di Salvatore Schirone

Bari, fabbro si suicida a causa della crisi: la lettera di un suo amico
BARI - Ci abbiamo pensato due giorni. Non sapevamo se pubblicare o meno la lettera pervenuta presso la nostra redazione: righe di rabbia e di commiato verso un 58enne fabbro barese che ha deciso di togliersi la vita per via della difficile situazione economica in cui versava.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Noi non crediamo che il suicidio rappresenti una notizia, un fatto di interesse pubblico. E’ qualcosa, al contrario, che afferisce alla sfera privata e come tale non di interesse per i lettori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Certo, qui si tratta di un suicidio avvenuto a causa della crisi economica e quindi il fatto potrebbe assurgere a simbolo di qualcosa che tutti gli italiani stanno vivendo, direttamente o indirettamente. Ma non ci piace neanche fare il binomio "crisi uguale suicidio". Ci sono tante persone coraggiose che combattono mantenendo intatta la propria dignità. Non possiamo e non vogliamo credere che davanti alle difficoltà economiche l’unica soluzione sia sparire nel nulla.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dopo queste riflessioni avevamo quindi deciso di non pubblicare la lettera. D’altro canto però se è giusto tutelare la libertà di una persona di poter togliersi la vita senza farlo sapere a tutto il mondo, è anche doveroso tutelare la libertà di chi “vuol dire qualcosa”, di chi pensa che in questi casi il silenzio rappresenti solo un atto di vigliaccheria nei confronti di ciò che sta avvenendo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dovevamo quindi censurare la lettera o rendere pubblica la storia dello sfortunato signore? Abbiamo agito con buon senso, decidendo di pubblicare sì queste righe, ma senza fornire particolari che possano far risalire all’identità della vittima. Quindi niente foto del suo negozio, nessuna indicazione sul luogo dove viveva e naturalmente niente nome.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In questo modo riteniamo di essere riusciti a tutelare il diritto alla denuncia del lettore e il diritto all’oblio del fabbro, di cui possiamo solo dire che lavorava nel quartiere Carrassi di Bari. Qui di seguito la lettera:


«Le statistiche sono note, l'ultima segna un suicidio ogni 2 giorni e mezzo per motivi economici. Ma quando l'evento si verifica nella tua città, nel tuo quartiere e quasi sotto i tuoi occhi e il protagonista è il tuo amico artigiano che ogni giorno saluti sotto casa mentre vai a lavorare, il dramma della disperazione esce dal neutrale mondo dei numeri statistici e ti attraversa la carne.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il mio amico fabbro, come tutti i sabati, ha mandato i suoi operai a casa all'ora di pranzo (“andate, me la vedo io, chiudo io non vi preoccupate”) e poi ha tranquillizzato la moglie al telefono (“passo prima dal mercato a prendere qualcosa”). E invece con il suo motorino è ritornato nel suo laboratorio e si è tolto la vita. A stringere la corda al suo collo, prima che il nodo scorsoio da lui accuratamente preparato, sono state le banche, che non volevano più aspettare che l’uomo ripagasse il debito contratto con loro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

“Non era la prima volta che lo vedevo preoccupato ma avevamo sempre superato ogni difficoltà”, mi dice la moglie in lacrime all'obitorio, davanti al corpo del suo uomo, ancora avvolto dalla tuta di lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il mio amico era un grande lavoratore. Sempre disponibile, un sorriso e una parola buona per tutti. A nessuno ha mai permesso di leggere sul suo volto un solo segno del suo travaglio interiore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma oggi finalmente capisco come può essere silenziosamente micidiale la stretta della crisi con il suo dannato circolo vizioso che lentamente soffoca l'economia e strozza tutti. E i primi a soccombere sono sempre i più piccoli e indifesi. A questi piccoli ti sei aggiunto tu, caro amico mio. Il tuo sacrificio è un grido che scuote le nostre coscienze addormentate»


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  • anna - che dire.....il suo sacrificio e stato inutile tanto allo stato maledetto nn ce ne frega nulla di noi esseri umani loro pensano solo a riempirsi le tasche portandoci al suicidio...
  • Iraci antonio - si dovrebbe legiferare che se una persona è imbossibilitato a pagare un debito, la banca deve allungare i tempi per il pagamento. Ricordo che le banche sn state salvate indirettamente dal popolo senza prima essere stato interpellato se fossero d'accordo, quindi il denaro nelle banche è del popplo e nn dei politici o banchieri. Io processerei chiunque causi suicidi, cominciando dal primo ministro, invece di regalare pisti di lavoro a parenti e amici, si desse da fare per aiutare il popolo, vigliacchi!
  • giuseppe - riposa in pace
  • miki - statistiche,notizie nn dette,indiferenza,banche assassine,crisi snervante,dignita umiliate,figli persi,padri sconfitti,grida del papa al vento ,politici parlanti,guerre inutili,miliardi bruciati,spreed,pil,deflout dell'umanita,potrei continuare all'infinito ,ma sarebbero parole buttate al vento,verso l'universo,unico nostro grido di dolore.aiutooooo
  • luigi - Dove vogliono arrivare......possibile non intervenire presso le banche....che hanno rubato i nostri soldi RIP
  • Biagio Ribatti - E' difficile commentare certe situazioni senza conoscere interamente il contesto in cui tutto ciò è accaduto. Mi limito semplicemente a citare una frase dell'amato Presidente della Repubblica Sandro Pertini: "nella vita non bisogna mai smettere di lottare, anche quando non c'è più speranza..."
  • carmine - Con tutto rispetto per il dolore causato per la sua morte, un mio pensiero: succede perché non ha trovato chi lo ha aiutato a superare la crisi, la vota è sacra e come tale non si può sopprimerla. Grazie
  • alberto. - come dice anna condivido posso dire una cosa se una persona non c'è la fà a risollevarsi e tenta il suicidio lo facesse al parlamento come un giustiziere almeno da un esempio ad altri e cambiare il sistema credo che il mio commento non sarà pubblicata perchè non esiste la veralibertà di stampa come essa naque
  • danilo - Non ho parole per quello che succede nella nostra società. Si vedono i ladri e i furbi che prevalgono sulle persone oneste. Le banche che invece di aiutare la gente onesta compiono opera di strozzinaggio autorizzato. Ma in che mondo stiamo vivendo ?
  • raffaele - CI SONO PASSATO ANCHE IO DAL QUEL MOMENTO..COSI DRAMMATICO..SO COSA SIGNIFICA AVERE UN MURO DAVANTI,,,
  • Tiziana - Io accuserei banche , equitalia, stato, di istigazione al suicidio!!!
  • EGLE - impariamo a parlare ... altro che tacere e crepare. In giro c'è sempre qualche bella persona pronta ad aiutare se non con soldi, con consigli, punti di vista obiettivi ecc. ma MAI suicidarsi ... SOLDI MALEDETTI!!!!!


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