di Barbara Rana

Moda, ultimi anni senza tratti distintivi: poca creatività o più libertà?
BARI – Negli anni 70 c’erano i pantaloni a zampa d’elefante, i capelloni e i vestiti fiorati, negli anni 80 i capelli cotonati, le pellicce e le marche ben in evidenza sui capi d’abbigliamento, negli anni 90 le camicie a scacchi, gli anfibi, le auto dalla linea rotonda. Osservando una fotografia o un film del secolo scorso è possibile definire senza grandi difficoltà a quali anni si riferisce. Ci sono dei particolari dell’immagine che hanno segnato un periodo storico e si può senz’altro affermare che ogni decennio ha avuto le sue mode e le sue tendenze, poi scomparse per fare posto ad altre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma nel nuovo millennio tutto sembra essere cambiato. Oggi è possibile possedere un’automobile magari comprata 10 anni fa, senza che la propria linea sia in contrasto con quella delle macchine appena uscite. E’ possibile indossare una camicia, una felpa, portare sempre una stessa pettinatura, senza sembrare demodè, senza apparire come uno che viene dal passato. Anzi, è sempre più diffuso il “vintage”, che dà valore a oggetti prodotti in epoche precedenti.   

Ma come mai? La moda, l’immagine, il design non stanno creando più nulla di nuovo o perlomeno nulla di così “forte” e distintivo tale da essere imposto a tutti? Oppure semplicemente oggi c’è più varietà nel vestirsi e nell’apparire e quindi c’è una diversificazione degli stili per cui nessuna tendenza riesce a predominare sull’altra?

«Nei primi 8/10 anni del nuovo millennio abbiamo assistito a un miscuglio di stili – ci risponde Luciano Lapadula, ideatore del “museo della moda” di Bari -. E’ questo il risultato della globalizzazione. Elementi provenienti da ogni parte del mondo si sono mischiati tra di loro e oggi,  anche solo guardando la tv satellitare è possibile fare propri stili e tendenze che prima apparivano lontani e sconosciuti. Ognuno di noi è libero di vestirsi come vuole, alcune ragazze possono portare acconciature voluminose o tipiche degli anni 20 senza che siano fuori moda. C’è più varietà e ogni tendenza tende a perdurare maggiormente nel tempo, mentre prima una nuova moda e un nuovo stile sostituivano subito il precedente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una tesi confermata da Tiziana Basili, costumista teatrale e scenografa barese. «Nel nuovo millennio – afferma - la parola d’ordine è “individualità”. Oggi è veramente difficile trovare nell’immagine un tratto comune. L’unica vera e forte caratteristica di questo periodo è la diffusione della tecnologia, il possedere e vivere anche attraverso uno smartphone. E poi c’è anche da considerare che ora si tende a sprecare meno rispetto a prima, perché la crisi e la mancanza di denaro hanno bloccato l’economia: di conseguenza la gente non può permettersi di rifare il guardaroba tutti gli anni e per questo sceglie di riutilizzare gli abiti di qualche stagione passata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La Basili però punta anche il dito sulla creatività. Secondo lei la ricerca dell’individualità ad ogni costo è non solo la causa ma anche la scusa per non creare più nulla di nuovo. «La moda di fatto non inventa più nulla, al massimo abbellisce ciò che c’è già stato  - sottolinea l’esperta -. Ad esempio ora c’è un ritorno agli anni 80. Forse la moda sta lavorando per dare vita a nuovi tessuti e materiali, ma sul piano delle forme si crea ben poco: si reinventa il gusto o il connubio di elementi di epoche diverse, ma sostanzialmente gli abiti sono sempre gli stessi, gli si dà solo un nuovo packaging. Forse quelli che osano di più, per quanto riguardo le linee, sono i giapponesi  - continua Tiziana - . Sono abituati a trasformare qualcosa di piatto in qualcosa  di nuovo, a partire dagli origami. Dal pezzo di carta loro creano cigni o altre forme e gli stilisti fanno la stessa cosa con la stoffa. E’ vero, non usano molto i colori, ma hanno delle forme più ricercate».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Questa teoria però non trova d’accordo Lapadula. «Non è vero che non si crea più nulla di nuovo – ribatte -. Anche nei decenni precedenti spesso andava di moda qualcosa di “già visto”, solo che riusciva sempre a fare più scalpore. Non possiamo non citare ad esempio Alexander McQueen, il mio preferito tra gli stilisti moderni: è stato uno dei protagonisti più geniali nel mondo della moda, riuscendo a dare una nuova lettura alla donna contemporanea».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Magari però il nuovo millennio un tratto distintivo ce l’ha, anche se non si capisce fino a che punto positivo. Se prima una ragazzina di 15 anni, una 25enne e una 40enne si vestivano in modo completamente diverso, oggi sembra che tutte indossino gli stessi abiti. Ad esempio qualche anno fa era facile vedere donne di tutte le età andare in giro con i pantaloni a vita bassa e ombelico e perizoma ben in evidenza. Come anche i tatuaggi sono diventati “patrimonio” di ragazzi, giovani, adulti e persino di persone più in là con l’età.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Sì è vero  - conferma Lapadula – questo è un fenomeno che si è avvertito dalla fine degli anni 90. Prima una teenager vestita in maniera completamente diversa, ad esempio, da una trentenne. E questo è dovuto al fatto che la soglia della “gioventù” si alzata considerevolmente. Oggi ci si sposa, si hanno figli a 40 anni e quindi fino ad allora ci si sente giovani e ci si veste da giovani, anche con capi inadeguati. Penso che arrivati ad una certa età sia più elegante avere un look più sofisticato e ricercato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Il fenomeno è accertato e onestamente non è apprezzabile – rincara la Basili -. Mi disturba un po’ vedere una cinquantenne che, per quanto possa avere un bel fisico, indossa una minigonna. Voler necessariamente fermare il tempo non è “salutare”: bisogna invece cercare il meglio della propria età».


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  • Rino - Penso che la moda sia un ciclo, legato al periodo storico e alla condizione economica generale. Quindi, credo che si sia completato il giro e che ora è giunto il momento di ripercorrere le tappa già raggiunte, tentando di mascherarle di "nuovo".


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