di Marco Montrone

Bari, frase che inneggia al terrorismo scritta su un muro della città
BARI - Dopo le svastiche al liceo Flacco un'altra scritta molto preoccupante è apparsa sui muri della città di Bari. Questa volta non di matrice "nera", ma "rossa".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La frase (vedi foto) è stata disegnata con un pennarello nero su un muro nascosto dagli alberi in via Omodeo, all'altezza dello spiazzo di via Salvemini, nei pressi del Campus. 

Recita, in stampatello: «La fabbrica ci uccide, lo stato ci imprigiona, che cazzo ce ne frega di Biagi e D'Antona». E poi la "firma": il simbolo comunista della falce e del martello accompagnato dalla stella a cinque punte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il testo fa riferimento agli ultimi omicidi avvenuti per mano dei terroristi di sinistra, che hanno visto come vittime nel 1999 Massimo D'Antona e nel 2002 Marco Biagi, entrambi professori e consulenti per il Governo Italiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ora, che questa possa essere una bravata di qualche studente un po' invasato, ci sta tutto. Ma nel frattempo consigliamo al Comune di Bari di cancellare nel più breve tempo possibile quella scritta, che di fatto giustifica chi, in passato, ha ucciso persone innocenti in nome dei lavoratori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Foto di: Alessandra Anaclerio


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Marco Montrone
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