di Rachele Vaccaro

Teodora Mastrototaro, poetessa: «Tra artista e opera d'arte c'è amore fisico»
BARLETTA – La barlettana Teodora Mastrotatoro ha 33 anni e scrive poesie. Nel 2009 ha pubblicato la sua prima silloge “Afona del tuo nome” e alcune sue opere, inserite nella raccolta “Poesie di Rabbi Adal Sud”, sono state tradotte e pubblicate in inglese e in serbo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il tuo amore per la poesia come nasce?
 
La poesia è sempre stata la mia passione, alimentata fin dalla scuola elementare dalla mia maestra. Mi capitava di scrivere in versi prima ancora di scoprire realmente l’esistenza di questa meravigliosa forma di comunicazione. Ho ancora i quadernini sui quali appuntavo ciò che la vita aveva da raccontarmi e io cercavo di raccontare alla vita come lei stessa mi appariva. Come se fossimo l’una il romanzo dell’altra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Quando hai deciso di pubblicare i tuoi primi versi?
 
E' tutto nato dall’incontro con il professor Daniele Giancane. Un giorno, quando entrai nella sua stanza all’Università, mi disse: «Tu devi pubblicare, assolutamente». Ciò che mi ha sempre fatto emozionare, anche nel ricordo di questa sua frase, non è stato tanto il verbo che usò ma il trasformarsi di quella sua dolce imposizione in una pacca sulla spalla. Io avevo sempre cercato conferme su quello che scrivevo e fu bello sentirmi apprezzata per la prima volta da qualcuno che non mi conosceva personalmente, ma che mi aveva scoperta attraverso le mie poesie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Can’t voice your name: di cosa si tratta e che ruolo ha avuto Jack Hirschman nella sua stesura?
 

È la traduzione del mio libro, “Afona del tuo nome”, in inglese. Il poeta statunitense Jack Hirschman ha deciso di tradurlo dopo averglielo regalato in occasione della sua presenza a Barletta. Quella di Jack Hirshman è stata la seconda grande pacca sulla spalla, questa volta bilingue. Dopo essere scoppiata a piangere all’arrivo della sua e-mail in cui mi scriveva che avrebbe tradotto il mio libro, ho iniziato a fare telefonate isteriche alle persone a cui voglio più bene.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le tue poesie non hanno un titolo...
 
Il mio messaggio personale diviene mille altri messaggi nel momento in cui un mio scritto entra a far parte, anche solo per un attimo, nella vita di chi mi legge. Molte volte la poesia serve a far prendere consapevolezza di un “messaggio” che abbiamo dentro ma di cui non ci eravamo accorti, per svariati motivi. A volte, la poesia, è semplicemente la voce altra di un messaggio già esistente dentro di noi. Da qui la mia scelta spontanea di non mettere nomi alle poesie. Ritengo, per ora, che il titolo potrebbe ingabbiare il senso dei miei versi e non voglio questo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Qual è il significato del successo?
 
L’artista cerca l’eternità attraverso la sua opera e si ritrova con un concetto di fama, quello odierno, che ha perso completamente il suo senso originario. Credo che il rapporto artista-opera d’arte credo sia una delle relazioni d’amore fisiche più travagliate che si possano vivere. C’è l’alternarsi dell’appagamento e dell’inappagamento, l’entusiasmo che sostituisce e a sua volta viene sostituita dalla convinzione che “si poteva fare meglio”. Il lavoro riscuote successo nel momento in cui colpisce chi è fruitore dell’opera d’arte, intendendo per successo quello “puro” di apprezzamento dell’opera e non quello contaminato dalla macchina che ci gira intorno. Quando una mia opera piace ad una persona quell’opera ha avuto successo per quella persona. L’opera ha fatto “succedere” qualcosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Topos frequente nel tuo libro è il riecheggiare di parole spettinate, strozzate, fatte a pezzi, che risuonano ossessive o riecheggiano dall’oltretomba. Le parole....
 
Spiegare con le parole la loro stessa importanza è un po’ difficile. È come se dovessi spiegare perché mi piace un uomo facendo parlare i suoi lineamenti, il suo carattere, le sue movenze, il suo sguardo. Insomma, le parole sono un mondo e diventano amanti e nemiche allo stesso tempo. E ti ci diverti anche. E poi con le parole crei mondi di infinita bellezza e di infinita bruttura e loro sapranno sempre come sarà giusto dire e cosa no. Te lo suggeriscono loro stesse. La cosa importante prima di scrivere è ascoltare. Ho composto anche un ode sulla parola, precisamente sulla parola erotica. In quel caso ho fatto parlare la parola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il blog di Teodora Mastrotatoro: http://teodoramastrototaro.jimdo.com/


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