di Nicola De Mola

Film. Tutto tutto niente niente, Albanese si fa in tre ma non convince
TUTTO TUTTO NIENTE NIENTE Genere: Commedia. Regia: Giulio Manfredonia. Attori: Antonio Albanese, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Davide Giordano, Lunetta Savino, Viviana Strambelli, Teco Celio, Manuela Ungaro, Niki Novara, Vito, Fabrizio Bentivoglio, Paolo Villaggio. Durata: 90 minuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
A due anni da “Qualunquemente”, film nel quale vestiva i panni di Cetto La Qualunque, Antonio Albanese torna nei cinema ancora una volta diretto da Giulio Manfredonia. E stavolta il comico brianzolo decide addirittura di triplicarsi, interpretando il secessionista veneto razzista Rodolfo Favaretto, il tossicodipendente pugliese Frengo Stoppato (il Frengo e stop dei tempi di Mai dire gol nella sua versione 2.0), oltre al politico calabrese corrotto e depravato amante del “pilu”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Finiti tutti in carcere, La Qualunque insieme alla sua giunta, Favaretto per aver gettato in mare uno dei suoi braccianti extracomunitari creduto morto, Stoppato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, i tre vengono rimessi in libertà grazie all’interessamento del Sottosegretario (Fabrizio Bentivoglio) che deve sostituire alcuni parlamentari misteriosamente uccisi per mantenere la maggioranza di un governo presieduto da un premier silenzioso e bulimico (Paolo Villaggio).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Trasferitisi così a Roma, gli improvvisati onorevoli cominciano a combinare un disastro dietro l’altro, facendo così pentire della sua scelta il loro “salvatore”, il quale stabilisce con i suoi colleghi che l’unica maniera per rimediare al suo errore è far tornare i tre in galera. Il giorno in cui in aula si decide sull'autorizzazione a procedere contro di loro, Cetto rivela però che fu proprio il Sottosegretario a ordinare l’omicidio dei parlamentari e, approfittando del susseguente bailamme, riesce a fuggire all'estero con Rodolfo e Frengo per evitare la carcerazione e proseguire rispettivamente nei propri interessi: “u’pilu”, la secessione e la droga.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il grandissimo successo al botteghino del primo episodio aveva reso quasi obbligatoria la realizzazione di un sequel. Stavolta però, nonostante Albanese si faccia letteralmente in tre per ribadire vizi e indecenze di chi ci governa e nonostante la pellicola sfoci a tratti in una comicità quasi surrealista (i palazzi del potere rappresentati come una sorta di decadente senato romano pieno di gente assurda che passa la giornata tra ozi e vizi e il parlamento come la curva di uno stadio, solo per citare due esempi), non riesce a pieno nell’intento di divertire il pubblico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’impressione è che il film non centri il bersaglio, proprio perché rappresenta uno spaccato di vita solo apparentemente un po’ macchiettistico, una serie di vicissitudini a cui gli italiani si sono loro malgrado abituati e sulle quali, anche se portate ai limiti della parodia e oltre, forse hanno ormai ben poco da ridere.


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