di Ilaria Palumbo

Monopoli, al di là del cancello un paradiso nascosto e silenzioso: è Monte San Nicola
MONOPOLI – Basta aprire un piccolo cancello per ritrovarsi in un paradiso nascosto e silenzioso, fatto di boschi, trulli, prati verdi e panorami spettacolari. Quella di cui stiamo parlando è la cima di Monte San Nicola, una collinetta sottoposta a vincolo paesaggistico situata in quella parte di Murgia costiera compresa nel territorio di Monopoli. (Vedi video)

La si può notare dalla statale 16, con i suoi 300 metri d’altezza e l’antenna della Rai che fa capolino sulla vetta. Per raggiungerla basta imboccare l’uscita Monopoli-Alberobello e arrivare dopo 7 chilometri in contrada Gorgofreddo. Qui troviamo un cartello che segnala “San Nicola” e ci conduce su un sentiero in salita circondato da macchia mediterranea e casette. (Vedi foto galleria)

Dopo circa un chilometro il viottolo ci porta davanti a un cancello arrugginito: lo apriamo. Di fronte a noi si estende un grande prato che sembra uscito da una cartolina punteggiato da due trulli in stato di abbandono su cui capeggiano ben quindici coni. A destra e a sinistra si trovano dei campi coltivati, addolciti da piccole doline dal colore verde e rossastro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Davanti invece ecco il bosco di conifere. Ma prima di entrare nella “foresta” incontriamo il 28enne Leonardo Capitanio, proprietario dei 30 ettari della sommità, acquistata durante un’asta quattro anni fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Questo - ci dice -  è un luogo bellissimo e conosciuto da pochi, l’ideale per chi ama la natura e la tranquillità. Io lo metto a disposizione di tutti: il cancello non è mai chiuso». Gli facciamo notare quanto sia raro trovare qualcuno che decida di condividere con la comunità ciò che possiede, senza nemmeno lucrarci. Lui ci ringrazia ma aggiunge rammaricato: «Purtroppo a volte trovo dell’immondizia sparsa qui e là e sono costretto a ripulire».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Leonardo è accompagnato da un anziano signore: l’80enne Angelo. «Ho vissuto in questi trulli dal 1949 al 1965 – ricorda nostalgicamente –. All’epoca io e i miei fratelli facevamo pascolare gli animali».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E’ ora arrivato il momento di immergerci nel bosco. I due uomini ci accompagnano alla sua scoperta. Scarpiniamo lungo un sentiero alberato delineato da due bassi muretti a secco, ritrovandoci immersi in una vera e propria foresta composta da pini, abeti e cedri. Il silenzio regna sovrano, interrotto solo dal cinguettio degli uccelli. A un certo punto del percorso la fitta selva lascia spazio a una distesa di maestosi ulivi secolari, vere e proprie sculture i cui tronchi attorcigliati assumono le forme più strane.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Anche se a contrastare con la bellezza della natura incontaminata, ecco spuntare una torretta di avvistamento e l’alta antenna della Rai. Approfittiamo però della prima struttura per salire su delle ripide scale andando a godere così del panorama. Da qui riusciamo ad avere una visuale complessiva del bosco, ammiriamo i pendii della Murgia costiera e soprattutto abbiamo di fronte a noi l’ampia “valle” che si estende fino al litorale raggiungendo il mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Quando il cielo è limpido – ci riferisce Leonardo – si distinguono chiaramente i comuni di Conversano, Polignano a Mare, Monopoli, Savelletri, Torre Canne e persino Ostuni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci resta ora che scendere e dopo aver scoperto i resti dell’antica chiesa di San Nicola ormai quasi del tutto distrutta, decidiamo di ritornare sui nostri passi. Ma prima di rientrare a casa c’è un’ultima meta da raggiungere: si trova alle pendici della collina. Per arrivarci imbocchiamo la provinciale 113 e ci fermiamo su una rientranza della strada.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lasciamo l’auto e alziamo lo sguardo. Su uno sperone roccioso si erge un Cristo redentore: un crocifisso che si staglia nel cielo avvolto dal tramonto. Percorriamo una scalinata ricavata dalla pietra e arriviamo lì dove si trova la statua. Da qui si domina l’intera valle e il Monte San Nicola ci appare in tutta la sua maestosità, fissato su uno sfondo rosa, quasi fosse un dipinto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (di Gianni de Bartolo e Leonardo Capitanio) la nostra visita al Monte San Nicola:



© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Ilaria Palumbo
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  • Gianluca - Ho provato a raggiungere questo luogo stamattina, a meno di 24 ore dalla pubblicazione dell'articolo. Il cancello, differentemente da quello che scrivete nell'articolo, ERA CHIUSO CON LUCCHETTO E CATENACCIO. Adesso mi chiedo: " Ma hanno già cambiato idea oppure il lucchetto l'ha messo qualcun'altro ? "
  • BARINEDITA - Abbiamo contattato il proprietario e ci ha detto che il cancello è solo accostato per evitare l'ingresso delle auto, ma non dei pedoni.


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