di Nicola Paparella

''Non c'è più religione!'': la commedia di Minervini unisce baresità e multiculturalismo
NON C’E’ PIU’ RELIGIONE! Genere: Commedia. Regia: Francesco Minervini. Attori: Elena Cascella, Marco Cusani, Jenny Mineccia, Isabella Careccia, Gianni Monteleone, Luca Amoruso, Claudia Loseto. Durata: 120 minuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nicola Loserio (Francesco Minervini, nella foto), commerciante di mezza età tradizionalista e “bacchettone” e sua moglie Angelina (Elena Cascella), tipica donna verace del Sud di indole più comprensiva, vivono nella loro casa assieme al padre di Nicola, Pasquale (Gianni Monteleone). La loro figlia, Chiara (Claudia Loseto), è in procinto di sposarsi con un collega medico conosciuto a Londra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fervono i preparativi per la festa di fidanzamento e per l’occasione i coniugi assumono una donna delle pulizie ucraina con la passione per la danza, Svetlana (Jenny Mineccia). La multietnicità presente in casa Loserio aumenta ancora. Sopraggiungono l’imbianchino di origine albanese (Marco Cusani) con la passione per il canto che non manca mai di deliziare i suoi padroni con performance canore non richieste, e soprattutto Jolanda (Jenny Mineccia), una colf rumena assunta per assistere Pasquale. La donna farà perdere la testa all’anziano uomo tra l’incredulità dei parenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma non è finita, Chiara torna dall’Inghilterra con la testa avvolta in uno scialle, raccontando di essersi convertista all’Islam e di essersi fidanzata con un uomo musulmano. Ed è qui che Nicola esclama, in preda all’esasperazione che “non c’è più religione!”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La regia di Francesco Minervini ci proietta in casa di una famiglia “tipica” barese alle prese con situazioni “moderne”, quali appunto il multiculturalismo. Si tratta di una commedia in vernacolo dai toni familiari e comici, dotata di una baresità spesso esasperata, ma capace di strappare più di un sorriso allo spettatore, come quando Nicola fa le parole crociate cercando di inserire parole in dialetto o cita a sproposito Dante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Bravi gli attori della compagnia Tavole Magiche, che mettono in scena il vecchio detto “a Bari nessuno è straniero”, dimostrando (se mai ce ne fosse bisogno) che gli uomini sono tutti uguali, a prescindere da colore della pelle e religione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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