di Antonio Bizzarro

Bisceglie, la liberazione delle tartarughe in mare: salvate da ami, reti ed eliche
BISCEGLIE - «Le portiamo a bordo di un gommone in mare aperto e lì facciamo in modo che scivolino di pancia in acqua: a quel punto le vediamo finalmente nuotare nel loro habitat naturale». Ciò che sta descrivendo il 50enne Pasquale Salvemini, dirigente del Wwf di Molfetta, è lo spettacolo della liberazione delle tartarughe: rettili che dopo essere stati salvati e curati in un centro specializzato, vengono nuovamente ricondotti in mare, nella speranza che altre barche non ne mettano a repentaglio la vita. La liberazione è un evento frequente aperto però al pubblico solo una volta l'anno: lo abbiamo ammirato domenica scorsa. (Vedi foto galleria)

Sono le 10 quando giungiamo sul porticciolo di Bisceglie, luogo pittoresco dove gli ambientalisti stanno preparando la "spedizione". Assieme a Salvemini c'è un altro volontario, il 34enne Fabrizio Stagnani e una ventina di spettatori, in gran parte scout.

Stavolta gli esemplari salvati sono tre, la cui vita è stata messa in pericolo dai pescherecci che con ami, reti a strascico ed eliche possono accidentalmente provocare la morte di questi splendidi rettili. «Proprio i pescatori però sono quelli che più spesso ci avvisano della presenza di creature in difficoltà - spiega Fabrizio -. Molte segnalazioni arrivano anche da altri natanti e dalle capitanerie di porto: del resto copriamo una zona che va da Margherita di Savoia a Torre Guaceto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una volta recuperate, i volontari procedono immediatamente con la "sbalanatura". «È un'operazione che consiste nel togliere dal guscio le incrostazioni dette "denti di cane" - prosegue l'esperto -. Si formano naturalmente ma sono nocive. Poi si passa all'analisi del loro stato di salute, effettuata grazie all'aiuto del dipartimento di Medicina veterinaria dell'Università di Bari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Capita infatti che nell'organismo possa essere rilevata la presenza di plastica o ami da pesca. «Quest'ultimo caso è uno dei più delicati - continua l'appassionato - perchè spesso richiede persino degli interventi chirurgici. Ma di situazioni critiche ne abbiamo viste tante: ricordo il ritrovamento di una bestiola completamente aggrovigliata in una rete di nylon. Per fortuna, pur arrivando a ben 500 salvataggi all'anno, possiamo dire che nel 90% dei casi le nostre terapie hanno successo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Nel bel mezzo della chiacchierata notiamo che si sta avvicinando a un pulmino appena arrivato: è il mezzo con cui sono state trasportate le tre testuggini appartenenti alla specie Caretta Caretta, sistemate in altrettanti vasconi neri. Salvemini e Stagnani le tirano fuori, mostrandole per la prima volta al curioso uditorio. (Vedi video)

Le conche vengono caricate con delicatezza su un gommone arancione, non prima di aver controllato però l'avvenuta catalogazione dei tre animali. «Ognuno di essi ha un nome che viene riportato in appositi registri - sottolinea Fabrizio -. Tale denominazione viene scritta anche su delle etichette in ferro che attacchiamo alle zampe: in tal modo, anche se dovessero essere ripescate in un altro Paese, sarebbe facile risalire alla loro identità. A volte monitoriamo anche il viaggio, attaccando un sensore gps sul carapace».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dall'insenatura salpano così cinque imbarcazioni. L'obiettivo è allontanarsi dalla costa di circa un miglio, la distanza consigliabile per evitare il rischio che le nostre protagoniste si imbriglino nuovamente in resti di reti lasciate nel porto. Il mare è calmo e un leggero vento che soffia da est rinforza delle onde quasi impercettibili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Giungiamo a destinazione e i motori dei natanti vengono spenti. Sul gommone sta per svolgersi il momento clou della mattinata e noi osserviamo il tutto dal motoscafo del biscegliese Gianvito, altro grande “fan” di questi rettili. Mentre Pasquale e Fabrizio cominciano a inclinare i vasconi notiamo come le testuggini agitino energicamente le zampe, quasi avessero già intuito il loro destino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una dopo l'altra vengono fatte scivolare di pancia in acqua. Nuotano freneticamente, puntano verso nord e in un battito di ciglia si inabissano fino a scomparire dalla nostra vista. Gli spettatori rompono il religioso silenzio con un applauso: stamattina si respira profumo di mare, ma soprattutto aria di libertà.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)

Nel video (di Gianni de Bartolo) la liberazione delle tartarughe nei mari di Bisceglie:



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