di Erre

Troppa burocrazia, docenti ''snob'' e l'Erasmus diventa una maledizione
BARI – Abbiamo già parlato degli intoppi burocratici che gli universitari baresi incontrano quando decidono di partire in Erasmus, il progetto che permette di trascorrere un periodo di studio all’estero.  Ma i problemi maggiori i giovani li hanno proprio quando tornano a casa, a Erasmus finito: alla lentezza degli uffici preposti si aggiunge infatti l’atteggiamento di molti docenti. A detta dei ragazzi i professori “snobberebbero” l’esperienza maturata dagli studenti, con il risultato di rendere molto spesso vano il lavoro compiuto all’estero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sono tornata a Bari e ho scoperto che dovrò praticamente rifare molti degli esami che ho dato a Louvain, in Belgio, anche se erano inclusi nelle linee guida e avevo organizzato il piano di studi con la mia coordinatrice».  E’ lo sconsolato racconto di Mariapia, studentessa di Giurisprudenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le linee guida raccolgono per ogni facoltà i nomi dei docenti che aderiscono all’Erasmus. Per ognuna di queste materie lo studente può tranquillamente prepararsi direttamente nello Stato ospite senza dover prima parlare con il professore per richiedere la sua autorizzazione. Tornato a Bari deve solo completare l’esame con delle integrazioni prestabilite.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questo sulla carta. Perché anche se le linee guida indicano alcuni criteri da seguire per le integrazioni, in realtà esse non hanno forza “legale”: sono i professori ad avere assoluta discrezionalità sui programmi da far studiare per il completamento degli esami in patria. In questo modo capita non di rado che un docente decida di assegnare per un’integrazione quasi la totalità del programma, senza rispettare il numero dei crediti formativi previsti. Risultato: lo studente è costretto a sostenere l’esame per intero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Secondo gli universitari molti professori considererebbero l’Erasmus come una perdita di tempo, dando all'esperienza poco valore. Dichiara Gianluca: «Un mio professore mi disse: “se volete che vi convalidi un esame Erasmus è meglio che non me lo veniate nemmeno a dire, perchè non solo non ve lo convalido, ma vi boccio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una conferma arriva da Isabella Martucci, docente di economia politica presso la facoltà di Giurisprudenza. «La maniera in cui preparano e studiano la mia materia fuori - sottolinea la professoressa - non mette gli studenti in posizione di condurre l'integrazione in modo ottimale. Io ho la facoltà di confrontare il programma che loro vanno a svolgere all’estero con il mio e spesso, per non dire sempre, ci sono delle parti mancanti. Così - continua - io invito a integrare, definendo già prima di partire cosa devono studiare. Se al ritorno fanno l'esame e alle mie domande sulle parti a loro precedentemente richieste fanno scena muta, da me cosa pretendono?. Non nutro alcun pregiudizio nei confronti dei ragazzi che vanno in Erasmus - conclude - ma dico una cosa: la mia materia è già difficile in italiano, figuriamoci in inglese. Questo non è un pregiudizio, è una certezza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Alle idiosincrasie dei docenti, si aggiunge poi la disorganizzazione dell’Ateneo barese. C’è chi al ritorno dall’Erasmus scopre di non potersi laureare perchè la tesi che ha redatto all’estero non può essere convalidata. È il caso di Francesca, che avrebbe dovuto laurearsi a marzo ma, al suo ritorno da Parigi, ha avuto una spiacevole sorpresa: l’Ufficio Erasmus barese le ha riferito che non c’è abbastanza tempo per convalidare tutti i suoi documenti di laurea, nonostante dalla Francia sia tutto pronto. «Le sedute straordinarie cominceranno il 18 marzo, ma non ce la farò – afferma Francesca -. Mi hanno detto che da quando i “dipartimenti” hanno sostituito burocraticamente le “facoltà” gli uffici non sanno cosa fare di preciso con queste pratiche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ancora. Maddalena ci racconta: «Io sono partita per Graz, in Austria, a inizio febbraio e non potrò sostenere esami finchè non verrà approvato il mio learning agreement, che ho consegnato ben due mesi e mezzo fa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma, una macchina burocratica arrugginita e professori che non vedono di buon’occhio l’esperienza all’estero. L’Erasmus “barese” è questo. Così facendo viene svalutata l’esperienza formativa che gli studenti hanno svolto nel Paese ospite, scoraggiando anche chi è propenso a partire in futuro per studiare in una lingua straniera. Come dice realisticamente la studentessa Emma: «Partire in Erasmus sarebbe importante per il mio curriculum, ma chi me lo fa fare?».


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Lascia un commento
  • Vanessa - Bell'articolo. Descrive bene i problemi legati all'erasmus!
  • Fiorella (Studentessa Erasmus) - "La mia materia è già difficile in italiano, figuriamoci in inglese". Citando la professoressa, questa frase racchiude la mentalita' preistorica di molti (non tutti per fortuna) docenti. Come tali, dovrebbero "educare" e non solo -insegnare- ed, educazione, a parere mio, vuol dire spronare gli studenti a maturare quante piu' esperienze possibli, didattiche e NON. Complimenti, non si smentiscono mai!
  • Anonimo Fiorentino - Perchè negare la verità sull'esperienza erasmus?E' inutile che voi studenti difendiate con tanto ardore un'esperienza all'estero che è tutto fuorchè un'esperienza universitaria.E' statisticamente provato che all'estero non si studia e molto spesso le materie che si dovrebbero preparare in questi Stati stranieri sono solo piccole dispense a fronte di un programma di 1000 pagine,che invece i poveri cristi che restano in Italia (Bari) sono obbligati a studiare.Ho visto studenti al rientro dall'erasmus che pretendevano di "integrare" esami come diritto commerciale e diritto penale senza sapere nulla. Cavolo siete giovani e cominciate a scrivere già articoli faziosi..
  • BARINEDITA - faziosi? e perchè mai? c'è un problema e ne DOBBIAMO parlare. Avremmo potuto anche fare l'articolo inverso: i professori che si lamentano del fatto che le università straniere sono più facili di quelle italiane: non sarebbe cambiato nulla. Di fatto c'è qualcosa che non va. ps: non parteggiamo per nessuno. semplicemente cerchiamo di far venire alla luce delle problematiche. e visti i vostri commenti dobbiamo ammettere che ci stiamo riuscendo. saluti


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)