanno contenuti educativi. Sul portale c’è una divisione di app tra giochi, istruzione, libri, tempo libero. Attraverso la sezione notizie affrontiamo dibattiti per supportare i genitori, indichiamo come evitare che il bambino faccia acquisti involontari in rete, come proteggere i bambini dai pericoli del web ed evidenziamo i vantaggi di un apprendimento attraverso il digitale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali sono le app più richieste dai bambini?

Hanno maggiore successo quelle di gioco, come “Toca boca”, una app con giochi di simulazione che propone al bambino di “giocare al parrucchiere” e di esprimersi in modo creativo sulle chiome di quattro personaggi. Poi ci sono gli e-book, le applicazioni con il metodo Montessori per l’apprendimento della lingua e della matematica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La scuola favorisce l’utilizzo di queste nuovi metodi di istruzione?

Poco. Molti insegnanti rifiutano il digitale, ritengono che non sia istruttivo per i bambini, altri non sanno come utilizzarlo. La diffidenza o la mancata conoscenza delle tecniche di utilizzo non sempre dipendono dall’età anagrafica, anche insegnanti giovani spesso non sanno come e per quali scopi educativi utilizzare le nuove tecnologie. La formazione degli insegnanti ha bisogno di un cambiamento, il ministero dell’Istruzione dovrebbe incentivare corsi di formazione per l’utilizzo di apparecchi tecnologici. In alcuni casi poi, nelle scuole mancano i dispositivi digitali e i mezzi per promuoverne l’utilizzo. Una scuola più vicina al mondo degli studenti, una didattica innovativa e più efficace, sono le condizioni migliori per un apprendimento maggiormente significativo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Qual è invece l’opinione dei genitori sull’uso del digitale?

Molti sono contrari perché associano tutti gli apparecchi tecnologici a “videogiochi sparatutto”, anche se poi lasciano il proprio figlio guardare passivamente la tv, facendo assorbire loro tutto ciò che la pubblicità propina. L’anno scorso abbiamo lanciato un questionario online per far luce sull’uso del digitale da parte dei bambini. Il 70% di genitori, insegnanti, bibliotecari ha dichiarato di non utilizzare libri digitali per bambini. La motivazione principale è la preferenza per il libro cartaceo. I genitori privilegiano “il buon vecchio gioco di legno” ad un’applicazione che permette ai bambini di essere creativi e di creare personalmente il proprio videogioco per poi giocarci. I bibliotecari che, da mediatori culturali dovrebbero incentivare queste nuove iniziative, spesso appaiono più diffidenti dei genitori, e dichiarano che con il digitale “si perda la magia del libro”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non hanno tutti i torti però…

Attenzione, noi non diciamo che il digitale deve essere l’unica finestra sul mondo per i bambini: devono chiaramente essere utilizzati anche i libri cartacei quando questi sono più validi. Ma a scuola l’utilizzo del libro digitale permette di sviluppare “competenze sociali”. Per esempio gli studenti tramite alcune applicazioni possono collaborare per produrre un libro su cui poi andranno a studiare, ci anche videogiochi che permettono una partecipazione attiva al bambino, che potrà costruire una storia, un racconto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non c’è il rischio che i bambini passino troppo tempo davanti a uno schermo?

Certo. Gli studi fatti finora non ci permettono ancora di sapere cosa accade a livello neurologico con il continuo approccio al digitale, per questo è bene imporre dei limiti e delle regole per il suo utilizzo. Mio figlio può utilizzare tv, smartphone e tablet al massimo per un’ora al giorno. É importante che il bambino faccia anche altro, che giochi e si relazioni fisicamente con gli altri bambini, che faccia sport.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il portale "Mamamò": www.mamamo.it


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  • mimmo - Se andate sul sito capite molte cose. Sono supportati da apple e amazon, all'interno del sito ci sono consigli su app per bambini a pagamento ( ovviamente) e simpatici inviti a comprare playstation e fortinite, il videogioco più violento mai inventato. Le loro proposte demenziali riguardo i bambini sono criminali. I bambini devono giocare, sporcarsi e interagire. Non cliccare. Come i dementi adulti.


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