di Eva Signorile

Bari sta perdendo le sue palme: «Il punteruolo rosso non dà scampo»
BARI -  Bari e le palme. Per decenni siamo stati abituati a uno “skyline” del lungomare e del centro barese caratterizzato proprio dalla presenza di queste grandi piante, che seppur decisamente tropicali avevano dimostrato di poter adattarsi anche a climi più “freddi” quali quello mediterraneo. Almeno fino a qualche mese fa, quando le palme hanno incontrato un nemico al quale non sono riuscite a sfuggire: il famigerato “punteruolo rosso”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si tratta di un coleottero originario dell’Asia, lungo fra i 19 ed i 45 mm e che presenta un’elegante livrea di colore rosso-brunastro. Sembra quasi intagliato nel legno, una sorta di portafortuna dal sapore esotico. Ma il suo rostro ricurvo, una sorta di proboscide attraverso la quale si nutre, ne rivela la natura vorace. La sua specialità è quella infatti di essere un parassita di molte specie di palme: gli insetti divorano i tessuti interni delle piante fino a farle morire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La storia vuole che il coleottero sia arrivato dalla Spagna, dove si era affacciato per la prima volta già nel 1994: pare che un commerciante di piante vi avesse importato una partita di palme contaminate dal Marocco. Da allora, il prolifico insetto non ha mai arrestato la sua corsa devastatrice. In Italia questo flagello ha fatto la sua comparsa nel 2005. Da allora, partendo dalla Sicilia, si è diramato in tutto il Paese, mutilando il paesaggio di parchi pubblici, lungomari e giardini privati. Lo storico degli alberi, Antimo Palumbo, ha profetizzato l'estinzione di tutte le palme di Roma entro il 2015.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nell’ottobre scorso i baresi hanno assistito ai primi abbattimenti di palme: in corso Vittorio Emanuele e poi nei pressi del teatro Petruzzelli. Ma basta farsi un giro tra i giardini pubblici e privati per capire che tutta Bari è stata colpita dal punteruolo. Esempio lampante sono i giardini di fronte all’Ospedale oncologico di viale Orazio Flacco, dove è evidente che l’insetto ha agito indisturbato per troppo tempo. Qui, un macabro scenario di tronchi di palme si stende proprio davanti all'ingresso: monconi ormai defunti, rivestiti a tratti da rampicanti, puntano il cielo come resti di colonne di antichi templi di civiltà ormai estinte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E poi ci sono gli alberi che resistono. Le "sopravvissute" di corso Vittorio Emanuele sono infatti in evidente sofferenza: tra le foglie verdi, ne compaiono troppe altre secche e flosce, sintomo che il punteruolo sta svolgendo bene il suo lavoro.  E altre palme “sospette” si affacciano nei pressi del Petruzzelli, su piazza Moro e all'interno del Policlinico. (Vedi foto galleria)

Ma la domanda è: si può far qualcosa contro il punteruolo rosso o Bari deve rassegnarsi a un futuro senza le sue caratteristiche palme?


«A Bari si fa costantemente prevenzione - ci dice sicuro l'assessore comunale al verde pubblico Pietro Petruzzelli - ma quello appena trascorso è stato un anno particolare dal punto di vista climatico: abbiamo avuto una primavera piovosa che ha rallentato gli interventi. Inoltre è accaduto che magari piovesse proprio all'indomani di un trattamento specifico, indebolendo così gli effetti dell'intervento. Ma il Comune continua a mantenere alto il livello della prevenzione, anche perché una volta colpita la pianta non ha via di scampo: non ci sono infatti metodi che possano fermare il punteruolo e a quel punto va abbattuta per ragioni di sicurezza, perché diventa fragile e quindi pericolosa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'opera preventiva prevede buone pratiche di igiene colturale: potature tecniche di tutte le parti secche (quelle in cui si annidano gli insetti prima di iniziare la loro opera di scavo all'interno del tronco) e regolare somministrazione di apposito concime, in modo da favorire l'irrobustimento della pianta, che così è meno fragile davanti all'aggressore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Se invece la pianta viene colpita in maniera leggera, qualche metodo per intervenire subito c’è, ma costa. «Si può somministrare alla pianta ogni 3-4 mesi un trattamento fitosanitario "sistemico" che agisce sulla sua linfa – ci spiega Vincenzo Griseta, imprenditore agricolo e consulente della facoltà di Agraria dell'Università di Bari -. L'animale succhia la linfa e ne rimane avvelenato. Ma questo prodotto costa parecchio: 50-60 euro per 250 millilitri. Se si vuole risparmiare ci sono però degli agenti chimici che provocano la morte del coleottero per asfissia. In questo caso di parla di una decina di euro per litro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma non c'è rimedio se la palma è stata colpita in massicciamente: in quel caso si deve necessariamente abbattere. Non c'è rimedio che tenga. «Il problema principale sta nel fatto che l’Italia ha importato l'insetto, ma non il suo naturale predatore, un uccello presente in Asia - sottolinea Griseda -. Si tratta del Rufous Treepie, un volatile ghiotto di larve del punteruolo rosso che purtroppo però non riesce ad adattarsi al nostro clima: i tentativi fatti per introdurlo sul territorio non hanno dato infatti gli esiti sperati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il coleottero continua quindi a prosperare, quasi indisturbato. Anche se forse una soluzione ci sarebbe. In Nigeria, Nuova Guinea e Malesia le larve di punteruolo sono considerate un ottimo alimento: pare siano anche ricche in proteine, calcio e potassio. Allo spiedo, in pastella o come involtino, le ricette esotiche si sprecano e le piante resistono. Vogliamo provarci anche noi?


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Eva Signorile
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  • Roberto - Fa senz'altro piacere leggere articoli sul verde urbano della città di Bari considerato che solo il 2,10 % della superficie comunale è destinata ad area verde. Su alcune imprecisioni scritte nell'articolo mi soffermerei sul trattamento fitosanitario "sistemico" che non è possibile sulle Palme perché, come noto a molti, la Palma non rientra nella famiglia degli alberi. Inoltre propagandare un trattamento del genere crea illusione. La lotta obbligatoria al punteruolo rosso è prevista da norme ben precise e spesso inapplicate. Generalmente in ambiente urbano trattamenti chimici fitosanitari sono da evitare per il benessere dei cittadini.
  • Silvana - Il punteruolo rosso si puo' debellare, io le ho curate e le mie stanno benissimo


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