di Katia Moro

«Al Policlinico poche ostetriche in sala parto, ma è lì che si compie il lavoro più duro»
BARI - È tra i mestieri più antichi al mondo e ha un ruolo determinante durante il travaglio, il parto e subito dopo la nascita di ogni bambino. Parliamo dell’ostetrica, di fatto colei che fa nascere i bambini in caso di parto naturale e che spesso affianca i dottori durante i cesarei.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un ruolo dunque estremamente importante e delicato, ma che nel Policlinico di Bari (nella foto) non sarebbe possibile svolgere con adeguata serenità e tranquillità. Questo almeno è quanto ci hanno confidato alcune delle ostetriche del principale nosocomio pugliese, che ci hanno contattato per denunciare, in forma anonima, le difficoltà che incontrano nello svolgere al meglio il proprio compito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qual è il problema che volete sia reso pubblico?

Noi denunciamo il fatto che in sala parto lavorano meno ostetriche di quante ce ne sarebbero bisogno. Nel Policlinico di Bari c’è stata una cattiva distribuzione e gestione del personale, non equamente ripartito per quantità e carico di lavoro assegnato. Perché nell’ospedale le ostetriche ci sono, ne risultano impiegate circa 80, ma solo 13 lavorano in sala parto e operatoria, lì dove si compie il lavoro più duro e carico di responsabilità, quello da “vera ostetrica”. Tutte le altre operano nei vari reparti con mansioni meno impegnative e orari più tranquilli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ovvero?

Le altre ostetriche si limitano a svolgere le attività necessarie nei vari reparti e ambulatori, come preparare un’ecografia o coadiuvare il ginecologo durante un’amniocentesi, compiti che potrebbe svolgere anche un’infermiera. A noi invece spetta non solo la gestione del travaglio, del parto e del puerperio, ma anche l’esecuzione dei tracciati, il controllo dei battiti, la misurazione della pressione, i prelievi e il monitoraggio di chi ha appena subito un’operazione. In più dobbiamo rassicurare le pazienti, registrare le nascite, compilare certificati e provvedere all’assegnazione dei braccialetti identificativi evitando di commettere insanabili errori. Infine: solo noi della sala parto siamo costrette a lavorare il sabato e la domenica e a sostenere turni notturni di otto ore consecutive, tutte le altre hanno una normalissima vita lavorativa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Perché ritenete necessario essere di più in sala parto?

In sala parto siamo solo 3 per turno, mentre secondo il patto Stato-Regione del 2010, lì dove ci sono più di 1800 parti l’anno, dovrebbero essere impiegate almeno 4 ostetriche. E c’è da dire che il Policlinico di Bari funge anche da Unità operativa di terapia intensiva per cui qui afferiscono tutte le emergenze. Le pazienti stazionano da noi finché non si risolve in un modo o nell’altro il loro problema, creando così un intasamento notevole. Siamo troppo poche per affrontare al meglio questa situazione. Tra l’altro quello di assistere il chirurgo in sala operatoria non rientrerebbe tra i nostri compiti: queste sono mansioni delle infermiere strumentiste. Per noi non c’è problema, solo che ogni volta che “operiamo” nessuno ci sostituisce nel frattempo in sala parto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non basterebbe spostare qualcuna delle altre 67 ostetriche?  

Questo è ciò che noi vorremmo. Purtroppo però chi ha avuto la “fortuna” di essere collocata nella più comoda posizione dei reparti e ambulatori si rifiuta di rinunciare a tale vantaggio e si oppone a ogni spostamento. Ma negli ultimi due anni, da quando cioè la direzione del Policlinico ha iniziato a non sostituire le ostetriche che andavano in pensione, in maternità o in malattia, alcuni cambiamenti sono diventati necessari. Ne abbiamo parlato con il direttore generale, il quale a dicembre ci aveva assicurato che tutto sarebbe stato sistemato. E invece non è variato ancora nulla.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Secondo voi queste vostre difficoltà si potrebbero ripercuotere anche sulle pazienti?

Certo e vi facciamo anche un esempio. L’altra notte abbiamo salvato una donna per miracolo: sembrava dormisse ma in realtà era svenuta a causa di una forte emorragia in corso. Ce ne siamo accorte e siamo intervenute tempestivamente, ma solo perché in quel momento non c’erano altre urgenze ed eravamo tutte e tre in sala parto. Noi amiamo il nostro lavoro proprio per quel rapporto speciale che si crea con le pazienti e ci impegniamo sempre a svolgerlo nel migliore dei modi. Ma pretendiamo di essere messe nelle condizioni di operare in sicurezza, per noi e soprattutto per chi deve mettere al mondo un figlio.


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  • Sabrina - È vero troppe giovani ostetriche in ambulatorio che oltre a far quel poco si permettono di maltrattare verbalmente le pazienti. Un sistema che non funziona
  • Cinzia - Sono d'accordo appieno cn quanto denunciato!.... Ho vissuto x circa 2 mesi in questo clinica a seguito di complicanze durante la mia prima gravidanza e spesso e volentieri mi trasportavano d'urgenza in sala parto! Alcune volte è capitato Ke confluivano piu' donne nello stesso momento, tt bisognose di attenzione e monitoraggi vari! Reparto efficentissimo ma confermo Ke la situazione è proprio quella descritta in qto articolo!!! Le conosco praticamente tutte! Anzi approfitto x ringraziarvi tutte per la Professionalità, dolcezza, pazienza e tanto coraggio che m avete dato in quei giorni difficili per me.... È grazie a voi che posso guardare negli occhi ed amare ogni giorno sempre più il mio piccolo Antonio! Grazie! Vi stimo e vi voglio bene tutte! Cinzia Nitti


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