di Salvatore Schirone

Japigia, stop alla pista ciclabile e nasce il costoso problema dei pini
BARI - "Ciclus interruptus". Siamo all'ennesima interruzione di pista ciclabile. I lavori della pista di via Caldarola, nel tratto compreso tra via Toscanini e via Loiacono, iniziati a metà marzo si sono bruscamente fermati a fine aprile. Oltre un mese fa. Alla nuova pista (di cui avevamo raccontato in un precedente articolo), un rettangolo di 180 per 100 metri, manca ancora il lato lungo del tratto adiacente l'istituto scolastico Lenoci, gli attraversamenti stradali delle 8 corsie di via Caldarola, la segnaletica e i semafori (vedi video e galleria fotografica).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«I lavori si sono bloccati perché siamo rimasti schiacciati tra due cantieri - ci spiega Fabrizio Trotta, geometra dell'ufficio tecnico del Comune -. Abbiamo dovuto aspettare l'ultimazione dell'abbattimento delle baracche di via Gentile perché realizzeremo lì una nuova rotatoria. Venerdì 7 giugno faremo un sopralluogo - promette Trotta - e i lavori riprenderanno subito. Contiamo di finire tutto in 40 giorni ». Anche se fonti interne agli uffici tecnici parlano di ritardi nei pagamenti sullo stato avanzato dei lavori. Infatti perché non ultimare il proseguimento di via De Liguori e la nostra pista che sono tratti del tutto indipendenti dalla futura rotatoria di via Gentile? (ultime foto e immagini del video)
 
La pista ciclabile fa parte di un appalto di 760mila euro nell'ambito del Pirp di Japigia, comprendente la pista suddetta, il prolungamento stradale di via Tenente de Liguori e la rotatoria di via Gentili, nei pressi della nuova sede della Regione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ma la cosa che più lascia interdetti bikers e cittadini è la finalità di questa pista. Un circuito di 560 metri completamente isolato e chiuso in se stesso. Non è chiaro il raccordo con l'altro tratto di pista di 400 metri realizzato due anni fa su via Prezzolini, anch'esso brutalmente interrotto all'altezza di un'altra opera fantasma: un grande parcheggio auto completato e mai inaugurato. 
 
In realtà la pista acquisterebbe un senso immaginandola come l'ultimo tratto della grande ciclovia che attraverserà da sud a nord tutta Bari fino a san Girolamo. Per questo va considerato solo come l'inizio della vera pista, quella che attraverserà tutta la grande arteria di via Caldarola, per quattro chilometri, fino a via Magna Grecia, dove una nuova ennesima rotatoria risolverà l'incrocio con il ponte che porta oltre la ferrovia su via Amendola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
Antonio Decaro, delegato comunale per la mobilità sostenibile, ha annunciato quest’opera diversi anni fa, ma i lavori non sono mai partiti. La causa? La presenza di pini secolari che causano importanti rigonfiamenti del manto stradale. Realizzare una pista su quella strada comporterebbe costi elevatissimi, non previsti in sede di progetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Indiscrezioni trapelate dallo studio tecnico incaricato dal Comune per la progettazione della riqualificazione di questa via parlano di almeno 600mila euro in più rispetto al costo preventivato di circa 3 milioni di euro. Cifra non coperta dal finanziamento del Pirp-Japigia e quindi totalmente a carico delle già esigue casse del Comune.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Decaro però dissente. «Gli alberi non sono un problema perché le piste possono essere realizzate sulle corsie laterali dove ci sono già i marciapiedi – afferma -. Sul secondo tratto di via Caldarola già due anni fa abbiamo realizzato la soletta calcestruzzo per evitare rigonfiamenti per la presenza delle radici dei pini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ma disegnare due corsie monodirezionali sui marciapiedi delle complanari sarebbe solo un escamotage e non la soluzione del problema, né tanto meno varrebbe a realizzare il pubblicizzato grandioso progetto di riqualificazione di via Caldarola. Insomma, siamo di fronte ai soliti annunci di opere che poi si rivelano impossibili da realizzarsi. In questo caso per colpa di calcoli fatti male e della irremovibile forza della natura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il video:



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