di Ilaria Palumbo

Sconosciuto e nascosto in una cava: a due passi da Bari c'è un vero piccolo lago
MODUGNO – Sentieri tortuosi, una conca rocciosa ricoperta da conifere e uno specchio d’acqua color verde smeraldo. Non stiamo parlando di un tipico paesaggio montuoso delle Alpi, ma di un angolo naturalistico a due passi da Bari. Perché in pochi lo sanno, ma nascosto nelle campagne di Modugno esiste un vero e proprio lago: sorge ai piedi di alte pareti di roccia calcarea su cui affiora una flora lussureggiante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si trova nella cava di un’ex cementeria appartenente all’Italcementi, attiva in questa zona fino al 1999 e chiusa perché contaminata da amianto. Da poco bonificata è al centro di un progetto che vorrebbe trasformarla in parco urbano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il luogo però rimane del tutto sconosciuto, visibile solo su Google maps, dove spicca una nitida macchia d’acqua circondata da campi coltivati. Seguendo le indicazioni del navigatore ci siamo messi dunque alla ricerca del tanto misterioso quanto inusuale panorama. (Vedi foto galleria)

Dal centro di Modugno imbocchiamo via Cesare Battisti proseguendo verso Bitetto per circa un chilometro, fino a costeggiare e superare sulla sinistra un lungo muro di cinta, quello che racchiude la zona della cementeria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci avviciniamo e dopo esserci fatti largo tra alcuni alberi ci troviamo davanti a una recinzione in ferro che comunque permette di scorgere quello che sembra un dirupo. Ciò che si vede dall’alto è una vasta superficie pianeggiante che introduce a una mezzaluna rocciosa ai cui piedi c’è il nostro lago. Siamo arrivati a destinazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Mentre cerchiamo di capire come scendere, si accosta a noi il 52enne Francesco, guardiano dell’area, che ci indica la strada da percorrere, dopo averci dato il permesso di arrivare fin giù. Proseguiamo così su via Cesare Battisti per altri 700 metri e passiamo al di sotto di un piccolo cavalcavia, fino a incontrare sulla sinistra uno stretto sentiero. Lo imbocchiamo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra numerose curve seguiamo in discesa l’andamento delle pareti calcaree, completamente attorniate da diverse varietà di pino fra cui spuntano, sull’orlo della rupe, i tetti di alcune villette.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alla fine ci ritroviamo in un grande spiazzo, situato ai piedi di un anfiteatro di roccia scoscesa ricoperta di fiorellini ed erba selvatica. Alle nostre spalle si erge un imponente ponte in cemento in costruzione, mentre di fronte a noi si staglia il sorprendente laghetto, a cui non è però possibile avvicinarsi a causa di un’altra rete di recinzione su cui sono affissi i cartelli che ne indicano la proprietà privata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La conca è di piccole dimensioni, di colore verde smeraldo. Su di essa sbuca un piccolo condotto scavato nella pietra, da cui probabilmente avveniva lo sversamento delle acque di scarico della cementeria. Liquidi che però dopo quasi 20 anni dovrebbero essere evaporati, dunque è plausibile che lo stagno sia il risultato di una falda affiorante, a cui via via si è aggiunta acqua piovana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo di fronte quindi a un lago naturale: un piccolo angolo di natura che è riuscito ad avere la meglio su cemento e amianto. E mentre lo ammiriamo, tra il silenzio che ci circonda e il profumo delle conifere che rende l’aria pura, ci sembra per un attimo di essere in montagna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Ilaria Palumbo
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  • Andrea - Quindi non è possibile andare a vederlo liberamente? Vi è un custode? Grazie.
  • MICHELE - Attenzione a visitare questi posti senza la certezza che non sia pericoloso...guardate questo video , https://www.youtube.com/watch?v=YJQG2bTUsWU , si parla apertamente di zona contaminata.
  • BARINEDITA - Michele ma il video è di 6 anni fa...
  • Enzo - Lo conosco da tempo. Prima che cominciassero i lavori per quello che mi sembra un cavalcavia era anche meglio di adesso. Oltre al laghetto si formava una specie di area umida, ottima per la riproduzione delle libellule che infatti abbondavano. Nel laghetto qualcuno ha fatto arrivare pesci rossi. Non ricordo di aver mai trovato Anfibi di alcuna specie. Però era facile trovare aironi e garzette di passaggio. Nonché qualche rapace.


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