di Raffaella Ceci

I bambini dislessici: «Molti insegnanti non accettano il problema»
BARI – Hanno caratteristiche fisiche e mentali nella norma, ma non sono autosufficienti nell’apprendimento, perché non riescono bene a leggere, scrivere e fare calcoli. Parliamo delle persone che hanno disturbi specifici dell’apprendimento (dsa). I più diffusi sono la dislessia (difficoltà nel leggere correttamente e fluentemente), la disortografia (impossibilità nello scrivere senza compiere errori grammaticali), la disgrafia (difficoltà di riprodurre in forma scritta lettere o parole) e la discalculia (disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dal 1997 si è diffusa in Italia l’Aid (Associazione italiana dislessia), un’organizzazione di volontari nata a Bologna e attiva a Bari dal 2000. Si tratta di genitori di bambini dislessici, dislessici adulti, insegnanti, psicologi, logopedisti e pediatri, che cooperano tra loro e con le Istituzioni per riconoscere subito questi disturbi, soprattutto nei bambini, cercando strumenti adeguati per superarli. Anche se la scuola italiana fatica ancora ad adattarsi alle esigenze di chi incontra questo tipo di problemi. Abbiamo intervistato Mara Lentini Graziano, insegnante di scuola dell’infanzia e presidente dell’Aid nelle province Bari e Bat.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quanti sono i bambini con dsa?

Questi disturbi colpiscono il 4-5 per cento della popolazione scolastica. Quindi in ogni classe di 20-25 alunni ci sono 1-2 studenti con disturbi specifici dell’apprendimento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quante sono le associazioni per la dislessia in Puglia e qual è il vostro ruolo?

È presente una sezione dell’associazione in quasi tutte le province d’Italia: in Puglia ce ne sono cinque. La sezione di Bari e Bat è composta da circa 250 soci, la maggior parte dei quali genitori di bambini con dsa. Ci riuniamo almeno una volta al mese nell’Istituto Comprensivo Eleonora Duse di Bari e cerchiamo di organizzare iniziative per aumentare la consapevolezza e la conoscenza di questi disturbi. Programmiamo seminari e incontri in cui spesso incentiviamo la testimonianza di ragazzi con dsa che raccontano il loro percorso di studi, le loro relazioni con i compagni, le loro esperienze con professori che non valorizzano e riconoscono il loro impegno. Abbiamo anche sportelli di ascolto a Molfetta e Polignano e favoriamo consulenza nelle scuole.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come fate a individuare i bambini dislessici?

Attualmente in tutti i circoli didattici si stanno effettuando degli screening, indagini diagnostiche, per individuare gli alunni con dsa. Viene fatta un’indagine su tutta la classe e poi si procede con test più specifici per i bambini che manifestano qualche criticità. Infine si produce una relazione che viene consegnata alla Asl.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali sono i campanelli di allarme che fanno scattare un sospetto dsa?

Un ritardo nel linguaggio, confusione di lettere e suoni tra loro, incapacità di scrivere a stampatello, di scrivere numeri entro il dieci. Un bambino con dsa tende a unire lettere che sono separate, confonde lettere simili tra loro, per esempio la “m” con la “n”, la “p” con la “b”, legge “il” al posto di “li”. Il bambino dislessico è in grado di comprendere perfettamente il testo se lo ascolta da un adulto,  ma non se lo legge da solo: leggono le sillabe delle parole in un tempo superiore alla norma e questo provoca in loro un problema. Di solito la dislessia è associata anche alla disortografia, al disturbo della scrittura e a problemi con il calcolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La scuola come si adegua a questi studenti?

I bambini con questi disturbi non hanno bisogno di insegnanti di sostegno, comprendono i contenuti didattici, ma gli insegnanti devono adeguarsi alle loro esigenze. La legge n. 170 del 2010, promossa dall’Aid, riconosce l'esistenza di questi disturbi, ma ancora oggi i bambini dislessici faticano a essere compresi a scuola. La legge prevede la redazione di un “piano didattico personalizzato” con l'indicazione degli strumenti compensativi da adottare per studenti con dsa. Hanno diritto per esempio all’utilizzo della calcolatrice, a scrivere il compito in classe di italiano al computer, dove la correzione automatica di Word evita errori lessicali, all’uso di mappe concettuali durante le interrogazioni. Tuttavia molti insegnanti, anche giovani, sono ancora convinti che l’apprendimento debba passare unicamente attraverso il codice scritto sulla pagina. E poi oltre alla mancata apertura di alcuni insegnanti verso l’utilizzo di strumenti digitali, resta il fatto che gli investimenti nella scuola sono pochi e non sempre gli istituti hanno la possibilità di acquistare computer.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali problemi hanno avuto gli studenti delle precedenti generazioni, la cui dislessia non è stata riconosciuta?

Le loro difficoltà sono state spesso considerate erroneamente conseguenza di pigrizia, di svogliatezza verso lo studio o di problemi famigliari, legati, per esempio, a una separazione dei genitori. Insegnanti e genitori hanno per esempio consigliato di scegliere un istituto professionale o di abbandonare la scuola perché il ragazzo “non era portato”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E invece ora che cosa è cambiato?

Non si può “guarire” dai dsa, proprio perché non si tratta di malattie, ma si possono trovare gli strumenti giusti per compensare le difficoltà e per continuare gli studi. Oggi i soggetti con dsa scelgono di studiare anche in un liceo classico o scientifico e frequentano le diverse facoltà universitarie. È rarissimo tuttavia che si scelga un liceo linguistico: le lingue straniere non si scrivono come si pronunciano e questo comporta una grande difficoltà per i ragazzi dislessici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


 


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