Letto: 3630 volte | Inserita: domenica 2 giugno 2013 | Visitatore: Luca

La parola “stress” la associamo subito a qualcosa di spiacevole, capace di generare danni al fisico e alla psiche. Sentirci stressati, è sinonimo di star male. Tuttavia, frequentemente sperimentiamo condizioni nelle quali, pur essendo fisicamente stanchi, abbiamo la sensazione di sentirci appagati e capaci di produrre le energie necessarie ad affrontare una situazione particolarmente difficile.



In queste condizioni lo stress prende forma positiva, diventa eustress, letteralmente “stress buono”, ci fa sentire vitali e più forti, con una percezione di vita più piacevole. E’ la sensazione di benessere che proviamo quando giochiamo al nostro sport preferito, quando guardiamo un film spaventoso che però ci piace, quando restiamo alzati fino a tardi per lavorare a un progetto che desideriamo realizzare. Lo stress buono trasforma l’indecisione o la rassegnazione in entusiasmo quando affrontiamo una sfida, o lottiamo per raggiungere un obiettivo. E’ di casa negli sportivi che vogliono vincere e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. E’ il “carburante” indispensabile in chi pratica sport estremi o motoristici.  

All’aspetto psicologico corrisponde un coinvolgimento bio-umorale del sistema nervoso vegetativo e di alcune aree dell’encefalo, il talamo e l’ipotalamo. Tutte le sensazioni esterne, anche quelle negative, raggiungono l’area dell’encefalo chiamata talamo e si scaricano nella sede sottostante l’ipotalamo. In questo laboratorio si creano i mediatori chimici che mandano messaggi al sistema endocrino, dall’ipofisi alla tiroide, alle ghiandole surrenali e sessuali. Una serie di ormoni stimolanti, tiroxina, cortisolo, adrenalina, testosterone, invade il torrente circolatorio dando sensazione di benessere psicologico e muscolare. Anche il sistema nervoso vegetativo produce mediatori chimici, adrenalina, noradrenalina, serotonina e acetilcolina che, come l’acceleratore e il freno di un’automobile, regolano gli adattamenti cardiocircolatori, nervosi e muscolari. Le endorfine, prodotte non solo nel cervello, ma anche nei tessuti periferici, creano benessere e cacciano la fatica muscolare.    



L’evento da solo non genera eustress o al contrario distress, stress negativo. Siamo noi, con il nostro atteggiamento, a decidere la percezione e la strategia per affrontarlo. L’assegnazione di un nuovo incarico o di un semplice compito in ambito lavorativo può essere vista, come una sfida stimolante o una minaccia di cambiamento di vita. La sfida elettrizzante produrrà eustress, la minaccia distress. Il consiglio è pensare sempre positivo. Ogni situazione nuova deve essere vista già in partenza come qualcosa che ci fa uscire dalla routine delle abitudini di vita e del nostro solito lavoro.



L’esercizio fisico, la serenità sessuale, la sana alimentazione, la percezione della bellezza in ciò che ci circonda e la capacità di essere solidali e di confidare nelle proprie capacitò, producono quei mediatori chimici, in primis le endorfine, che creano forza e vigore al corpo, benessere alla mente. Risultato finale: autostima aumentata.

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RICCARDO GUGLIELMI – Medico cardiologo sportivo Specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare e cardioangiochirurgia, è stato Direttore della Cardiologia Ospedaliera “Luigi Colonna” del Policlinico di Bari e docente di cardiologia presso la Scuola di specializzazione in medicina dello Sport dell’Università di Bari.

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Commento
  • gabriella
    In linea di massima tutto quello che hai scritto non fa una grinza,ma è l'attuazione nella vita reale che diventa più difficile. Ad ogni modo prendere la vita con quel pizzico di trasgressione e anti-conformismo giova allo spirito e sicuramente rende l'esistenza più interessante.
  • VITTORIO
    Una vita senza stress è come una minestra senza sale
  • Carla
    Credo che come cardiologo sappia trovare la giusta interpretazione dello stress posito. La saluto prof. Qualche anno fa lei ha defibrillato in terapia intensiva mio padre. Erano momenti di grande stress ma lei è riuscito a trasmettere calma al personale infermieristico e portare a buon fine le manovre rianimatorie. Mio padre oggi è vivo grazie a lei.
  • Carlo
    La sintesi è nelle parole di carla. bravo.

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