di Massimiliano Fina

Un pezzo di archeologia urbana: quando per strada ci si puliva con il "nettascarpe"
Sono fatti di metallo, sembrano in apparenza inutili e a volte rischiamo persino di inciamparci sopra. Parliamo dei nettascarpe, quelle piccole lamine fissate ai muri o ancorate ai marciapiedi accanto all'entrata degli edifici meno moderni: un tempo servivano a strofinarci sopra le suole delle scarpe per pulirle dal fango, oggi costituiscono dei piccoli pezzi di archeologia urbana che stanno gradualmente scomparendo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Realizzati quasi sempre in ghisa, risulta difficile coglierne l'origine esatta: di sicuro erano presenti a Roma già nella prima metà del 1700, ma fu nel secolo successivo che il loro uso dilagò in tutta Europa. La forma variava a seconda del prestigio dello stabile per cui venivano installati: si andava dal comune rettangolo (vedi foto) per le abitazioni più povere a raffinati esemplari abbelliti con fiori, animali, angioletti e spirali da collocare vicino a eleganti dimore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima dell'avvento dell'asfalto la comodità di questi arnesi era notevole: specie in condizioni di pioggia, percorrendo strade sterrate era infatti normale rincasare con le calzature ricoperte di polvere e melma. Nelle città inoltre non era raro calpestare lo sterco lasciato dai cavalli che trainavano carri e carrozze: lo smog e gli ingorghi delle automobili moderne erano problemi ancora sconosciuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


In Italia sotto il regime fascista furono molto apprezzati in quanto strumento utile per l'igiene e il decoro pubblico. Il regio decreto 1102 del 1925 ne raccomandava la presenza in tutti gli alberghi, in particolare nei vestiboli, cioè quegli ambienti che da qualche decennio a questa parte chiamiamo "hall". Già, linguaggi e disposizioni d'altri tempi: basti pensare che lo stesso articolo prescriveva nelle strutture ricettive anche la disponibilità di numerose sputacchiere, recipienti ideati per sputarci dentro saliva e tabacco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'inizio del declino per i piccoli attrezzi arrivò con la Seconda guerra mondiale, quando vennero inseriti tra i materiali ferrosi da riciclare per la fabbricazione di armi e munizioni. Il colpo di grazia fu segnato invece dagli anni 60: la crescente pulizia delle strade e i mutamenti nei criteri di costruzione dei nuovi quartieri arrestarono quasi del tutto la produzione delle "gloriose" lamine. La maggior parte di quelle che erano sopravvissute al conflitto furono quindi staccate o inglobate in nuovi "strati" di marciapiede.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi è possibile ordinare ricercati nettascarpe moderni via internet. Si tratta di uno sfizio che solitamente riguarda benestanti proprietari di ville e può costare anche qualche centinaio di euro. Nessuna attenzione invece per quelli più antichi, indenni a secoli di sfregamenti e intemperie: rimangono lì, spesso piegati e consumati dallo scorrere inesorabile del tempo in attesa di essere sradicati al prossimo rifacimento del marciapiede, silenziosi testimoni della vita quotidiana dei nostri antenati.


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  • ivan - Bell'articolo. Voi di Barinedita raccontate sempre particolari sfiziosi della città. Complimenti
  • BARINEDITA - Grazie mille Ivan!
  • franco - Desidero ringraziarvi profondamente per questo interessantissimo lavoro di Storia locale. Spero prima o poi farete una antologia sotto forma di libro. Grazie ancora.
  • BARINEDITA - Grazie Franco. L'antologia di cui parla è in arrivo...


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