di Vincenzo Drago

Attentati di Parigi, la comunità islamica pugliese: «L'Isis fa comodo all'Occidente»
BARI - Reparti dell'esercito in allerta, controlli più rigidi al porto e all'aeroporto e posti di blocco nelle vicinanze di obiettivi "sensibili" come chiese e università. Anche Bari in questi giorni sta adottando misure di sicurezza maggiori del solito dopo gli attentati compiuti dall'Isis a Parigi lo scorso 13 novembre: sono provvedimenti presi d'urgenza dalla Questura su indicazione del Governo italiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C'è una parte della cittadinanza che però rischia di doversi proteggere non solo dalla minaccia di un nuovo attacco terroristico, ma anche dall'ostilità dell'opinione pubblica alimentata da alcuni politici e giornali: si tratta dei 10mila musulmani che vivono nel capoluogo pugliese. La loro "colpa"? Quella di adorare Allah, lo stesso dio che i criminali di una settimana fa hanno acclamato a gran voce prima di uccidere 129 persone nella capitale francese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

"Attenzione, ogni fedele islamico può essere un potenziale kamikaze": è questo insomma il messaggio superficiale che stanno trasmettendo alcuni organi di informazione. Ma quali effetti sta avendo questa generalizzazione nel rapporto tra i musulmani baresi e il resto dei cittadini? Qual è la loro opinione rispetto ai tragici avvenimenti d'oltralpe? È giusto aver intensificato l'attività delle forze dell'ordine anche a Bari?

Sono interrogativi che abbiamo posto a Sharif Lorenzini (nella foto), vicepresidente della comunità islamica in Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'eco mediatica per i fatti di Parigi è ancora forte: sta cambiando qualcosa nell'atteggiamento dei baresi nei vostri confronti?

L'accettazione della componente islamica a Bari non è mai stata problematica e neanche le stragi in Francia per ora sono riuscite a intaccare questa situazione sostanzialmente pacifica. I baresi mediamente hanno seguito con maturità gli avvenimenti parigini senza scadere in discriminazioni: vedo nei loro occhi tanta curiosità e voglia di approfondire il delicato contesto internazionale che si sta delineando, ma nessuno ci ha puntato il dito contro come invece sta succedendo in alcuni talk show televisivi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Secondo lei ha senso aver rinvigorito la sorveglianza dei luoghi più affollati di Bari? C’è un reale rischio?

Irrobustire le misure di sicurezza è un atto di precauzione necessario, credo però che Bari sia un obiettivo poco “appetibile” per i terroristi. Spero comunque che i controlli non si trasformino in psicosi: sarebbe sgradevole mettere sotto torchio delle persone solo perchè hanno la barba lunga o indossano il velo. Dal canto nostro segnaleremo ogni possibile “campanello di allarme”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La comunità islamica pugliese comunque prende le distanze dalla carneficina del 13 novembre…

Proprio così. Quello che è accaduto al Bataclan, allo Stade de France e nei locali coinvolti dall'attacco è assolutamente da condannare. Sono atti che con la religione non hanno nulla a che fare: il 99 per cento dei musulmani, quelli cioè che non strumentalizzano la loro fede per giustificare un orrore simile, la pensano allo stesso modo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Però i terroristi hanno gridato "Allah è grande" prima di aprire il fuoco...

Il nome di Allah non può essere mai e poi mai associato alla distruzione di vite umane e al danneggiamento della serena convivenza tra i popoli. I banditi di Parigi sono dei disperati che ignorano il vero messaggio dell'Islam e a causa della loro debolezza d'animo sono divenuti preda dell'Isis, il cattivo maestro di turno che li ha indottrinati a tal punto da convincerli che ammazzare in nome di Dio sia una cosa giusta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Dunque dietro quegli assassini c'è una regia ben precisa?

È difficile affermarlo con certezza, ma alcune domanda bisogna porsele. Innanzitutto stentiamo a credere che i potenti servizi segreti occidentali non siano riusciti a sventare il massacro francese. Poi fatichiamo a capire perchè l'Isis si stia imponendo a livello mondiale con così tanta facilità: gli americani scovarono Saddam Hussein in un bunker sperduto, figuriamoci se non sono in grado di ammutolire un esercito così inferiore a livello tecnologico come quello dello Stato islamico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E cosa ci guadagnerebbe l'Occidente a facilitare l'ascesa dei guerriglieri islamici?

È noto che stati come Usa e Israele hanno forti interessi economici in Medio Oriente. Ma come possono piegare le resistenze degli arabi che abitano quelle terre? Semplice: dividendoli in diverse fazioni e rimescolando le etnie in modo da metterle l'una contro l'altra. Un popolo disunito è molto più facile da manovrare. Ed è quello che l'America e i loro alleati fanno da anni: ridisegnano di continuo la geografia di quell'area in modo da spezzare la solidarietà tra gli abitanti della zona.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli Stati Uniti sanno bene chi coordina le operazioni dell'Isis: si tratta soprattutto di ex generali di Saddam che alla fine della dittatura irachena si sono riciclati per cercare di conservare il loro potere. È probabile che tra le due parti ci sia un accordo più o meno tacito che permetta da una parte di rafforzare la presenza a stelle e strisce in quei territori strategici, dall'altra consenta ad alcuni ex fedelissimi del Rais di continuare a fare proseliti tra la popolazione locale incitandola a partecipare a una fantomatica "guerra santa".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Seguendo questa tesi anche gli attentati di Parigi farebbero comodo al mondo occidentale.

È triste dirlo ma è così. L'eccidio francese ha convinto buona parte dell'opinione pubblica che bombardare la Siria sia necessario: un'ottima scusa per chi intende penetrare in Medio Oriente per altri scopi, come quello di controllare i giacimenti di petrolio. E poco importa che un'invasione del genere provochi altre migliaia di vittime civili. Lo ribadisco, la religione non c'entra un bel niente: in caso contrario gli integralisti islamici se la sarebbero presa in primis con Roma, simbolo del Cristianesimo, dove però non è ancora successo niente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma in Turchia i tifosi hanno fischiato durante il minuto di silenzio per i fatti del 13 novembre e a Varese alcuni studenti sono usciti dall'aula al momento del ricordo. Siamo sicuri che l'estremismo sia così circoscritto?

Sono due episodi isolati enfatizzati ad arte per screditare la nostra comunità, vero capro espiatorio del momento. Solo una piccolissima minoranza appoggia questa assurda violenza in nome di Allah: non bisogna dimenticare che tra le vittime dell'Isis ci sono anche tantissimi musulmani. Il compito della nostra comunità è continuare nell'opera di dialogo con le altre confessioni che portiamo avanti da anni, soprattutto in Italia, e di smorzare sul nascere ogni integralismo. Così come i pompieri soccorsero eroicamente i newyorkesi l'11 settembre 2001, allo stesso modo noi abbiamo il dovere di spegnere ogni focolaio di odio radicale interno.


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  • me medesimo - Complottismo a gogo e tirar in mezzo la situazione israeliana in medio oriente: a dirla tutta usando un po' le sue parole, non fa comodo all'occidente semmai avere comunità del genere sul territorio.


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