di Maria Carmen Cafarella

Lettere, gli studenti aspettano da mesi: ignote le date degli appelli
BARI - Ateneo di Bari: disagi e ritardi. Gli universitari iscritti alla facoltà di Lettere e Filosofia ad oggi non sono ancora a conoscenza delle date degli appelli d’esame che dovrebbero sostenere nel secondo semestre dell’anno, nonostante i docenti abbiano già formulato un calendario nell’ultimo consiglio di Facoltà, tenutosi lo scorso 26 marzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Negli anni precedenti gli appelli venivano comunicati intorno alla seconda metà di dicembre per l’intera durata dell’anno accademico. Quest’anno invece vige l’incertezza assoluta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ho necessità di ottenere gli 80 crediti formativi necessari al conseguimento della borsa di studio, ma mi devo organizzare, perché lavoro oltre che studiare. E qui ancora non si sa nulla», si lamenta Francesca, di Lettere moderne. La studentessa Roberta incalza: «Mi sono trasferita da sei mesi a Berlino e sono tornata a Bari proprio per sostenere gli ultimi esami prima della tesi. Ma arrivata qui, ho avuto la brutta sorpresa e nessuno mi sa dire ancora quando potrò concludere il mio ciclo di studi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il motivo di tanta disorganizzazione è da imputare all’entrata in vigore del nuovo Statuto di Ateneo, a seguito del quale sono stati creati nuovi dipartimenti interni alle varie facoltà. Questo processo di smistamento dei compiti, avvenuto ad anno accademico già avviato,  ha portato all’eliminazione della segreteria unica di Presidenza. A Lettere e Filosofia il risultato è stato disastroso: enormi ritardi nei processi burocratici dell’Università.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A questi problemi si aggiunge la decisione del nuovo dipartimento Fless che comprende gli studenti di Filosofia e Scienze storiche, che quest’anno ha deciso di riservare l’appello di maggio solo ai laureandi, precludendo quindi preziose date d’esame a tutti gli altri studenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Secondo alcune associazioni studentesche, entro la prima metà della prossima settimana potrebbe avvenire la pubblicazione ufficiale dei tanto attesi appelli. Ma si tratta solo di voci di corridoio, non confermate. Intanto gli studenti, aspettano.


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  • Marco ottomano - Scusate ma chi ha scritto questo articolo? Le Facoltà non esistono più ormai da tempo..Lettere e Filosofia non erano due Facoltà distinte ma una sola... Non esiste un Consiglio di Facoltà...ma ci sono i Consigli di Dipartimento e di Interclasse...La situazione non è nata grazie al nuovo statuto ( che riguarda tutta l'Università e non solo lettere), ma dall applicazione della Legge Gelmini. Per il resto riservare per il Fless l''appello di maggio ai laureandi è sbagliato solo per un motivo: è una decisione precipitosa. Bastava ragionarci su e applicare le modifiche dal prossimo anno, perchè non prendiamoci in giro, ma 12 appelli l'anno per 17 esami da fare in tre anni mi sembrano troppi e un insulto all intelligenza e alla capacità di studio degli stessi studenti. Non stiamo all'università della Disney ...un minimo di impegno è richiesto no? per il resto...se intendete scrivere altri articoli di ambito universitario badate a fare informazione e non MALA informazione che crea solo inutili allarmismi...non si conosce l'appello di maggio? Tutti e dico tutti sanno che sono dal 20 in poi...e tutti e dico tutti sanno che usciranno le date a fine mese per maggio, giugno,luglio e così via...siate seri.
  • Gennaro - Scusate se mi permetto ma ...i 12 appelli l'anno servono a chi come me ,oltre a prendere il treno , venire a bari , seguire le lezioni , studiare , tornare a casa sfinito e davvero molto stanco , lavoro mezza giornata o il week end non per hobby ma per prendere materiale didattico o pagarsi l'abbonamento o ancora le stesse rate universitarie... I bei tempi sono finiti..!
  • Marco ottomano - Scusa Gennaro, ma il tuo commento è fuori luogo. Non si può accostare la vita privata con quella di un istituzione (in questo caso universitaria). Io non posso chiamare l'agenzia delle entrate e dire "aspettate, quello ve lo pago il mese prossimo perchè devo riparare gli infissi di casa. Gli appelli non influiscono ne sui pendolari ne sulla vita privata...io ho sempre lavorato per mantenermi agli studi, non solo il fine settimana, e ho fatto il pendolare oltre che anche il fuori sede. Mi sono laureato in regola, a 23 anni (alla triennale) con 38 esami sostenuti complessivamente e non 17 piu qualche laboratorio, e soprattutto con lo stesso numero di appelli.
  • Angela - Caro Marco, mi congratulo con te per le tue eccellenti capacità cognitive e per la tua lodevole carriera universitaria. Ti senti soddisfatto, dopo aver esternato il tuoi sentimenti di superiorità? Ora magari fai una riflessione sulla complessità dell'animo umano e sulla diversità di esperienze di vita e di contesti sociali che plasmano la vita di uno studente (e di un individuo in generale). L'università non insegna ad essere persone migliori e aver sostenuto gli esami in tempo non è sinonimo di acquisizione della bellezza e grandezza d'animo di cui è portatrice la cultura, questo è un dato di fatto, purtoppo, ed è quanto emerge dai tuoi interventi. Che tristezza.
  • Marco Ottomano - Cara Angela, i miei interventi non parlano di superiorità personale nè di brillante carriera universitaria...credo proprio che tu abbia frainteso il senso dei miei interventi. Il primo intervento riguarda una serie i gravi inesattezze pubblicate in questo articolo. E mi permetto di dirlo, in quanto dato reale e in quanto persona che conosce molto bene l'ambito universitario ( ripeto non fraintendere, non lo dico tanto per dir qualcosa). E credo che questo genere di errori nello scrivere crei allarmismi che di fatto non ci sono. Questo nuoce a voi o sbaglio? Per il resto, l'istituzione universitaria è accogliente quanto disordinata. Bisogna peró essere obiettivi non solo quando fa comodo. 12 appelli son troppi per 17 esami. E non lo dico io perchè non ho nulla da fare che criticare, ma lo dicono i regolamenti. Tutte le ex facoltà hanno circa 7-8 appelli l'anno, e nessuno si lamenta. Ti sei mai chiesta il perchè? Eppure parliamo di facoltà scientifiche anche, e di studenti che magari avranno le stesse problematiche esposte da Gennaro. Studiare è una scelta e le difficoltà ci sono e ci saranno sempre...peró bisognerebbe affrontarle e non star li ad elencarle e a subirle senza la serenità e la coscienza di aver fatto un atto consapevole che include prendere i treni, arrivare a casa tardi e a stomaco vuoto e tutto quello che ne consegue: significa studiare, crescere imparando dai propri sacrifici. Se non si è pronti allora bisognerebbe rivalutare le proprie scelte.
  • Marco Ottomano - Per il resto ti do ragione: l'università non è portatrice di crescita personale o di cultura per chi non la vive come dovrebbe. Andare a lezione e scappare a casa senza approfondire, senza stringere amicizie e senza confrontarsi crea dolo individui con un pezzo i carta in mano e che magari restano Sul divano di casa aspettando che arrivi il datore di lavoro a bussare alla tua porta...perchè "hai la laurea". Ma ti assicuro che questa figura non assomiglia per nulla alla mia, bisognerebbe star più attenti ne dare giudizi PERSONALI, ma fermarsi sul generale esprimenti liberamente la propria opinione. Buono studio.
  • Angela - Marco, è giusto che tu abbia espresso la necessità di una maggiore chiarezza delle informazioni contenute nell'articolo, che in effetti non sono precise e rendono il pezzo poco credibile. L'articolo tuttavia ha suscitato delle reazioni ed è a queste che io mi riferisco nel mio intervento. Non ritengo sia vero che nessuno si lamenta dei 7-8 appelli l'anno. Nelle facoltà in cui ci sono meno appelli disponibili gli studenti entrano in crisi per preparare 3 esami contemporaneamente nell'arco di 15 giorni. E' evidente che noi due siamo in contatto con tipologie diverse di persone, perchè io non conosco studenti che non sarebbero contenti di un appello in più per poter organizzare lo studio nel migliore dei modi. Certo, dalle crisi si esce più forti, ed è giusto parlare di crescita e responsabilità, ma è giusto anche parlare del fatto che sia opportuno dare al maggior numero di persone un maggior numero di possibilità. Per il resto, credo che anche tu abbia dato un giudizio personale tirando in causa la necessità di dover impegnarsi degli studenti che si lamentano per la perdita dell'appello. E' dal tuo commento "sul personale" che è scaturita la mia risposta che puntava al "personale" perchè dato che il tuo intervento, secondo il mio punto di vista, conteneva un giudizio nei confronti degli altri, non mi sono trattenuta nell'esprimere anche io un giudizio. Si, c'è bisogno di impegno per affrontare l'università e questo impegno a volte diventa frustrazione che porta ad immagazzinare nervosismo ed esprimerlo nelle occasioni che si presentano, ad esempio rispondendo al commento di un articolo letto on line (e questa è una mia auto-critica). A te buona vita.


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