di Katia Moro

Cobain: Montage of heck. Un documentario che mette a nudo il leader dei Nirvana
COBAIN: MONTAGE OF HECK - Genere: documentario. Regia: Brett Morgen. Durata: 133 minuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
  
Il film-documentario, proiettato a Bari in anteprima nazionale durante il Bif&st 2015, celebra Kurt Cobain, leader del gruppo rock dei Nirvana, morto suicida a soli 27 anni il 5 aprile 1994. Si tratta del primo film biografico autorizzato, prodotto proprio dalla figlia di Kurt, Frances Bean, anche lei oggi cantante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È il risultato di otto lunghi anni di lavoro del regista Brett Morgen a cui i famigliari dell’artista hanno aperto l’intero archivio personale. Il documentario è costituito da interviste e dichiarazioni della madre, del padre e della moglie di Cobain e di Krist Novoselic, il bassista dei Nirvana, montati assieme a video amatoriali in super8 girati dalla sua famiglia da quando era bambino sino a dopo il matrimonio. E poi chiaramente concerti dal vivo e brani inediti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il filo rosso di tutto il film è costituito dalle parole e dai disegni scritti da Kurt sulle pagine dei suoi diari. Parole e disegni si animano, prendono corpo fuoriuscendo dai fogli scritti, assumendo una forma tridimensionale al ritmo incessante dei brani suonati dai Nirvana. Disegni inquietanti, violenti si alternano a parole poetiche e di profonda disperazione e solitudine, amalgamandosi con scene di vita quotidiana anche molto intime e registrazioni di show e interviste.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E il documentario sapientemente orchestra tutto questo, sperimentando i più diversi generi linguistici quali quello del fumetto e del cartone animato, che in alcuni punti sostituiscono il linguaggio filmico raccontando verosimilmente pezzi di vita che sembrano emergere direttamente dalla fantasia del cantante americano. Non a caso il film è intitolato “Montage of heck” che era il titolo dato da Cobain stesso a una sua musicassetta su cui aveva realizzato un collage sonoro di provini, registrazioni, pezzi di canzoni e suoni casuali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Questo montaggio-collage mette a nudo una figura di artista di estrema sensibilità e fragilità. Dopo i primi felici anni di vita a Aberdeen, nello stato di Washington, all’età di 7 anni vive l’esperienza della separazione dei genitori che lo segnerà profondamente. Kurt non accetta l’evento e se ne vergogna di fronte agli amici e inizia così ad assumere atteggiamenti di ribellione e insofferenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I genitori divorziati e risposati e il resto della famiglia, tutti incapaci di gestirlo, si rifiutano di averlo in casa e il ragazzo cambia continuamente dimora sentendosi continuamente non accettato e non amato a casa come a scuola. Troverà la salvezza, come emerge dalle sue stesse parole, nella marijuana. E non si libererà da questo “antidoto-droga”, visto che poi passerà all’uso dell’eroina soprattutto dopo il matrimonio con la cantante rock Courtney Love.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Con una carriera tanto breve quanto fulminante, Cobain, con il suo gruppo fondato nel 1987, i Nirvana, raggiunge l’apice del successo ma non riesce a gestire la fama, il peso di essere considerato un’icona, la pressione delle interviste che rifiuta sistematicamente e delle critiche e dei giudizi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I momenti più drammatici sono però rappresentati dalla nascita della figlia, l’unico essere umano per il quale l’artista si impegna a abbandonare la droga, non riuscendoci però e per la quale lotta strenuamente contro le accuse che piovono su di lui e sulla moglie (eroinomani anche durante la fase della gravidanza) e contro i tentativi di sottrargliene la custodia. Kurt riesce a vincere questa battaglia, mantenendo l’affido dell’amata figlia Frances, ma non quella contro l’eroina e contro la propria sofferenza interiore che, inevitabilmente, lo schiacceranno.


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