di Raffaele Caruso

Settembre del 1923: tra matador, tori e banderilleros a Bari va in scena la corrida
BARI – Una settimana in cui Bari “parlò” spagnolo, tra matador, spade e banderilleros. In pochi lo sanno, ma il capoluogo pugliese 95 anni fa ospitò una vera e propria corrida, sì proprio l’antico e controverso spettacolo che prevede il cruento scontro tra un uomo e un toro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ad esibirsi, il 9, il 15 e il 16 settembre del 1923, fu una compagnia che stava girando l’Italia per far conoscere anche al di fuori dei confini iberici quesa tradizionale rappresentazione. E così dopo Torino, Roma, Bologna, Verona e Milano, “La Gazzetta di Puglia” annunciò sulle proprie colonne l’arrivo della corrida a Bari. Un evento che stava mietendo grande successo ovunque, pur tra le immancabili polemiche legate all’uccisione gratuita di un animale.

L’esordio avvenne come detto il 9 settembre, una domenica, davanti a migliaia di persone. Nemmeno un cocente sole d’autunno è stato in grado di fermare gli spettatori accorsi”, scriveva all’epoca la Gazzetta.

Non ci è stato però possibile risalire al luogo dell’evento. In una cartolina trovata in rete (vedi immagine), si vede un’arena circolare e sullo sfondo le ciminiere di alcune fabbriche. Potrebbe trattarsi dell’area della caserma Rossani a Carrassi o più probabilmente della zona industriale del rione Marconi adiacente allo stadio della Vittoria.

Ma veniamo alla cronaca. Al primo squillo di tromba, dopo il saluto alle autorità, la corrida ha inizio nella vasta arena, che presenta al centro un palco per la giuria. Come da copione i tori sono tre ed entrano uno dopo l’altro, seguiti dai banderilleros”, che dopo aver sventolato i leggendari drappi rossi iniziano a colpire le bestie al dorso per inferocirle e sfiancarle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E mentre la fanfara militare allieta gli spettatori con marce e inni patriottici, entrano in scena i matador. Il primo è Julio Martinez, che con incredibile freddezza riesce ad evitare le incornate del toro. Al suo fianco c’è don Josè Estrela, detto il Valentino, che riesce a trafiggere un animale con delle frecce, tra gli applausi scroscianti del pubblico barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fremiti di paura e di ammirazione e istanti di silenzio accompagnati da improvvise esplosioni di gioia e di entusiasmo accompagnano l’esibizione. Quando infine nell’arena fa il suo ingresso con un elegante abito il ventenne Paredito, che mostra fiero ai presenti la sua lucida spada. Dopo mille acrobazie dà il colpo di grazia al terzo animale piantando la propria “estoque” tra le vertebre del collo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il toro cade, l’uomo vince: lo spettacolo può chiudersi”, scrive il quotidiano cittadino, che riporta anche un curioso episodio capitato al tale Umberto Aveta, figlio di un generale.

L’organizzazione alla fine della corrida aveva messo in palio ben 250 lire per chi avrebbe avuto il coraggio di strappare una coccarda sistemata tra le corna di un toro. Si fece avanti proprio il prode Umberto, che entrò nell’arena desideroso di portarsi a casa la ricompensa. Ma ogni tentativo risultò vano e il giovane barese fu costretto a scappare tra le risate dei suoi concittadini per evitare di essere travolto dall’animale infastidito.


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  • Sergio - ...e alla fine, BRACIOLOTAS POR TODOS!!!


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