di Ilaria Palumbo

Mola, la storia del
MOLA DI BARI – E’ uno dei simboli di Mola, adagiato com’è sul mare con la sua grande insegna gialla e l’emblematico uccello rosso disegnato su una parete. Parliamo del “Gabbiano”, sala ricevimenti presente nel paese a sud di Bari da più di mezzo secolo, ma che oggi appare come un animale ferito, visto che da una decina d’anni i proprietari hanno deciso di chiuderlo lasciandolo in balia del vento e della forza del mare. (Vedi foto galleria)

Arrivando da Bari è impossibile non notarlo: si trova sul lungomare poco prima del castello e del centro storico. Sorto agli inizi degli anni 60, fu una delle prime sale ricevimenti del barese: in un periodo in cui le ricorrenze si festeggiavano ancora in casa, il “Gabbiano” rappresentò una sorta di pioniere del “matrimonio in grande stile” che cominciò poi a spopolare tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli anni 80.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La struttura, voluta dall’imprenditore Lorenzo Giliberti e passata in eredità ai figli, è separata dalla strada unicamente da un muretto, interrotto da un vialetto che porta direttamente all’entrata, costituita dall’originario e imponente portone basculante, su cui legno e vetro disegnano un rombo. Il prospetto si presenta quasi completamente integro, ma di un color salmone sbiadito e corroso dalla salsedine. Sul retro, che si affaccia su una spiaggetta, invece non c’è più alcuna traccia della tipica tinta rosea, mentre sono più evidenti gli effetti delle intemperie ma anche degli occasionali writers che lo hanno coperto di murales.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’edificio si erge su due piani, di cui solo il primo rappresentava la vera e propria sala ricevimenti, mentre quello superiore ospitava gli appartamenti in cui abitava tutta la famiglia del proprietario. Successivamente fu realizzata anche un’ampia veranda in legno con vista sul mare, anch’essa abbandonata oggi al suo destino. Come tristemente vuoto è l’ampio parcheggio esterno che dà sul mare e dal quale è possibile scorgere il disegno del gabbiano rosso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Appena arrivati in sala c’era l’usanza per i neosposi di farsi fotografare prima con l’immagine del gabbiano sullo sfondo e solo dopo sul mare con amici e parenti. Era una sorta di portafortuna», ricorda la 72enne molese Maria. «Io mi sono sposata nel 1964 – continua la donna - all’epoca anche se la sala aveva aperto da poco ed era soltanto la metà di quello che vediamo oggi, era già richiestissima per il suo aspetto semplice ma corrispondente al gusto del tempo e soprattutto per l’ottima cucina».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«C’era poi il piccolo rituale di assaggiare e fotografare le singole portate, così da conservarne il ricordo – aggiunge la 48enne Marisa -. Mi sono sposata nel 1991 e quel giorno rimasi talmente soddisfatta che volli tornare lì a festeggiare il mio decimo anniversario di matrimonio. Ormai sono passati 25 anni dalle mie nozze e ogni volta che passo davanti al Gabbiano, vedendolo ridotto in quel modo, provo un profondo senso di nostalgia e dispiacere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In realtà negli ultimi anni di attività la sala aveva mantenuto unicamente il servizio di ristorante e festeggiava solo compleanni e battesimi. «Ma nonostante non si facessero più matrimoni il locale era rimasto un punto di riferimento per tutta la provincia di Bari - sottolinea la 49enne Anna –. Il sabato sera per mangiare anche solo una pizza si potevano aspettare ore prima di poter entrare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Bei tempi per il Gabbiano, che ormai da anni giace sulla costa trascurato e derelitto, aspettando il giorno in cui poter, forse, spiccare nuovamente il volo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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