di Mina Barcone

Chiesa di via Garruba, svelati i misteri: è del 1923, fu parrocchia, ma ora è inagibile
BARI - Della chiesa di San Geronimo, l'enigmatico luogo di culto del quartiere Libertà di Bari, ne avevamo parlato la settimana scorsa: ci eravamo lasciati senza essere riusciti addirittura a individuarne l'anno di realizzazione, i proprietari e l'associazione alla quale facesse riferimento. A distanza di pochi giorni però, anche grazie alle tante "dritte" giunte in redazione, abbiamo trovato una risposta ad ogni interrogativo, riuscendo a cancellare l'aura di mistero che avvolge questo curioso edificio di via Garruba.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Innanzitutto l'oggetto della nostra indagine ha una data di nascita ben precisa: fu inaugurato infatti il 23 dicembre 1923 per volere dei Ranieri, facoltosi coniugi che sin dagli inizi del XX secolo desideravano possedere una cappella privata. Di certo la fortuna non fu dalla loro parte, visto che il piccolo tempio fu devastato dalla drammatica alluvione del 6 novembre 1926 e chiuso quindi al pubblico dopo nemmeno tre anni di vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Cadde così nel dimenticatoio per alcuni decenni mentre attorno ad esso il rione si ingrandiva a dismisura. Negli anni 60 l'espansione del quartiere raggiunse un livello tale, da costringere l'arcivescovo a chiedere ai proprietari di accogliere nella loro struttura religiosa una nuova parrocchia capace di accogliere i tanti fedeli della zona.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La proposta fu accettata e seguita da un restyling notevole. Vennero aggiunte due navate laterali all'unica preesistente, sottraendo spazio ai palazzi immediatamente adiacenti e nel 1966 il noto pittore Umberto Colonna affrescò l'abside disegnando il santo da cui prende il nome l'immobile, circondato da quattro angeli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La riapertura avvenne il 1° ottobre del 1972 sotto la guida del parroco don Silvestro Ranieri, figlio dei costruttori della chiesetta che cominciò ad accogliere regolarmente matrimoni, comunioni e battesimi. Anche questa "seconda giovinezza" però durò poco: nel 1978 grossi dissidi tra i Ranieri e la Curia posero fine all'esperienza della parrocchia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il luogo di culto, anche se senza messe, rimase comunque fruibile e anzi nel 1994 attirò l'attenzione di alcune donne del vicinato che usavano incontrarsi in casa per recitare il rosario. «Siamo sempre state affascinate da questa cappella – ci spiega Maria Zaccagni, una di queste signore  -. In particolare eravamo attratte da una stupenda statua ad altezza d’uomo della Madonna di Fatima con i tre pastorelli. Insomma all'epoca sembrò il luogo ideale dove spostare le nostre riunioni di preghiera».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il prete accolse le credenti senza problemi e anzi fondò assieme a loro l'associazione Nostra Signora di Fatima, il cui nome compare su quel cartello dorato che spicca alla destra dell'ingresso. «Nel 1999 però, quando il sacerdote morì, la chiesa chiuse nuovamente – prosegue Maria -. La nostra associazione si spostò così a malincuore nel centro storico. Sarebbe bello poter tornare almeno una volta in quella vecchia sede, ma ora non sappiamo più chi sia il padrone».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Noi in realtà l'erede lo abbiamo scovato, ma preferisce rimanere anonimo. Ci ha detto comunque che San Geronimo è inagibile. Ora sono in corso dei lavori per metterla in sicurezza, al termine dei quali ci è stato promesso che potremmo finalmente visitare la chiesa, per scrivere il terzo e ultimo capitolo di questa insolita storia.


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