di Katia Moro

Castel del Monte, tra esoterismo, templari e hammam: «E' pura fantasia»
BARI – Tempio esoterico, osservatorio astronomico, contenitore del Sacro Graal, rifugio dei Templari e ora anche hammam per la cura del corpo. Queste sono le accattivanti teorie che si sono succedute riguardo a Castel del Monte, fatto costruire intorno al 1240 dall’imperatore Federico II di Svevia a 540 metri di altezza lungo le Murge occidentali e a 18 km dalla città di Andria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Indubbiamente la sua particolare ed affascinante struttura a pianta ottagonale con otto torrette di uguale forma geometrica che si innestano a ogni spigolo e con corte interna che a sua volta riproduce un ottagono, ha scatenato la fantasia di chi ha scorto in questa ripetitiva singolarità una miniera di suggestioni. Anche se per molti quello rimane un castello come tanti altri esistenti in Puglia. Tra questi c’è lo storico barese Massimiliano Ambruoso, che ha pubblicato recentemente il volume dall’ironico titolo: “Castel del Monte. Manuale storico di sopravvivenza”. In questo testo lo studioso si propone di confutare punto per punto tutte quelle che lui considera le false credenze e le errate spiegazioni fornite sino ad oggi sul castello murgiano. L’abbiamo intervistato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Quando nasce la visione di Castel del Monte come tempio esoterico?
 
È a partire dagli anni 70 che improvvisamente un bancario barese appassionato di Storia inizia a mettere in discussione l’interpretazione di Castel del Monte solo come castello: si tratta di Aldo Tavolaro e di tutti i suoi epigoni che continueranno a tracciare questo percorso. Secondo Tavolaro il castello costituirebbe  una summa di tutti gli studi di astronomia, matematica e geometria condotti all’epoca nella colta corte di Federico II. La distribuzione del cortile e delle torri ottagonali che creano otto sale interne trapezoidali seguirebbe i movimenti del sole nel corso di un anno solare. Secondo lo studioso se si immagina l’esistenza, al posto del castello, di un palo alto m. 20.50, a suo dire altezza della parete del cortile,  ogni mese in cui il Sole entra in un nuovo segno zodiacale, proietterà sul terreno un' ombra lunga di volta in volta quanto il cortile del castello (ad esempio a settembre) o larga quanto quella delle sale (per esempio a ottobre). Ma già alla fine degli anni 90 alcuni studiosi avrebbero appurato che non è quella l’altezza delle pareti, per cui l’avvicendamento astronomico-zodiacale non si realizzerebbe affatto. E poi, è corretto voler affibbiare a un imperatore medievale interessi di tipo esoterico molto più consoni all’epoca contemporanea che non a quella ben diversa del XIII secolo?

La corte di Federico II però fu innegabilmente fucina di studi di astronomia, geometria e matematica di elevato livello.

Indubbiamente. Ma ciò non basta a giustificare un’altra teoria formulata da Tavolaro in base alla quale il castello costituisce la massima realizzazione della cosiddetta “divina proporzione”, ossia del celebre rapporto 1,618 detto “numero d’oro”. Iniziando dall’ingresso del castello ci si imbatte nel timpano posto sul portale che è un triangolo isoscele con il vertice aperto a 108°: per cui moltiplicando la lunghezza di un lato del triangolo per 1,618 si otterrebbe la lunghezza della base del triangolo stesso. Ugualmente avverrebbe per le sale trapezoidali: moltiplicando il lato minore del trapezio per 1,618 si otterrebbe il lato maggiore. Ebbene, è stato scientificamente dimostrato che tutti i castelli del sud Italia sarebbero stati costruiti come iscritti in un ipotetico rettangolo di divina proporzione tranne proprio quelli della Murgia, che non rispecchierebbero affatto questo canone. Così come non trova nessun riscontro scientifico la teoria seconda la quale originariamente il castello sarebbe stato costruito a un piano affinché fungesse da osservatorio astronomico perché non è stato rintracciata nessuna testimonianza in merito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Castel del Monte è anche inserito nella lista dei luoghi considerati depositari del mitico Santo Graal.

Questa poi è un’ipotesi che mi rifiuto anche solo di prendere in considerazione. La teoria secondo cui sarebbe stato costruito dai Templari per contenere il Santo Graal e poi donato a Federico II mi appare quanto mai improbabile. Innanzitutto perché i templari non sono mai stati in quel luogo, poi perché non hanno mai avuto buoni rapporti con Federico II, avendo tentato al contrario di eliminarlo, e infine perché, oltretutto, la famigerata coppa non è che un’invenzione letteraria scaturita dalla penna del poeta francese Chrétien de Troyes nel XII secolo. Qui siamo nell’ambito della pura fantasia e non è il terreno su cui opera uno storico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma come rispondere a chi controbatte che questo è l’unico castello costruito in posizione isolata e circondato dal nulla, privo di un fossato, di un ponte levatoio, di scuderie e cucine esattamente come tutti gli altri edifici del genere?

Nulla di più falso. Purtroppo oggi il castello ci appare assolutamente depredato del suo aspetto originale essendo venuti meno una serie di elementi. Castel del Monte è stato al contrario progettato come un punto di collegamento tra i castelli della via Appia e quelli della via Traiana e dunque per nulla isolato e, dalle cronache del 1300 del notaio Domenico da Gravina, emerge che questa fortezza, esattamente come quella di Trani, Taranto e Brindisi, era circondata da mura che fungevano da apparato difensivo, anche se oramai inesistenti. All’interno di queste mura vi erano sicuramente delle scuderie, oggi non più visibili perché essendo state costruite in legno sono andate irrimediabilmente distrutte. Quanto alle cucine non possiamo di certo aspettarci fornelli alla maniera moderna. I numerosi camini nelle stanze del castello sono stati indubbiamente utilizzati per preparare cibo. D’altra parte sono attestate visite e anche nozze organizzate nei saloni. Si può dunque credere che gli ospiti giungessero senza cavallo o che non sapessero poi dove ricoverarli se non in scuderie e che infine non si cucinasse e mangiasse al suo interno come testimonierebbero anche i numerosi elenchi di masserizie depositate nel luogo? Ed per finire sull’assenza del fossato e del ponte levatoio, che vediamo oggi ad esempio nei castelli di Bari e Trani, si tratta di aggiunte successive che non risalgono all’epoca federiciana: i castelli all’epoca semplicemente non venivano progettati con tali strutture.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non è un tempio esoterico, non un osservatorio astronomico, qual è dunque la funzione di questo castello?

Mi rendo conto che queste teorie possono apparire più attraenti e affascinanti, ma la storia si fa con i documenti. Non mi pare di degradarlo o renderlo meno interessante se affermo che Castel del Monte esattamente come tutti gli altri costruiti ex novo da Federico II, come a Gravina, Lagopesole, Capua e Maniace, avevano un carattere residenziale ma anche militare e difensivo oltre che di residenza di caccia. Una cosa è certa e sento di poterla escludere: a mio modo di vedere nessuno dei castelli federiciani e comunque nessun castello dell’epoca ha mai ricoperto il ruolo di hammam o cura termale sul modello di quelli orientali. Questa è infatti l’ultima suggestiva teoria elaborata da due studiosi del Politecnico di Bari e addirittura ripresa durante una nota trasmissione televisiva della Rai. L’elemento “probante” sarebbe infatti rappresentato dalla presenza di canali di scolo, tubature, condutture per l’acqua e cisterne più ampie del normale. Ma in realtà a me risulta che in tutti i castelli medievali ci sono tubature, ampie cisterne e molta attenzione per lo scolo delle acque, non tali però da giustificare l’esistenza di un hammam in epoca medievale in Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Forse è la singolare forma di Castel del Monte che porta a fantasticare sui motivi della sua costruzione…  

Sì, con la sua irripetibile forma e posizione geografica il castello assurge sicuramente a simbolo, ma a un tipo di simbolo che andrebbe contestualizzato nell’epoca e in relazione al personaggio di  Federico II. È un ottagono che riproduce altri ottagoni e ripercorre la forma della corona imperiale di Aquisgrana ereditata da Ottone I e con forma appunto ottagonale. Dunque una chiara allegoria utilizzata da un forte potere imperiale che voleva imporsi in maniera determinante e che quindi doveva essere visibile a tutti tanto da costituire un vero e proprio manifesto di propaganda politica scolpito nella pietra. Si tratta solo a mio parere di dover sottrarre un monumento di indubbio valore e suggestione dal piano della fantasia per riporlo nel campo della storia che più gli compete.


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  • SAVERIO - Credo che hai voluto sistematicamente ridurre a nulla le msvariate ipotesi di lettura del Fenomeno...http://www.hwh22.it/xit/S27_esoterismo/castelmonte.html Io credo che la "Verità" stia sempre al centro... Un Saluto!
  • Racanelli Nicola - Al di là delle fantasie... E dell'analisi punto per punto, su alcuni dei quali si può anche essere d'accordo... Meraviglia che l'emerito professore scriva di scienza storica unicamente su base documentale. Che è fondamentale nella ricerca ma non l'unica variabile attendibile. Le Goff docet... E comunque se di un simbolo si tratta, basta leggere Franco Cardini, per intendersi. La lettura del Maniero è chiara, non solo come attestazione della "potestas" federiciana, ma nel suo rapporto tra l'umano e il divino. Ed è questa relazione che occorrerebbe meglio definire.
  • Giuseppe Pinto - Quanta sicumera! Ogni tanto arriva qualcuno che detiene il fuoco sacro del sapere, in base a quale nuova acquisizione documentale? Boh! Dopo infinite interpretazioni di fantasia che hanno accompagnato il manufatto da secoli, finalmente studiosi provenienti da discipline e competenze che non riguardino la sola lettura di carte o la semplice l'interpretazione di una lettera del 1240, intraprendono una lettura multidisciplinare i cui contenuti affondano le loro radici nell'architettura, ingegneria, archeologia, astrologia nella tecnica e storia dell'arte, scevra da pregiudizi, finalizzata a dare una risposta comprensibile a questo magnifico monumento. Ci vuole pazienza, studio e tempo, tanto tempo affinché finalmente si possa conoscere la verità storica qualunque essa sia. Buona fortuna a tutti gli studiosi che con il loro impegno stanno finalmente squarciando le nebbie dell'ignoranza e della prosopopea.


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