di Claudio Laforgia

Rutigliano, l'antica e rurale
RUTIGLIANO - Si affaccia su una lama, è stata restaurata da poco e ha una storia legata a riti superstiziosi di origine ignota. È l'identikit della chiesa dell'Annunziata, un piccolo edificio di culto che sorge nell'agro di Rutigliano su lama San Giorgio, il letto di un antichissimo fiume che partendo da Gioia del Colle solcava chilometri di territorio prima di sfociare a sud di Bari, a San Giorgio appunto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Arrivarci non è semplice se non si è del posto. Dalla strada provinciale 240, si imbocca l'angusta strada comunale Annunziata. Dopo averla percorsa per circa un chilometro e mezzo si incontra un bivio, dove un apposito cartello indica di svoltare a sinistra a coloro che desiderano ammirare la chiesetta rurale. Da qui è necessario percorrere un altro paio di chilometri per giungere a destinazione: l'arteria diventa pian piano sterrata e sulla sinistra si dirama l'ultima salitella da affrontare a piedi prima di approdare alla meta. (Vedi foto galleria)

L'edificio sacro domina una porzione di Lama San Giorgio abitata sin dalla preistoria, puntellata oggi da campi coltivati e muretti a secco. La mano dell'uomo però non ha intaccato alcune zone dove cresce la vegetazione spontanea e caratterizzate per la serie di grotte scavate millenni fa sul dirupo occidentale della lama.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La struttura fu costruita tra il XIII e il XIV secolo per volere del monastero di San Tommaso e venne intitolata inizialmente a Santa Maria del Castello. Concepita per offrire un riparo ai pellegrini che passavano per Rutigliano, dopo alterne fortune diventò proprietà privata e nel 1961 fu venduta alla chiesa del Carmine. Dopo decenni di incuria un comitato di cittadini ha promosso il suo restauro: l'inaugurazione, a lavori in realtà non ancora conclusi, è avvenuta nel maggio del 2015.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il complesso è composto da due ambienti: la chiesa vera e propria e la sagrestia, che però non è stata interessata dalle opere di recupero. L'esterno della chiesa è completamente intonacato, eccetto la facciata che lo è per metà. Su di essa spicca infatti la parte inferiore rivestita in pietra, con l'ingresso principale sormontato da un timpano spezzato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


L'interno presenta uno spazio rettangolare lungo 14 metri e largo 11, a navata unica. Quest'ultima è suddivisa in tre campate, due coperte con volte a botte e una, quella centrale, sovrastata da una volta a vela. L'altare è stato purtroppo rubato negli anni che hanno preceduto il restyling. Si tratta solo uno degli atti vandalici che ha interessato la cappella, sfigurata in passato da scritte sui muri e piccoli furti come quello dello stemma dei Caracciolo, il casato che nel 700 si occupò di abbellirla e proteggerla dall'abbandono.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma la storia della chiesetta non è fatta solo di sottrazioni e trascuratezza, anzi è legata a un singolare rito, quello del "passa pass", diffuso fino all'800 in diversi paesi dell'Italia meridionale. Qui i malati di ernia venivano fatti passare tra i rami di un lentisco, una pianta che secondo antiche credenze popolari rutiglianesi era in grado di curare questa patologia. Ciò avveniva il 25 marzo, festa dell'Annunziata, ritenuta protettrice dall'ernia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel XIX secolo però la curia locale cominciò a osteggiare fortemente tale pratica, ritenuta contraria alla dottrina della Chiesa. Del resto già nel 1791 Giuseppe Maria Galanti, funzionario del Regno di Napoli, aveva bollato questa usanza definendola "un'abominevole superstizione". Secondo il burocrate infatti "Uomini e donne di ogni età, che hanno bisogno di tal protettrice, nel giorno della festa, tutte denudate, sono passate e ripassate per lentisco fresco".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il rito così perse gradualmente il suo significato originario per trasformarsi nel 900 in un evento dedicato all'amicizia. Nel secondo dopoguerra la festa dell'Annunziata venne fatta coincidere ogni anno con la Pasquetta, divenendo l'occasione per una scampagnata nella natura della lama. Oggi con il “passa pass” coppie di amici "ufficializzano" simbolicamente il loro legame legandosi a vicenda al braccio sinistro un nastro colorato, il tutto con la benedizione del sacerdote.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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