di Marianna Colasanto

Tenko Bloodlaire: «Il mio rap meno arrabbiato ma più vero e positivo»
BARI –  «Il mio genere? Decisamente “conscious rap”: attraverso parole e musica descrivo stati d’animo ed emozioni, trasmettendo positività». Parole di Ezio Paloscia, in arte Tenko Bloodlaire (nella foto), rapper barese (per la precisione di Santo Spirito) con all’attivo due album: “Emicrania” del 2011 e  “Hardcorebaleni” del 2015. L’abbiamo incontrato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quando hai iniziato? 

A 19 anni, nel 2007, quando sull’insegnamento dei rapper Bassi Maestro e Kaos decisi di cimentarmi con questo genere musicale. Iniziai a comporre testi e basi musicali insieme con mio fratello Filippo, anche lui rapper (in arte “Scriba”) e da allora non mi sono più fermato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché hai scelto di chiamarti Tenko Bloodlaire?

“Tenko” è un omaggio al cantautore Luigi Tenco per me un costante punto di riferimento per la sua musica e i suoi testi. “Bloodlaire” invece richiama il nome del poeta maledetto Charles Baudelaire e “blood”: il sangue, il dna. Un qualcosa unico e irripetibile per ogni persona, così come vorrei fosse la mia musica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fai del conscious rap”, quindi componi testi meno politici e più sociali….

Sì, è un genere meno “arrabbiato” e meno a sfondo politico che si basa sulla “narrazione” degli stati d’animo. Nelle canzoni racconto la mia realtà, ciò che mi accade e le mie emozioni più profonde, cercando di infondere un messaggio positivo e vero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Facci qualche esempio…

Una frase di uno dei miei primi singoli, “Parte tutto quanto”, cita: “Non credo più nel bene, ma il male non l’avrà vinta”. Esemplifica il senso di sofferenza e di ingiustizia che a volte provo sia nel privato, sia quando assisto in tv a scene disperate quali ad esempio i continui sbarchi degli immigrati. Però nella mia musica non mi fermo alla tristezza, ma cerco di infondere coraggio e forza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le basi musicali invece seguono un genere ben definito?

Il mio è un genere prevalentemente hip hop, ma ci sono anche brani con forti influenze jazz, rock e funk: cerco di “contaminare” insomma.  

Recentemente hai girato un video tra la Caserma Rossani e il quartiere Libertà. Come mai questa scelta?
 
E’ il video del mio ultimo singolo: “Basta”. Si tratta di una canzone diciamo “festosa” che cerca di trasmettere l’idea di un divertimento genuino e lontano dalle feste blasonate con buttafuori e regole bonton da rispettare. La Caserma Rossani si è rivelata una location perfetta: dopo le riprese c’è stato un vero e proprio party con comparse, semplici spettatori e ballerini di break dance. Anche i residenti del multietnico rione Libertà, popolato da persone semplici e autentiche, hanno partecipato attivamente alla clip. Diciamo che una situazione del genere in quartieri più “vip” come Poggiofranco non sarebbe mai potuta nascere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
    
Nel video l’ultimo singolo di Tenko Bloodlaire: “Basta”




 


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