Letto: 6464 volte | Inserita: lunedì 30 gennaio 2017 | Visitatore: Nicola

Siamo genitori di due ragazzi, di 14 e 10 anni, che da un po' di tempo ad una qualsivoglia nostra richiesta di collaborazione reagiscono con stizza e disobbedienza, al punto da avere atteggiamenti di vera e propria ribellione e "strafottenza". Atteggiamenti a cui non sappiamo come rispondere: ci arrabbiamo molto, ma abbiamo paura di essere troppo severi. Sappiamo che uno “scappellotto” non sortirebbe alcun effetto positivo e in più abbiamo paura di reazioni esagerate, come quelle di alcuni adolescenti che sono scappati di casa o si sono addirittura tolti la vita per una lite in famiglia. Noi però non sappiamo più come regolarci. Come consiglia di comportarci per evitare di perdere la situazione dalle mani?

Sicuramente l'età dei vostri due figli è tipica di un periodo in cui si mette in discussione l'autorità dei genitori e in cui si assiste a un rifiuto generale delle regole, anche per il semplice gusto di infrangere gli insegnamenti acquisiti. Il vostro primogenito è inoltre entrato in quella fase tanto temuta detta "adolescenziale", in cui si iniziano a mettere in atto le prime forme di ribellione per cercare di trovare la propria autonomia e soggettività. Di contro, è possibile che il fratellino più piccolo cerchi per imitazione di seguire lo stesso comportamento del fratello maggiore preso come ideale.

E’ chiaro che la vita familiare date queste premesse non può che divenire conflittuale: farsi ascoltare è sicuramente difficile e spesso può capitare di urlare per attirare l'attenzione dei figli o di ricorrere anche “alle mani”. Ma castighi e reazioni violente rischiano però di provocare l’effetto opposto, creando frustrazione nei figli che tenderanno a reagire in modo altrettanto radicale.

Come se ne esce? Bisogna capire che spesso i comportamenti ribelli nascono da una mancanza di fiducia da parte degli adulti nei confronti delle capacità dei figli. E’ necessario in questa fase riuscire a incoraggiare i propri figli a costruirsi la strada per la propria autonomia. Questo non vuol dire lasciarli liberi di fare qualsiasi cosa passi loro per la testa, ma alla severità di un ordine va preferita la chiarezza di una regola, che va spiegata e motivata.

I ragazzi devono essere “guidati”, anche attraverso dei “no”, ma posti con un tono diverso: non più “comandi”, ma regole certe. Bisogna essere autorevoli non autoritari. E’ fondamentale che avvertano la convinzione che ci mettete nel porre loro dei limiti, cosa che deve essere condivisa da entrambi i genitori: dovrete necessariamente seguire uno stesso registro comunicativo per evitare di creare confusione e ambiguità.

 

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MORENA LEONE - Psicologa clinica e psicoterapeuta, operatrice di training autogeno. Attualmente collabora a Bari in qualità di formatore nel settore psicopedagogico, oltre a esercitare la propria attività come libera professionista.

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