di Mariavittoria Scoditti Epicoco - foto Antonio Caradonna

Streghe, pozioni magiche e riti misteriosi: viaggio all'interno di un tempio Wicca
CASAMASSIMA – Si fanno chiamare streghe e stregoni, si raggruppano in congreghe, svolgono misteriosi rituali, preparano pozioni e si servono di oggetti che richiamano antichi dèi pagani. Sono i wiccan, seguaci di una religione teorizzata nel 1954 dallo scrittore britannico Gerald Gardner e che sta facendo proseliti in tutto il mondo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche nel barese sono presenti alcuni gruppi composti al massimo di 13 persone che si riuniscono in templi nascosti per praticare il loro credo. Uno di questi si trova a Casamassima, paese a sud-est del capoluogo ed è mimetizzato nel seminterrato di un palazzo. Siamo andati a visitarlo, invitati dalla 45enne sacerdotessa N. (che vuole rimanere anonima). (Vedi foto galleria)

La donna, vestita con un lungo abito scuro, ci accoglie davanti all'ingresso dell’edificio, proprio mentre un inquietante gatto nero sta sbucando all'improvviso da una siepe.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

N. ci condude così nel tempio: entriamo nell’androne dello stabile e scendiamo una scalinata che conduce in un corridoio. Scorriamo una lunga fila di porte tutte uguali fin quando la wiccan si ferma davanti a una di esse, armeggiando un mazzo di chiavi. Sentiamo quindi la serratura scattare, segno che siamo giunti finalmente a destinazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima di accedere nell’ambiente però la nostra guida ci prega di non divulgare il punto esatto del nascondiglio: in passato infatti le streghe hanno subito atti di intolleranza da parte di chi non vede di buon occhio questo singolare culto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Varchiamo la soglia e ci ritroviamo in una stanza a dir poco curiosa. Su ognuna delle quattro pareti è appoggiato un altare che simboleggia ciascun elemento della natura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su quello “dell'aria”, ricoperto da una tovaglia bianca, ci sono una piccola scopa, campane tibetane e l’ankh, una sorta di croce egizia, mentre l’altare “dell'acqua” sorregge conchiglie e altri oggetti che richiamano alla mente l'oceano. Quello “del fuoco” è invece adornato con un drappo dal rosso scintillante e ospita alcuni manufatti riconducibili sempre alla spiritualità degli antichi egizi, tra cui un lungo pugnale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il più grande però è l’altare “della terra”, protetto da un tessuto giallo e posto davanti a un telo dove sono raffigurati tanti nodi intrecciati a formare un disegno: ognuno simboleggia una “benedizione” della madre terra. Sul tavolino sono presenti una grande quantità di simboli. Tra gli altri: il “pentacolo”, la statuetta di Horus (dio egizio del cielo e della luce), un recipiente per le pozioni, melograne e persino una zucca intagliata come quelle di Halloween.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma a cosa servono tutti questi oggetti? «A officiare i rituali – spiega N. -. Specie durante le nostre festività sacre, ci aiutano ad armonizzarci con i ritmi della Natura, entrando in contatto con il “divino” che è in ognuno di noi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La sacerdotessa a questo punto ci mostra gli strumenti più importanti usati nelle celebrazioni, partendo dal pentacolo. «È una stella a cinque punte inscritta in un cerchio - sottolinea la religiosa -. Le punte rappresentano i quattro elementi della Natura più lo Spirito. Racchiude in sé tutta l'energia che cerchiamo di usare per le nostre cerimonie».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La donna prende ora in mano con delicatezza un altro strumento: una bacchetta “magica” contraddistinta da una sfera trasparente fissata su una delle sue estremità. «È un oggetto con cui richiamiamo le entità benevole - afferma -. Lo utilizziamo anche per mescolare le pozioni nel piccolo calderone che avete notato sul tavolo: se giriamo in senso orario è perché vogliamo far nascere qualcosa, in senso antiorario desideriamo invece scacciarla».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come ogni strega che si rispetti quindi anche le wiccan creano pozioni per le più disparate finalità. Per farlo utilizzano il “libro delle ombre”, in cui sono contenuti formule e riti. Ad esempio è possibile preparare un “filtro d'amore” mescolando in una boccetta petali di fiori, miele e zucchero: il tutto viene poi lasciato a riposare per una notte sotto i raggi di luna piena. A quel punto una goccia del composto sarà appoggiata sul cuscino della persona che si vuol fare innamorare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per tutti i rituali vengono usati normalissimi “ingredienti”. «Per voi il peperoncino potrebbe essere qualcosa di insignificante - sottolinea la fedele – bene, noi invece lo potremmo usare per "ravvivare" la vita sessuale di qualcuno. Ciò avviene danzando in gruppo attorno alla pianta e recitando delle formule segrete».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma le streghe sono capaci di danneggiare una persona? «Una wiccan non userebbe mai il suo potere per nuocere – risponde la guida - uno dei nostri precetti è infatti “fai ciò che vuoi purchè non faccia male a nessuno”. Però certo, saremmo in grado di procurare dei guai».  

E in quel momento prende in mano l'athame, un pugnale dal manico nero con la lama molto appuntita. «Serve a "ritagliare" nell'aria apposite barriere attraverso le quali seleziono le entità che possono entrare nel tempio», evidenzia, rassicurandoci. L'esperta ne traccia una proprio davanti a noi: con gesti solenni disegna attorno a sè un cerchio "invalicabile" per qualsiasi soggetto negativo proveniente dall'esterno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A sinistra dell'altare della terra poi balza all'occhio una sedia decorata con un lungo tessuto verde e dei petali rosa. «Questo è il trono dedicato alla “dea madre” - racconta N. - ed è normalmente affiancato a quello del “dio cornuto”, che stiamo preparando. Questi dèi rappresentano il creato: la parte femminile e quella maschile. Qui mi siedo quando voglio concentrarmi per entrare in contatto con una divinità, cosa che può essere facilitata indossando un'apposita maschera».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una di queste è celeste, con i bordi dorati e raffigura un gatto: è quella di Bastet, dea egizia della casa, dei felini e della fertilità. «Mi è di aiuto quando cado in trance - conclude la donna - per cercare di ottenere consigli e previsioni. Sono sensazioni difficili da descrivere: so solo che alla fine mi risveglio stanchissima ma contenta di aver ottenuto le profezie che desideravo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sbalorditi non ci resta a questo punto che lasciare il tempio. Salutiamo N., risaliamo le scale e appena sorpassato l’uscio ci ritroviamo davanti a quel gatto nero che avevamo notato all’inizio. Non sappiamo il perchè, ma lui continua a scrutarci da un muretto poco lontano, fin quando non ci allontaniamo per sempre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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